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Home » Piediluco, ‘La locanda dei frati’ all’asta

Piediluco, ‘La locanda dei frati’ all’asta

di Simone Francioli
17 Aprile 2020
in Altre notizie
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di S.F.

L’esterno

Albergo-ristorante su più livelli con superficie potenziale da quasi 1.500 metri quadrati. Hall, bar, servizi igienici, ripostiglio, sala ristorante con terrazza panoramica e vari locali di servizio. A chiudere il cerchio dodici camere e un piccolo appartamento a parte: tutto ciò si trova in via Panoramica a Piediluco e non è altro che ‘La Locanda dei Frati’, attivo come struttura ricettivo fino al 2016 e che spesso ha ospitato la Federazione italiana canottaggio. Tra un problema e l’altro, con tanto di battaglia giudiziaria in corso tra vecchio e nuovo proprietario, l’immobile commerciale è andato all’asta: il 12 maggio – salvo rinvii – c’è il primo appuntamento telematico per la vendita senza incanto. Ad occuparsi della questione sono in prima battuta il giudice Ilaria Palmeri e l’avvocato Veronica Mattea in qualità di custode giudiziario. 

L’interno

Base d’asta. I problemi

Il prezzo – il minimo per l’offerta è quantificato in 557 mila 250 euro – di vendita è fissato in 743 mila euro. La storia inizia da lontano, dal 15 ottobre 2007: allora ci fu il passaggio di proprietà dalla parrocchia Santa Maria del Colle di Piediluco (ne era titolare dal gennaio del 1987)  alla società attuale, attualmente esecutata in seguito al pignoramento. Il rapporto tra le parti non si è sviluppato in modo troppo idilliaco e le problematiche, tutte verificate dalla perizia tecnica dell’architetto Valeria Giorgi: il fabbricato infatti risulta non conforme perché sono venute alla luce – si legge nel rapporto di valutazione – varie criticità. «Analizzando gli elaborati e le relazioni e confrontandolo stato di fatto con quanto approvato con il permesso di costruire, sono emerse diffuse difformità, causa delle quali non è possibile dichiarare la conformità edilizia dell’immobile. Sono localizzate ad ogni piano e riguardano una diversa distribuzione interna degli ambienti ,modifiche al sistema delle aperture e la realizzazione sulla terrazza panoramica di un corpo esterno dedicato al forno a legna; possono essere sanate mediante pratica ediliziache aggiorni l’effettiva configurazione interna ed esterna dell’immobile, previo se necessario rilascio del nulla osta paesaggistico». Solo per fare questo vengono stimati costi per 18 mila euro (demolizione, oneri del professionista e spese per il rilascio dell’agibilità, nonché per la certificazione degli impianti).

L’area di accesso

Suolo pubblico e ascensore

Altro guaio riguardano la suddivisione degli spazi, l’area di ingresso ed il parcheggio. Innanzitutto una parte della rampa carrabile di accesso è su suolo pubblico, mentre l’ascensore è da regolarizzare e anche in questo caso sarà il futuro – se mai ci sarà – aggiudicatario a doversene occupare. Come? Demolizione e ricostruzione, oppure attraverso un accordo con il Comune di Terni – la zona è di loro proprietà – per il frazionare e riaccatastare. Al netto di questi ostacoli, l’immobile viene definito in «buone condizioni generali di stato e di manutenzione, fatta eccezione per la porzione esterna antistante l’ingresso e il muro di contenimento della rampa di accesso; gli impianti elettrico e termoidraulico sono dotati di certificati di conformità». Sono previste almeno quattro tentativi di vendita nel giro di venti mesi con prezzo in decremento. Difficile ipotizzare che, specie in questo periodo di emergenza, qualcuno possa investire oltre mezzo milione di euro per un fabbricato del genere.

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