Terni: «Innovazione per reagire alla crisi»

Al convegno ‘Capitalismo in-finito: rafforzare le relazioni tra impresa e cultura’, Riccardo Marcelli pungola la ThyssenKrupp: «Porti qui la produzione di stampanti 3D»

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‘Capitalismo in-finito: rafforzare le relazioni tra impresa e cultura’, era il tema di un convegno che, sabato per iniziativa del  Centro studi Ezio Vanoni, ha permesso di portare all’attenzione tematiche importanti – dal centro ricerca sui materiali, alla produzione legata alle stampanti tridimensionali – grazie agli interventi depredatori e alle sollecitazioni del pubblico.

Luigi Nicolais

L’Università Di innovazione e mercato globale ha parlato Luigi Nicolais, professore emerito dell’università Federico II di Napoli ed ex ministro per le riforme e le politiche innovative: «La crisi che stiamo vivendo richiede una reindustrializzazione globale. Il cliente, oggi più che mai, diventa l’anello centrale del sistema. Oggi non esiste più il migliore tessuto del mondo, ma il miglior tessuto per ogni specifica applicazione. Siamo nel mezzo di una sorta di quarta rivoluzione industriale, già avviata dai tedeschi. E’ una rivoluzione principalmente sociale in cui la persona torna al centro e la macchina perde qualcosa rispetto al passato. Non è vero che i robot ci faranno perdere posti di lavoro. L’uomo, infatti, non perde il suo ruolo. Anzi, ne acquista uno importante proprio nella capacità di interagire in modo intelligente con le macchine. Questo è il vero cambiamento epocale che stiamo vivendo. Il ruolo di un paese come il nostro è di far sì che in questa transizioni ci sia una crisi sociale».

Tullio Camiglieri

Ast attacca Tullio Camiglieri, vicepresidente di Confindustria Terni e responsabile delle relazioni esterne di ThyssenKrupp Ast, non ci è andato leggero: «Dobbiamo intanto valorizzare quello che abbiamo. Ma non tirando in ballo istituzioni, fondi pubblici o cose del genere, ma facendo sì che l’imprenditoria diventi davvero qualcosa in cui i giovani credano. Manca, invece, l’incentivo ai giovani a fare impresa. Io, qui, faccio fatica a vedere giovani che riescano ad avviare startup. Forse perché, magari fino a un po’ di tempo fa, l’ambizione dei genitori era quella di mandare il figlio a lavorare all’acciaieria». Poi Camiglieri ha affrontato temi spinosi: «Il teatro Verdi, per esempio. Cosa vogliamo farne? Qualcuno ce lo può spiegare? Quello è un patrimonio, della città. Ma anche la fontana di piazza Tacito. Io sono a Terni da poco. Ma da quando sono qui, vedo quella piazza con quella fontana circondata da barriere perché non si riesce a metterla a posto». 

Fabio Paparelli

La Regione replica Fabio Paparelli, vicepresidente della Regione Umbria, si è detto non d’accordo con Camiglieri: «Non è vero che non ci sono startup. A Terni ce ne sono tante. Ma non si occupano di manifattura». Poi ha parlato del ruolo della politica e delle istituzioni: «Negli ultimi tempi, si è persa la concezione di ciò che deve fare la politica. Essa, infatti, dovrebbe avere una visione a medio e lungo termine, piuttosto che assumere un ruolo di burocrate. La crisi ci ha riportato su un terreno che molti credevano superato dal postindustrialismo, in cui si pensava che l’economia assumesse una connotazione prettamente finanziaria. Invece, senza un apparato industrtiale solido, non si può costruire un nuovo sviluppo. Nella cultura comune, va recuperato l’elemento dell’industria legata alle cose che utilizziamo ogni giorno. All’industria dobbiamo chiedere un impulso maggiore rispetto ad oggi nella formazione del prodotto interno lordo. A Terni, il 40% del valore aggiunto è prodotto dall’industria. Bisogna puntare alle nanotecnologie ed alla chimica verde. Importante è anche il ruolo dell’università e avere a Terni un centro di ricerca sui materiali è un tema sul quale stiamo ragionando e sul quale dovremmo camminare in maniera spedita».

Riccardo Marcelli

Il sindacato Riccardo Marcelli, segretario della Fim Cisl Umbria ha lanciato un messaggio chiaro a ThyssenKrupp: «Oggi, si lavora nel manifatturiero utilizzando le stampanti tridimensionali. Non parliamo più solo dello stereotipo delle tute blu. La Germania, dove l’Industria 4.0 è partita, ha 300 robot ogni 10 mila addetti ed ha un tasso di disoccupazione molto più basso di quello italiano. Scompariranno alcuni lavori? Sì. Ma c’è un sistema che rimette al centro la persona e che punta su una nuova forma di capitalismo. Insomma, c’è un’economia nuova. Basata anche sulla sostenibilità ambientale e sociale. Domani potremo decidere di acquistare l’acciaio Ast perchè prodotto sulla base di questi principi, o continueremo ad acquistare l’acciaio cinese. Quando si parla di startup, ricordiamo che qui, una tra le tante, lavora proprio nel settore della stamp 3D. Quando si parla di verticalizzazione, vorrei che ThyssenKrupp, invece di collocare tutta la produzione di stampanti 3D in Germania, la metta qui a Terni, affinchè avvenga proprio qui qualcosa di innovativo. Da lunedì, sono disponibile anche a parlare di questa cosa con la stessa dirigenza della multinazionale».

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