Gli rinviano intervento chirurgico e muore: presentata querela

Terni – I figli di Mario Luongo, deceduto lo scorso novembre, vogliono vederci chiaro: era stato dimesso dopo i ricoveri senza aver fatto l’operazione. La replica dell’ospedale

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Una storia che ha scosso tutti, a Terni e non solo. Si tratta della morte di Mario Luongo, deceduto lo scorso novembre a 82 anni – era affetto da problemi cardiaci – nella sua abitazione dopo due interventi chirurgici alla valvola mitralica rinviati: la famiglia vuol andare fino in fondo per accertare le eventuali responsabilità del caso e ha presentato querela. Ad occuparsene è l’avvocato Massimo Longarini dell’associazione Codici.

NOVEMBRE 2020: LA MORTE DOPO GLI INTERVENTI RINVIATI

L’ospedale di Terni

La ricostruzione ed i problemi

È lo stesso avvocato a ricostruire la vicenda: «Il signor Luongo Mario è deceduto presso la propria abitazione in Terni in data 21 novembre per certificata ‘cardiopatia-arresto cardiaco’. Prima di allora è stato ricoverato presso l’azienda ospedaliera di Terni in data 31 marzo (sino al 7 aprile), il 13 agosto (con dimissioni il 18 agosto) ed infine il 29 ottobre (sino al 3 novembre). Tutti e tre i ricoveri sono avvenuti presso il reparto di cardiologia del nosocomio ternano; il primo addirittura in terapia intensiva. In occasione del secondo ricovero del 13 agosto per scompenso cardiaco riacutizzato è stato dimesso con l’impegno scritto dei sanitari a ricontattarlo ‘dalla uo di emodinamica per essere sottoposto ad intervento di Mitraclip’. Sicché, in data 29 ottobre, l’azienda ospedaliera ha proceduto al terzo ricovero del paziente ‘programmato con prenotazione’ dallo stesso istituto di Cura con la seguente diagnosi di ammissione: ‘Altre e non specificate malattie della valvola mitrale’.

LA VICENDA DI MARIO LUONGO: LE PAROLE DEL FIGLIO PRIMA DELLA MORTE

Gli ultimi giorni e l’anestesista

Si arriva ad ottobre: «In particolare, all’atto del ricovero il dottor B.A. ha riferito di un’insufficienza mitralica severa’ con un intervento di mitraclip programmato per il 30 ottobre. Dopo quattro giorni di ricovero, tuttavia, il signor Mario è stato dimesso senza che fosse praticato allo stesso alcun intervento chirurgico (per quanto ritenuto talmente necessario da preconizzare, all’atto delle dimissioni, la necessità di un’ulteriore prenotazione all’uopo). Nella cartella clinica si legge, quale motivazione del mancato intervento, una frase dal contenuto tanto grave quanto enigmatico: ‘La procedura programmata di valvuplastica mitralica con sistema di Mitraclip veniva rinviata causa la mancata disponibilità dell’anestesista in considerazione dell’emergenza Covid’. Il paziente ha vissuto a casa gli ultimi giorni della propria esistenza in condizioni di grande sofferenza».

La carenza e il decesso

Si giunge al dunque: «Ci si domanda, all’uopo, come sia stato possibile – prosegue l’avvocato Longarini – dimettere un paziente, cardiopatico, che per prescrizione degli stessi sanitari dell’azienda ospedaliera avrebbe dovuto essere operato per la propria patologia (allo stato la causa , in assoluto, più frequente di decessi in Italia e nel mondo), adducendo quale motivazione l’assenza di un’anestesista determinata dalla pandemia in atto. Il Coronavirus, ad un anno dal suo avvento ed a sei mesi dall’attenuazione della I° fase della pandemia, non può aver rappresentato una ragione sufficiente per giustificare una carenza organizzativa talmente grave da annullare un intervento operatorio, urgente, programmato da settimane. Intervento operatorio funzionale alla salvaguardia della vita di un individuo che, qualche giorno più tardi, è venuto a mancare proprio per la patologia che si intendeva curare e\o alleviare».

La querela

I figli vogliono vederci chiaro. La querela è stata presenta perché – chiude l’avvocato – «dinanzi alla dichiarata assenza di anestesisti, la cui veridicità dovrà essere accertata al pari della opportunità di sottrarli ad un intervento finalizzato a preservare un individuo da morte certa, si dovrà accertare se la Regione Umbria od il commissario Arcuri hanno adottato tutte le misure necessarie per il previsto potenziamento del sistema sanitario umbro».

La replica dell’ospedale

Nella prima serata arriva la risposta della direzione del ‘Santa Maria’: «In merito al comunicato diffuso oggi dall’Associazione Codici, è nell’interesse della comunità ospedaliera, così come di quella cittadina, chiarire quanto accaduto e, vista la querela presentata, verrà fatto nelle sedi predisposte».

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