Terni: «Madre positiva in pediatria». Il ‘Santa Maria’: «Adottata ogni misura necessaria»

Un genitore: «Fatta entrare con il tampone di tre giorni prima». La replica: «Pieno rispetto di norme e procedure di sicurezza»

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Martedì mattina stava assistendo la figlia in ospedale, sottoposta ad un intervento chirurgico in otorinolaringoiatria e ricoverata in pediatria, quando ha iniziato ad accusare sintomi influenzali. Tanto da chiedere un termometro ad un’infermiera, per potersi misurare la temperatura corporea. Aveva la febbre e così è scattato il tampone: positiva al Covid-19 (la figlia è risultata negativa, ndR). A quel punto la donna e la bambina sono state trasferite in un altro spazio, isolate, ma dentro la camerata del reparto c’erano altri tre piccoli pazienti con i rispettivi genitori. E questo contatto, pur non prolungato, ha destato preoccupazione fra i diretti interessati.

«Inquietante»

«Appreso l’esito, ci hanno subito effettuato il tampone – racconta una mamma presente nella stanza e impegnata ad assistere sua figlia – e per il momento è negativo. Il punto è che questa donna, poi risultata positiva al virus, è stata fatta accedere al reparto con l’esito del test effettuato venerdì scorso, ovvero tre giorni fa, e che era negativo. Sabato e domenica presso malattie infettive, ci hanno spiegato, non si possono fare tamponi. Così è stato preso a riferimento l’ultimo test effettuato, quando invece per entrare in ospedale si dovrebbe tenere conto solo del tampone fatto nelle 24 ore precedenti. Ora speriamo che nessuno abbia contratto il virus, ma visto il contesto in cui tutto ciò è avvenuto, la cosa non può non inquietare. A ciò – dice la donna – si aggiunge il disagio di dover stare qui, per il momento, perché non ci fanno uscire in attesa delle determinazioni della Usl. E mia figlia doveva essere dimessa questa mattina (martedì, ndR)».

L’ospedale: «Norme pienamente rispettate»

In merito alla vicenda, la direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera di Terni sottolinea che «sono state rispettate tutte le procedure di sicurezza per la sorveglianza e la riduzione del rischio di contagio del Covid-19 all’interno della struttura ospedaliera. Infatti, in vista del ricovero programmato per la domenica, la bambina e la madre che lavrebbe assistita sono state sottoposte a test antigenico il venerdì precedente, e cioè entro 48-72 ore dall’accesso in ospedale, così come previsto dalle disposizioni regionali e aziendali».

«Attuate le procedure per ridurre il rischio di trasmissione»

«Precisando che non è comunque vero che l’ambulatorio di malattie infettive dedicato all’effettuazione dei tamponi sia chiuso il sabato, ma semplicemente ha un orario ridotto dalle ore 8 alle 14 mentre dal lunedì al venerdì l’apertura si protrae fino alle 18», la direzione sanitaria del ‘Santa Maria’ rassicura sul fatto che «sono state adottate tutte le misure necessarie a ridurre in maniera tempestiva il rischio di trasmissione interna, garantendo al contempo le necessarie attività in favore di tutti i pazienti pediatrici, anche quelli non affetti da Sars-Cov 2. La sorveglianza dei pazienti, degli operatori e dei familiari con test antigenici calendarizzati mira proprio alla immediata individuazione di eventuali casi positivi, resa ancora più necessaria dall’andamento pandemico e dal numero crescente di pazienti che giungono alla nostra osservazione non ‘per Covid’ ma ‘con Covid’».

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