Terni, mestieri ignorati «In tv solo falsi miti»

Allarme del direttore del Cfp, Mansueti: «Il territorio offre professioni che gli studenti non vogliono più fare». Parlano le associazioni di categoria

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di Fra. Tor.

«Nonostante la crisi economica e l’elevata disoccupazione, ci sono alcuni mestieri che i giovani proprio non vogliono fare. Le aziende del territorio richiedono alcune figure professionali che noi avremmo la possibilità di formare, il problema è che i giovani non si iscrivono ai corsi per determinati settori». A lanciare l’allarme è il direttore del Centro di formazione professionale di Terni, Massimo Mansueti.

Alcune figure professionali richieste dal territorio

«Parlando con le varie associazioni di categoria del territorio, con le quali il Cfp lavora in stretta collaborazione, è emerso che il mercato del lavoro locale richiede spesso figure come idraulici, elettricisti o saldatori», spiega Mansueti. «Nonostante la crisi diffusa, però, le imprese non riescono a trovare giovani dipendenti disposti a investire sul futuro, nonostante la buona possibilità di crescita professionale. Con il nostro piano avremmo la possibilità di formare questo tipo di figure professionali, il dramma è che i ragazzi non si iscrivono ai corsi per questi specifici settori. Sono sempre più ‘drogati’ da falsi miti della tv, come chef stellati o estetiste e parrucchiere, e da personaggi che basano il successo economico sui social o che intraprendono percorsi accademici che avranno difficoltà di sbocco».

Un appello

Mansueti, consapevole del fatto «che si potrebbe sempre fare di più», è sicuro di spendersi molto «per veicolare il messaggio e tentare di far capire ai giovani che per loro potrebbe essere una grande occasione seguire questo tipo di corsi, grazie alle richieste da parte del mondo del lavoro. Lo faccio per loro e per il nostro territorio che si sta impoverendo giorno dopo giorno. Un territorio ormai saturo di un certo tipo di figure professionali, ma carente in altre. Proviamo ogni anno ad organizzare delle giornate di orientamento per gli studenti delle scuole medie, ma sarebbe importante un coinvolgimento delle famiglie, degli insegnanti, ma sopratutto della Regione».

I corsi del Cfp e la percentuale di occupazione

Nel Centro di formazione professionale di Terni, ricorda il direttore, «si svolgono corsi di qualifica della durata di due anni totalmente gratuiti. Durante i corsi agli studenti vengono forniti materiali e prodotti che saranno utilizzati durante le lezioni, e divise o tute da lavoro a seconda del corso prescelto, corredate da dispositivi a norma di legge sulla sicurezza». Dieci i settori ai quali si rivolgono i corsi del Cfp: ristorazione, acconciature, estetica, riparazione dei veicoli a motore, meccanico saldatore e delle macchine utensili, elettrico, impianti termoidraulici, legno, servizi di promozione e accoglienza. «Da un monitoraggio – ricorda infine Mansueti – emerge che circa il 65% dei ragazzi che consegua la qualifica professionale trova un’occupazione adeguata alla propria preparazione entro sei mesi dal termine degli studi».

Le associazioni di categoria

Quello che emerge confrontandosi con alcune associazioni di categoria del territorio è che oggi manca la volontà di mettersi in gioco, di accettare condizioni magari talvolta non favorevoli, ma che fanno intravedere nel futuro qualcosa di interessante. Come dice Cna Terni, la Confederazione nazionale dell’artigianato, «molti ragazzi si soffermano allo stipendio, alle ferie, preferiscono una vita nel precariato piuttosto che scegliere di lavorare in determinati settori dove magari potrebbero avere contratti sicuri». È vero che la società cambia di continuo, che si evolve e si trasforma, «ma fondamentale rimane – secondo Confapi Terni, la Confederazione italiana piccola e media industria privata – l’orientamento. Non ci sono nelle scuole figure in grado di saper orientare i giovani al lavoro, per permettere loro di valutare le scelte professionali anche in funzione dello sviluppo sociale ed economico, non solo della soddisfazione personale». Oggi, secondo Confartigianato Terni, «è carente la cultura del lavoro. Il mondo richiede un approccio al mondo professionale diverso e i giovani devono capirlo. Noi, come le altre associazioni di categoria del territorio, organizziamo degli incontri di orientamento, ma il percorso è lungo. I risultati potremo vederli solo nel tempo».

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