Storie di disguidi, errori e di rabbia. L’ultima è di un ternano di 57 anni che la racconta ad umbriaOn: «Mia moglie è affetta da tumore al pancreas e il medico curante ha elaborato, come altre volte, il piano delle medicine da ritirare presso la farmacia Usl di via Bramante. Si tratta di farmaci importanti, da cui non può prescindere. Il fatto è che mia moglie vuole che io resti a casa per assisterla, così ho chiesto a mia cognata di poterle andare a prendere. Prima però, era mercoledì, ho chiamato la Usl per sapere gli orari di apertura della farmacia: ‘tutte le mattine dal lunedì al venerdì, di pomeriggio il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17 o 17.30′. Già questa poteva sembrare un’indicazione un po’ vaga – prosegue l’uomo – ma l’ho riferita a mia cognata che ha anche preso un’ora di permesso dal lavoro per poterci fare questa cortesia. Così giovedì pomeriggio è andata lì ed ha trovato chiuso, scoprendo che l’apertura pomeridiana è solo di martedì». A quel punto l’uomo, già provato da mille incombenze, non ci ha visto più: «Ho chiamato la Usl e fatto presente (eufemismo, ndR) il mio disappunto. Di certo quando uno si informa per un servizio come questo, non è per andare a svagarsi o prendere un caffè. E scoprire poi che le informazioni fornite dal centralino sono errate, è onestamente avvilente. Anzi fa incazzare, punto».