Ancora pesanti tensioni al consiglio comunale di Terni, in particolare lunedì mattina durante un confronto sulla violenza di genere (al centro dell’attenzione un atto proposto dalle minoranze su questo argomento). Dopo l’intervento della consigliera comunale Cinzia Fabrizi (FdI) che ha rimarcato i contenuti della discussa intervista rilasciata dal sindaco Stefano Bandecchi a Fanpage a fine novembre, il primo cittadino è andato all’attacco. «Io so – ha esordito – che tutti gli italiani maschi mi hanno capito, almeno quelli normali ovvero sani di mente. E tutte le femmine normali mi hanno capito. Detto questo, è vero che l’Italia è piena di imbecilli e io capisco che per qualcuno sia un problema capire le mie parole che rivendico tutte, una per una. Un uomo normale guarda il bel culo di un’altra donna e forse ci prova anche. Poi se ci riesce, se la tromba anche. Se poi non ci riesce, invece torna a casa. Ora, offendetevi quanto cazzo volete, ma questa è la mia idea. Ora dovete decidere se votare un emendamento sulla violenza di genere oppure no, io penso quello che mi pare: non ho mai ammazzato nessuna donna, non ho picchiato nessuna donna e non mi risulta di avere avuto denunce da donne. Se volete fare qualcosa sulla violenza di genere, bene. Sennò Alternativa Popolare è libera di scegliere cosa votare: io voterò contro questo emendamento perché a me, voi, non dovete insegnare nulla, sia di destra che di sinistra. E ribadisco che le persone normali hanno capito cosa volevo dire». Botta e risposta con Josè Maria Kenny (Innovare per Terni): «Lei sindaco può pensare ciò che vuole ma non può dire, qui, ciò che vuole. Vergognatevi». ‘Vaffa’ fuori microfono del sindaco a Kenny che ha poi lasciato l’aula. Lo stesso hanno fatto i consiglieri Pd Maria Grazia Proietti e Pierluigi Spinelli – «dopo le gravi esternazioni del sindaco – ha dichiarato quest’ultimo – non partecipiamo ai lavori, sono dichiarazioni inaccettabili e lo dico con educazione» – e così tutte le minoranze. Man mano hanno infatti lasciato il consiglio gli altri (Francesco Filipponi del Pd), M5S (Claudio Fiorelli), FdI (Marco Cecconi, Orlando Masselli, Roberto Pastura, Elena Proietti Trotti e la Fabrizi stessa) e Terni Masselli Sindaco (Valdimiro Orsini): «Il gruppo FdI lascerà i lavori di quest’aula e l’atto decadrà visto che lo abbiamo proposto. Ciò a causa del clima che si è ingenerato a causa delle dichiarazioni del sindaco», le parole di Cecconi.

AP sulle barricate, minoranze via
Maria Elena Gambini (Alternativa Popolare) ha ribattuto alle minoranze definendo «sconsiderate le accuse contro di noi. Ci è stato detto di vergognarci: a voi – rivolta alle opposizioni – delle donne non ve ne frega niente, era per stare al centro dell’attenzione. Non mi sono mai vergognata di fare parte di questo gruppo politico». Anche la presidente del consiglio comunale Sara Francescangeli, in veste di consigliera, ha attaccato le minoranze: «Questo è un tema delicato e importante. Loro si alzano e se ne vanno? Il focus si sposta sulle dichiarazioni del sindaco in una trasmissione televisiva. Come se il voto dei ternani non contasse nulla, ecco quanto preme alle minoranze il tema della violenza di genere. Abbiamo chiesto di non menzionare solo Giulia Cecchettin, solo perché abbiamo chiesto di sostituire la parola ‘necessità’ con ‘volontà’. Si dovrebbe vergognare chi ha disertato questo consiglio comunale per sette sedute consecutive». Così Marina Severoni (Alternativa Popolare): «Non accetto l’accusa di vergognarmi lanciata dal professor Kenny, che poi ha alzato i tacchi e se n’è andato. Non accetto la sua uscita senza aver ascoltato noi donne. Forse c’è qualcosa che non va in questa nostra forma di dialogo con l’opposizione». A seguire sono intervenuti anche Federica Mengaroni e il capogruppo Guido Verdecchia: «Diamo una dimostrazione di stile e voteremo il documento che ha presentato la minoranza. Dispiace che si sia usato un argomento così delicato solo per attaccare gli avversari politici. Dovremmo chiedere scusa a tutte le donne che subiscono violenza». Alla fine così andrà (20 favorevoli AP, 13 assenti), seppur con le modifiche della maggioranza.

