Terni, Nas nelle palestre: «Rispettiamo le regole»

Controlli a tappeto nelle strutture, Cipiccia (Tonic): «La sicurezza c’è, chiudere di nuovo sarebbe un dramma»

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di F.L.

Giornate di controlli, attese e speranze per i gestori delle palestre di tutta Italia, per i quali lo spettro di uno nuovo stop delle attività – dopo la chiusura di quasi due mesi della primavera scorsa e una ripresa stentata – non è ancora sventato, dopo l’ultimatum arrivato domenica dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Anche a Terni i carabinieri dei Nas hanno bussato alle porte delle strutture, dove le verifiche – che proseguono – non avrebbero fatto emergere fin qui irregolarità.

COVID, PALESTRE TERNI: «NON SIAMO ‘UNTORI’»

Le verifiche e i timori

L’amarezza per una stagione che rischia di andare completamente in fumo è tanta e i gestori – che hanno anche scritto a Regione e Coni Umbria – tornano a sottolineare il rispetto da parte loro, sin dalla riapertura di maggio, delle normative anti-contagio. «Abbiamo mostrato ai Nas tutta la documentazione relativa alla gestione dell’emergenza e alla regolamentazione delle aree, dalla reception alla sala pesi, dall’area relax alle piscine, così come il plico con le autodichiarazioni di tutti i soci» spiega ad esempio Diego Cipiccia, legale rappresentante della Fitness per Terni Ssd, con insegna Tonic. «Svolgiamo le pulizie tre volte al giorno – dice -, a metà mattinata, a metà pomeriggio e prima dell’apertura mattutina. Ogni zona ha un numero massimo di utenti, il cui ingresso, nel nostro caso, è contingentato grazie ad una applicazione ad hoc accessibile dal cellulare, attraverso la quale si prenota l’accesso e, per la sala pesi, si indica il tempo di permanenza. Anche gli orari delle lezioni sono stati scaglionati per decongestionare i flussi negli spogliatoi. Inoltre ogni utente delle sale pesi è munito di uno spruzzino con il gel disinfettante, con il quale deve sanificare tutte le attrezzature utilizzate. Tutte le postazioni dei corsi, che hanno un numero massimo di partecipanti, sono già segnate in terra. Nessuno può camminare per la palestra senza mascherina». Misure queste che, tra dispositivi di protezione, presidi e applicazioni tecnologiche, costano anche migliaia di euro, a fronte di incassi che continuano ad assottigliarsi, tra iscrizioni rinviate e abbonamenti sospesi. «Siamo in difficoltà noi che siamo una realtà strutturata – prosegue Cipiccia -, possiamo immaginare le realtà più piccole». L’interrogativo riguarda soprattutto il futuro dei collaboratori, 70 solo alla Tonic. «A maggio hanno visto poco o nulla di cassa integrazione, chiudere di nuovo per loro sarebbe un dramma».

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