di F.T.

«Una vicenda squallida e degradante». Non usa mezzi termini il procuratore di Terni, Alberto Liguori, per bollare ciò che è accaduto la notte fra il 26 ed il 27 aprile a Terni, in un’abitazione del centro storico e nelle sue vicinanze. Quei fatti rappresentano l’inizio dell’indagine denominata ‘Picasso’: i quattro arresti eseguiti lunedì sera dai carabinieri del Nor della Compagnia di Terni, su ordine del gip del tribunale di Terni, hanno di fatto chiuso il cerchio. Assicurando alla giustizia tutti i protagonisti della pesante vicenda.
Cosa è accaduto quella notte?
Nella tarda serata del 26 aprile scorso, quando le misure anti Covid imponevano a tutti limitazioni difficili da sopportare ma necessarie, in una dimora di via della Stella era in corso un festino a base di droghe – cocaina ma pure la ‘nuova’ (per Terni) GHB, acido gamma-idrossibutirrico, la cosiddetta ‘droga dello stupro’ – e sesso, che nella vicenda è fine ultimo ed anche ‘merce’ di scambio. A quella festa, oltre al padrone di casa – un 55enne ternano noto e facoltoso – e ad una donna di origini colombiane, partecipa anche un 30enne ternano, già noto alle forze dell’ordine come tossicodipendente, che di fatto da un paio di mesi viene ospitato dal ternano. «Tu stai qui, fai quello che dico io, partecipi alle feste, ti dò la droga e devi stare pure contento»: questa per il procuratore Liguori, alla luce dell’inchiesta condotta dal sostituto Marco Stramaglia, la dinamica venutasi ad instaurare fra i due. Ad un certo punto però il 30enne, dopo aver assunto ciò che c’era disponibile, si sente male: perde sangue dal naso e dalla bocca e perde i sensi. Overdose.
Abbandonato come un sacco della spazzatura
Di fronte ad una situazione in cui una persona normale avrebbe chiamato il 118, e c’è chi alla fine lo farà, la decisione del ternano, il ‘padrone di casa’ – «nobile» lo definisce il procuratore, «non in senso ‘araldico’, ma perché può permettersi di non lavorare e di spendere migliaia di euro nei suoi vizi, avendo evidentemente grande disponibilità di denaro» -, è quella di chiamare i suoi fidatissimi, e ben remunerati, ‘scagnozzi’. Manovalanza specializzata in spaccio che quella sera si inventa pure un terribile – e gli costerà l’arresto – facchinaggio. In quattro, prendono il ragazzo agonizzante e lo lasciano in strada, a pochi metri dalla casa del festino. Lì, poco dopo lo noterà un netturbino che chiamerà i soccorsi, farà intervenire il 118 ed i carabinieri, salvandolo e dando il via all’indagine ‘Picasso’.
L’indagine scopre tutto
Il giovane resterà in coma, in bilico fra la vita e la morte, per oltre un mese. Nel frattempo l’indagine decolla, porta all’arresto di uno spacciatore della provincia di Perugia che il 6 giugno rifornisce il facoltoso ternano di GHB: è il primo sequestro di tale tipo di stupefacente, proveniente nel caso di specie da Roma, che avviene in città. E porta anche all’arresto dello stesso ‘nobile’, per riciclaggio: reato riscontrato in flagranza con «particolare abilità» – osserva il procuratore – dai carabinieri. In pratica il 55enne ternano aveva messo a disposizione di un cittadino marocchino, irregolare in Italia, suo abituale fornitore di droga – e ne consuma tanta il ternano, 350 grammi di cocaina li aveva fatti ‘sparire’ in circa due mesi – il prorio conto corrente per consentirgli di trasferire i ricchi proventi dello spaccio all’estero, ad alcuni familiari del nordafricano che si trovano a Malaga, in Spagna, la città che ha dato le origini a Pablo Picasso (da cui il nome dell’indagine). I carabinieri ‘beccano’ il 55enne proprio mentre effettua un bonifico – tre quelli avvenuti nel periodo di indagine, per un totale di circa 25 mila euro – e l’uomo finisce in carcere, prima, e poi ai domiciliari.
Gli ultimi arresti
A quel punto l’indagine è quasi completa, mancano coloro che, oltre a ricoprire il ruolo di ‘cortigiani’ del ‘signore dei festini’, lo hanno materialmente rifornito di stupefacenti ed aiutato a sbarazzarsi di un ragazzo che era quasi morto a casa sua. I carabinieri e la procura, alla fine, li individuano e su ordine del gip i soggetti – tre uomini e una donna, tutti ternani ad eccezione del marocchino già citato – vengono arrestati: tre custodie in carcere ed una ai domiciliari. Bingo.
