Terni, imbrattata la targa del carabiniere e partigiano Raoul Angelini

Altro episodio di vandalismo dopo quello compiuto ai danni del monumento a Germinal Cimarelli. L’Anpi va all’attacco e solidarizza

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Altro atto vandalico nell’ambito della memoria storica di Terni e della sua Resistenza: dopo quello compiuto ai danni del monumento in ricordo di Germinal Cimarelli, a Torre Maggiore, questa volta è toccato alla targa in memoria del carabiniere e partigiano Raoul Angelini, torturato e ucciso nel 1944 dai nazifascisti. «Un altro atto – osserva il segretario comunale del Pd di Terni, Pierluigi Spinelli – che aggiunge oltraggio alla memoria, alla democrazia, da parte di chi, privo evidentemente di qualsiasi principio, educazione civica, educazione e rispetto per i beni comuni, ritiene un gesto coraggioso la vandalizzione di un simbolo di libertà. Come Partito Democratico di Terni non possiamo che condannare vili atti come questo e invitare le istituzioni e le forze di maggioranza a fare altrettanto».

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Intanto il comitato provinciale dell’Anpi di Terni, riunito per aprire la fase congressuale nazionale e approvare il percorso e i relativi regolamenti, denuncia «una situazione diventata ormai insopportabile da parte delle istituzioni Locali in relazione agli ultimi avvenimenti accaduti nella nostra città. Lo sfregio arrecato alla lapide che commemora il sacrificio dell’eroico carabiniere partigiano Raoul Angelini – afferma l’Anpi di Terni – che segue di pochi giorni la devastazione del monumento in memoria del partigiano medaglia d’oro al valore della Resistenza Germinal Cimarelli, coincide con una fase della vita del Paese in cui forze scopertamente fasciste portano il loro attacco verbale e perfino fisico, con una organizzazione di tipo paramilitare, alle sedi delle massime istituzioni dello Stato e arrivano a invadere e vandalizzare la sede nazionale della Cgil nazionale. Non si tratta, come qualcuno vorrebbe far credere, di pochi facinorosi nostalgici ma di un attacco scoperto e brutale alle istituzioni democratiche nate dalla Resistenza. In questo quadro – denuncia l’Anpi – non una voce di condanna, e nemmeno di presa di distanza, si è levata da parte dell’amministrazione comunale e dalle forze politiche che governano la città di Terni e la Regione Umbria. Lo consideriamo un fatto gravissimo, un segno di irresponsabilità inaccettabile, che cela la volontà, temiamo, di salvaguardare un bacino di consensi ‘neri’ utile all’occorrenza. Ci auguriamo – conclude l’associazione – che questo insopportabile andazzo abbia finalmente fine e sia tutelata l’immagine e la convivenza civile di una città e di una regione che alla dittatura e alla guerra fascista e alla liberazione dall’oppressione hanno pagato un pesante tributo di sacrificio e di sangue». Il comitato provinciale dell’Anpi esprime poi «la profonda solidarietà all’Arma dei carabinieri e all’Associazione nazionale carabinieri di Terni».

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