Bandecchi: «Grazie ad AP, un partito vero»
Il sindaco Bandecchi in conclusione: «I topi sono scappati e questo atto sarà discusso fino alla fine, non c’è assolutamente da ritirare niente. Lo voteremo come Alternativa Popolare decide di votarlo, è un atto giusto. I femminicidi commessi da quattro rincoglioniti ossessionati non appartengono a noi e voteremo ciò che è stato proposto facendo le modifiche opportune». E poi: «Oggi AP ha dimostrato di essere un partito pericoloso per gli altri partiti. Ormai è difficile attaccarci sulle cose serie e vere. La violenza di genere non può essere trattata in maniera faziosa, è una cosa mostruosa, 103 femminicidi nell’arco di un anno ed è altrettanto mostruoso indicare la sola Giulia Cecchettin. Dopo di lei uccise sono state uccise altre donne e prima di lei, un centinaio. Voler indicare una sola persona è il più grande atto di fascismo e comunismo che si possa fare. Oggi siamo la risposta alla libertà, alla democrazia e ad un concetto di politico evoluto, un 4.0 che porterà avanti questo Comune. Grazie per ciò che state per votare».
Israele e Ḥamās
Finita così? No, perché poco prima delle 13 Bandecchi – senza i proponenti, gli atti decadono – preme per discutere dell’atto riguardante la drammatica situazione che sta vivendo il popolo palestinese: «È importante e vorrei capire se possiamo trovare il modo di reintrodurlo con i nostri cambiamenti. Ḥamās doveva tenersi le mani in tasca, ha ammazzato con un atto terroristico violento e schifoso. Ma bisogna parlare di pace e sono da condannare le dichiarazioni odierne di Netanyahu».
Viva Rai2!, Fiorello su Bandecchi: «La Rai cercava qualcuno per l’educazione sentimentale? Eccolo»
Lega: «Deve dimettersi»
«Vergognoso l’atteggiamento di Bandecchi, protagonista – scrive la sezione Lega di Terni – di uno show indegno per l’aula di consiglio comunale e per il ruolo istituzionale ricoperto. Ancora una volta il sindaco dimostra totale mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e delle donne, esprimendo concetti sconclusionati che condanniamo con forza e che dovrebbero spingerlo alle dimissioni immediate. Non è la prima volta che Bandecchi si lascia andare a comportamenti che palesano totale mancanza della cultura del rispetto delle donne, come già avvenuto di recente nel corso di una trasmissione televisiva e in tante altre occasioni in cui le sue parole hanno travalicato i limiti della decenza. Linguaggio scurrile e volgare, provocazioni, offese: tutto il vocabolario del sindaco ha trovato sfogo in un consiglio comunale ridotto ormai a una bettola. Un atteggiamento che non possiamo più tollerare e che più volte abbiamo segnalato al Prefetto di Terni. Bandecchi non è in grado di fare il sindaco di una città come Terni, non solo per i risultati amministrativi deludenti e le promesse elettorali finite nel vuoto, ma per il perpetrarsi di atteggiamenti che giorno dopo giorno – conclude la Lega – stanno mettendo in ridicolo lui e il suo partito e fanno vergognare la città di Terni che è chiamato a rappresentare».
Le minoranze: «Costretti ad abbandonare l’aula»
«Sulle dichiarazioni gravissime del sindaco di Terni, le ennesime, siamo stati – la nota pomeridiana di FdI, M5S, FI, Forza Italia, PD, Kenny Innovare per Terni e Terni Masselli Sindaco – costretti ad abbandonare l’aula. Per noi i luoghi della democrazia cittadina hanno ancora un valore ed un significato nel rispetto del quale andrebbe tenuto un profilo assolutamente opposto a quello che testimonia il sindaco attuale. Infatti nella fase di discussione sull’atto di indirizzo contro la violenza di genere presentato dai gruppi di opposizione e nella reiterata richiesta di chiarimenti al sindaco sulle pubbliche dichiarazioni rese nell’intervista a Fanpage il 24 novembre, lo stesso ha confermato tutto quanto detto precisando che un uomo normale guarda il bel culo di un’altra donna, forse ci prova anche, poi se ci riesce se la tromba anche. Al di là del deprecabile linguaggio che il sindaco riserva agli interventi in aula questa frase è stata pronunciata quando si discuteva di femminicidi e al gesto delle opposizioni di abbandonare la seduta, fuori microfono ma udibile chiaramente dallo streaming ci ha definito ipocriti di merda. Riteniamo tali affermazioni riprovevoli, offensive e talmente retrogradi da non consentirci la permanenza in aula».
«Minoranze eversive»
«Registro con profonda amarezza – le parole del consigliere comunale di AP Sara Francescangeli – l’assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni e i cittadini da parte delle minoranze che hanno inteso lasciare oggi l’aula durante la discussione di un atto di indirizzo di grandissima rilevanza, come quello sulla violenza di genere. L’importanza dell’argomento è stato particolarmente sentito dalla maggioranza che ha rinunciato ad un proprio atto, già pronto, pur di arrivare ad un documento che auspicavamo condiviso e unitario. Purtroppo così non è stato, in quanto di fronte a un fenomeno così drammatico che ogni anno tocca decine e decine di donne, le minoranze hanno preferito strumentalizzare la questione, prima soffermandosi sui sofismi e poi cercando di colpire personalmente il sindaco che pure in aula è stato tra i promotori del documento e dell’argomento. Ci troviamo di fronte ad una opposizione che non ha realmente a cuore le ragioni e i diritti delle donne ma che è solo concentrata su se stessa e sulla necessità di polemizzare e colpire personalmente le istituzioni elette dai cittadini ternani. La continua, persistente, mancata accettazione della volontà popolare, in democrazia si chiama eversione. L’atteggiamento ostruzionistico o peggio ancora di chi abbandona il campo del confronto democratico, pensando di portarsi via la palla per impedire ogni partita, è miseramente fallito in quanto la maggioranza di alternativa popolare è andata avanti per la sua strada approvando un documento che mette in risalto la necessità di contrastare la violenza di genere ed evidenzia tutte le azioni già intraprese su questo versante, in questi mesi dall’attuale amministrazione, in collaborazione con la città».
