di Fra.Tor.
La stagione di prosa del teatro stabile dell’Umbria, in programma al teatro Secci di Terni, è alle porte. Su il sipario, infatti, martedì 18 ottobre con ‘L’ora di ricevimento’ con Fabrizio Bentivoglio e la regia di Michele Placido. Dal 10 settembre è aperta la vendita degli abbonamenti con diritto di prelazione per gli abbonati della scorsa stagione, ma – visto che la polemica sul ‘Verdi’ è sempre al calor bianco – come sta andando la ‘vita’ del teatro Secci di Terni?
Gli abbonati Nella conferenza stampa di presentazione della stagione di prosa, Bianca Maria Ragni, responsabile del circuito teatrale, e l’assessore alla cultura Giorgio Armillei, avevano sottolineato come «il dato dello scorso anno – per quanto riguarda gli abbonamenti – sia stato molto lusinghiero, indice di un alto gradimento del pubblico e di una buona fidelizzazione. Gli abbonati complessivi sono stati 875 – di cui 396 riservati agli studenti – con un incremento del 31% rispetto alla stagione 2014/2015». Per fare un paragone, il livello è più o meno quello della penultima stagione del teatro Verdi (2008/2009), quando gli abbonati erano 869.
Le recite Nella stagione 2015/2016, al teatro Secci, l’aumento del numero degli abbonamenti scuola (396 in totale con un incremento del 41%) ha comportato l’aggiunta di una recita ulteriore ai quattro spettacoli dell’abbonamento scuola, portando a 30 le rappresentazioni complessive della stagione. In cartellone c’erano 10 spettacoli – di cui uno fuori abbonamento – più le rappresentazioni dell’anteprima di stagione con ‘Thyssen’. La stagione ha fatto registrare in totale 7.946 presenze con un incremento rispetto alla precedente del 12% e con un aumento di quasi 2 mila spettatori rispetto alla prima stagione ospitata dal teatro Secci (quella del 2010/2011).
Il teatro Secci Il livello record di abbonamenti, nella passata stagione, ha avuto una ripercussione sullo ‘sbigliettamento’: le vendite al botteghino sono, infatti, calate del 25% rispetto alla precedente stagione. Considerando la capienza totale del teatro Secci che è di 295 posti, 7.946 spettatori diviso le 30 recite, equivale a circa 264 spettatori a recita – a volte più, a volte meno – sarà forse questa la chiave? I ternani non acquistano più il biglietto per il teatro perché non trovano più i posti migliori, lasciando a volte la sala non completamente piena o non li acquistano a prescindere e quindi il teatro Secci è sufficiente per la città?
Il Comune L’assessore alla cultura Giorgio Armillei, contattato da umbriaOn, sottolinea: «Mi sembra che gli spettacoli più attesi realizzano comunque il tutto esaurito. Il Secci è un teatro progettato con una missione specifica. Da quest’anno Terni dispone anche del teatro romano di Carsulae. Inoltre, l’anfiteatro Fausto sarà oggetto di un corposo intervento di restyling sul fronte dei servizi e delle tecnologie con le risorse di ‘Agenda Urbana 2014-2020’. Non mancano dunque gli spazi dedicati. Ciò nonostante la chiusura del Verdi resta un grave danno per la città».
I risultati Ma la domanda nasce spontanea. E d’inverno si andrà a teatro all’anfiteatro fausto? «Affrontiamo quotidianamente il tema – risponde l’assessore – dalla finanziabilità alle questioni progettuali. Prima della fine dell’anno avvieremo un percorso di coprogettazione aperto alla città. Certo le oscillazioni e il disorientamento del Pd e della maggioranza consiliare, come ha fatto notare in questi giorni l’assessore Andreani, non aiutano. Appunto, non possiamo andare al Fausto a dicembre. Ma alla città interessano i risultati. E su questo fronte siamo sicuramente in ritardo. Certo che su questo fronte il quadro finanziario della spesa corrente non ci aiuta. Anche in questo caso Pd e maggioranza consiliare dovrebbero forse meditare di più in sede di bilancio a proposito degli stanziamenti per le politiche per la cultura».