Terni, muore dopo due rinvii dell’intervento chirurgico

Dopo i ricoveri per l’operazione, Mario Luongo era stato sempre dimesso. I figli: «Carenza di anestesisti per l’emergenza Covid. Ma si muore anche di altre patologie»

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Non si muore solo per il Covid. E purtroppo quello accaduto a Mario Luongo, 82enne residente a Terni, venuto a mancare sabato mattina nella sua abitazione, è un caso tristemente esemplare di quanto sia difficile questo periodo. Anche e soprattutto per chi è affetto da patologie diverse dal Covid, comunque gravi e serie, e che in questa fase pagano un pesante dazio dal punto di vista delle terapie e degli interventi che per ragioni diverse non è possibile attuare.

LA VICENDA DI MARIO LUONGO

L’odissea

Mario Luongo, affetto da problemi cardiaci, dopo due ricoveri di alcuni giorni all’ospedale ‘Santa Maria’ si era visto rinviare – in entrambi i casi – gli interventi chirurgici alla valvola mitralica già programmati, l’ultimo dei quali per il 30 ottobre. Il nosocomio aveva spiegato, in primis ai familiari, che non era stato possibile procedere in quel momento per la carenza di anestesisti. Assicurando, di contro, che l’operazione sarebbe stata fissata nella prima seduta utile e che comunque l’anziano era stato sempre dimesso in condizioni discrete.

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La riflessione

Purtroppo, invece, l’82enne è venuto a mancare sabato 21 novembre. «Per due volte – racconta Marco, uno dei tre figli – nostro padre è  stato chiamato, ricoverato e preparato per l’operazione inesorabilmente rimandata qualche minuto prima di entrare in sala. Uno stress emotivo e fisico inaudito. Dalle ultime dimissioni, non siamo stati più contattati per un nuovo intervento e lui ha ‘mollato’, si è lasciato andare anche psicologicamente dopo aver saputo che non lo avrebbero operato. Il suo era un quadro complesso, ma non ritenuto di emergenza/urgenza o almeno di un’urgenza tale da richiedere subito un’operazione. Da qui l’ennesimo rinvio per la mancanza di personale, dirottato su altre situazioni. Credo che quanto accaduto sia significativo rispetto ai tempi che stiamo vivendo. Il Covid fa morire ma non solo chi è affetto. Muore anche chi, per ragioni legate alla pandemia, non può essere assistito come in altri periodi sarebbe invece accaduto».

Consapevolezze e amarezza

L’accaduto ha colpito anche sanitari e dirigenza dell’ospedale di Terni, da cui si apprende che il paziente 82enne era «in fase avanzata della malattia e con prognosi severa, considerato inoperabile con la cardiochirurgia classica a torace aperto. Per questo la cardiologia/emodinamica di Terni – spiegano dall’azienda ospedaliera – aveva proposto un intervento di riparazione della valvola mitralica con sistema Mitraclip, nel tentativo di migliorarne la qualità di vita residua». Un intervento che non presentava carattere di urgenza. Per questo Mario Luongo, considerato il periodo di emergenza che ha portato alla sospensione delle attività chirurgiche cosiddette ‘elettive’ per carenza di anestesisti, all’inizio di novembre era stato dimesso con l’impegno che sarebbe stato chiamato non appena fosse stato possibile riprendere l’attività, un passo programmato per la fine di novembre. Purtroppo non c’è stato tempo e il contesto di assoluta emergenza ha fatto il resto, lasciando grande amarezza in tutti gli attori della vicenda.

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