La droga che fa fare sesso
I dettagli della delicata inchiesta sono stati illustrati giovedì mattina presso il comando provinciale dell’Arma, alla presenza del comandante provinciale Davide Rossi, del comandante della Compagnia di Terni, Alessio Perlorca, del comandante della sezione operativa, Francesco Caccetta, e degli stessi Liguori e Stramaglia. Nel contesto dell’operazione è stato stimato un giro di stupefacenti – tutta destinati al ‘nobile’ ed alle sue feste – di circa 40 mila euro fra cocaina e GHB (il cui prezzo è di circa 300 euro a flacone). Una droga, quest’ultima, in grado di amplificare sensazioni e prestazioni sessuali e che, unita alla cocaina, ha causato il gravissimo malore del 30enne, ospitato in casa del 55enne ed al suo ‘servizio’.
I complimenti
Il pm Stramaglia ha ringraziato l’Arma «che ha dimostrato grande professionalità e freddezza, nel corso dell’attività tecnica ma pure nell’immediatezza dell’intervento (il ritrovamento del ragazzo agonizzante in strada, ndR). C’è stata particolare sensibilità, cura ed intelligenza durante le indagini e credo sia giusto riconoscerla al pari dell’assoluto riserbo che hanno caratterizzato le fasi più delicate del lavoro investigativo». Complimenti che fanno il paio con quelli di Liguori che, facendo riferimento ai fatti di Piacenza, ha detto che «questa è l’Arma dei carabinieri che io conosco. Non ne conosco altre. La loro bravura, unita a quella del collega Stramaglia, ci dice tutto perché si è giunti ad un’ordinanza di custodia cautelare ‘da manuale’. Se mi permettete, ‘da condanna’».
LE PAROLE DEL PROCURATORE ALBERTO LIGUORI
Dalle stelle alle stalle: degrado umano
«Questo ‘nobile’ – ha detto Liguori – con una capacità economica importante, che non lavora perché non evidentemente non ne ha bisogno, faceva festini a casa sua quando tutti noi eravao in lockdown. Con il denaro di cui dispone, si permetteva tutto: sesso, anche con tossicodipendenti, e trasgressioni. A partire dalla materia prima per ‘sballare’. In questo senso il GHB, novità assoluta e di certo non piacevole per Terni, consentiva di aumentare queste prestazioni, andando oltre il ‘consentito’. Se questo mix terribile, che ha quasi ucciso un 30enne, fosse arrivato ad un minorenne? Non voglio neppure immaginarlo ma è di questo pericolo potenziale che dobbiamo parlare. Quando quel giovane si è sentito male – ha ricostruito il procuratore -, il ‘nobile’ ha chiamato i ‘recuperatores’, chi lo riforniva abitualmente di droga e che, nella sua ottica, doveva occuparsi anche del ‘resto’. Fra cui anche una donna ternana. La logica è: ‘io pago il prezzo completo ma tu gestisci anche ciò che c’è da rottamare e smaltire, vieni a prenderlo e fai ciò che c’è da fare. Sbarazziamoci che la festa deve andare avanti’. Così il giovane ospitato per due mesi, viene caricato come un sacco e lasciato in strada al suo destino. Dalle stelle alle stalle. Fortuna ha voluto che uno spazzino non si sia voltato dall’altra parte ma gli abbia, di fatto, salvato la vita».
Tutti noti
Gli arrestati sarebbero tutti ampiamente noti alle cronache, soprattutto relative a fatti di droga. Sono stati già interrogati dal gip e per tutti è arrivata la conferma della custodia catelare in carcere. Ci sono anche due denunce a piede libero, nel contesto dell’indagine, di un cittadino italiano e di un albanese per i quali il gip – rispetto all’abbandono di incapace, ovvero del 30enne in overdose – non ha ritenuto necessaria l’applicazione di una misura cautelare.

Parla l’avvocato
«La ricostruzione circolata non corrisponde alla realtà dei fatti”. Ad affermarlo con nettezza è l’avvocato Francesco Mattiangeli, il legale difensore del 55enne ternano arrestato per riciclaggio ed indagato a piede libero per abbandono di persona incapace. “Intanto quella sera – precisa – non c’era alcun festino in atto e l’assunzione di sostanze è avvenuta autonomamente, da parte del giovane che poi si è sentito male. Il mio assistito non ha contattato alcuno ‘scagnozzo’ per risolvere il problema, ma due suoi amici lo hanno soccorso e sempre il mio assistito sapeva, come anche testimoni hanno riferito, che sarebbe stato accompagnato al pronto soccorso. Cosa che poi non è avvenuta ma della quale lui non era al corrente. In ordine ai presunti acquisti di sostanza, infine, questi non trovano alcun riscontro nei quantitativi letti in queste ore sui media. Men che meno le finalità ipotizzare circa l’utilizzo della cosiddetta ‘droga dello stupro’, acquisita in una occasione solo ed esclusivamente per migliorare le prestazioni sportive che il mio assistito svolge con continuità e da tempo presso una palestra privata. Infine in merito al reato ipotizzato di riciclaggio – conclude l’avvocato Mattiangeli -, sono stati inviati dei soldi alla sorella di un suo conoscente, senza peraltro alcuno scopo di lucro e dando per scontato che la provenienza fosse lecita».