La prefettura di Terni, sentito il parere del ministero dell’Interno, «esclude che Raffello Federighi possa rientrare a far parte dell’assemblea comunale. L’efficacia ex nunc della pronuncia di riabilitazione consentirà la candidatura alla successiva competizione elettorale – si legge nella lettera giunta mercoledì al sindaco di Terni ed al segretario generale del Comune -, ma non la riammissione nell’attuale compagine consiliare, già reintegrata per effetto della surroga».
Il motivo
Sembra mettere una pietra pesante l’Ufficio territoriale del Governo, di concerto con il ministero dell’Interno, sull’annosa vicenda del reintegro dell’ex consigliere comunale, eletto con Forza Italia nel 2018 e quindi dichiarato decaduto in seguito ad una sentenza penale di condanna. Lo stesso consigliere ha potuto beneficiare, successivamente, di una sentenza di riabilitazione ma ciò, per il ministero e quindi la prefettura di Terni, alla luce di precedenti sentenze della Cassazione oltre che dalle normative in vigore, non basta per poter procedere al reintegro nell’assemblea. Se la questione sia destinata a finire all’attenzione della giustizia, amministrativa o ordinaria che sia, si vedrà.
La richiesta
Il parere della prefettura era stato chiesto dal presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti e dal segretario comunale Giampaolo Giunta. Ed alla luce della risposta, l’orientamento sembra essere stato quello corretto, piuttosto che portare il tema all’attenzione del consiglio comunale stesso.