«Mancanza di rispetto per uomini e donne»
«Non si può rimanere indifferente – il pensiero di Maria Grazia Proietti – di fronte alle parole che oggi ha pronunciato il Sindaco di Terni, Stefano Bandecchi durante il consiglio comunale; è il luogo della massima attività istituzionale della città, luogo di confronto dove devono essere tutelati tutti i cittadini della città. Oggi nella fase di discussione sull’atto di indirizzo contro la violenza di genere presentato dai gruppi di opposizione, dopo gli interventi della sottoscritta e dell’altra consigliera comunale Cinzia Fabrizi, rivolti anche al chiarimento di altre frasi che il sindaco aveva già pronunciato e mai smentito, in una dichiarazione a Fanpage, il sindaco di Terni, facendo prima una nota riassuntiva sul concetto di ‘imbecilli’, non so a chi rivolta , ha poi precisato, qualora non si fosse ben compreso il precedente suo intervento del 24 novembre ha ribadito così: ‘Un uomo normale guarda il bel culo di un’altra donna, forse ci prova anche ,poi se ci riesce se la tromba anche’. Naturalmente la sottoscritta ha ritenuto opportuno , dopo tali affermazioni lasciare l’aula consigliare, non in quanto incapace di interloquire, ma ritenendo che questo frasario non è consono ad un luogo istituzionale come il consiglio comunale e soprattutto manca di rispetto tanto agli uomini che alle donne. Ho ripensato alle parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto a noi cittadini italiani nel discorso di fine anno: ‘ L’amore non è egoismo, dominio, malinteso orgoglio. L’amore – quello vero – è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità. Penso anche alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete’. Caro signore presidente, Lei è stato generoso nel suo pensiero, ha pensato alla violenza verbale della rete, noi a Terni abbiamo la violenza verbale, dal primo cittadino, dal sindaco di Terni. La costituzione italiana afferma che ‘i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore’. Quale disciplina ed onore nelle parole di oggi del signor sindaco ? Che cosa voleva intendere o comunicare che l’uomo in genere, è un uomo che spinto da impulsi sessuali, appena vede una bella donna, indipendentemente da chi sia, pensa di poterla fare oggetto di pulsioni sessuali ? È questo quel che voleva farci comprendere? Atteggiamenti, idee devianti e prive di rispetto tanto per gli uomini che per le donne? Io come cittadina di Terni, anche per il rispetto che devo ai cittadini che mi hanno votato, chiedo al sindaco pubbliche scuse e se non riesce a trattenersi da tali esternazioni, lo faccia in altri luoghi a lui più consoni, non certo durante il consiglio comunale e a palazzo Spada, sede del Comune di Terni. Forse lei signor Sindaco non la conosce Terni, ma Terni è una città che merita rispetto, che ha subito la violenza della guerra, che ha saputo trovare la forza di ricostruire le proprie case, la propria identità, la propria vita, dove ci sono donne e uomini che nutrono e vivono la speranza. Io sono orgogliosa della mia città, della gente che in essa vive, vorrei concludere con le parole del presidente Mattarella: ‘Ascoltare, quindi; partecipare; cercare, con determinazione e pazienza, quel che unisce. Unità non come risultato di un potere che si impone….’. Un atteggiamento che accomuna perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace».
«Terni non merita questo»
«Ennesimo consiglio comunale – l’attacco di Claudio Fiorelli del M5S – farcito di insulti, commenti inopportuni, offensivi e sessisti. Terni non merita tutto questo, di essere conosciuta per via delle caricature del primo cittadino. Una figura che lui non rispetta, sono veramente stanco di vedere e sentire queste cose. Tutto ciò non fa bene alla cittadinanza perché non avvicina gli imprenditori che dovrebbero venire ad investire. Ad oggi non si è visto nessuno. Ci fanno diventare una barzelletta queste cose. Qui, dove ci sono già tanti problemi».
«Narcisimo egotico»
Sul tema interviene anche Federica Porfidi di Sinistra Italiana Terni: «Banalizzare la violenza di genere e radere al suolo il decoro istituzionale. Anche oggi il consiglio comunale fa notizia. Il sindaco lo infanga, usandolo come teatro per il suo indegno spettacolo a favore di telecamera. Banalizza il tema del femminicidio per fare notizia e salire agli onori della cronaca del ‘purché se ne parli’, in un’orgia di narcisismo egotico che trascina nel discredito la città. A questo punto il problema non è più lui ma la complicità di chi gli permette tutto questo. Sostenitori di partito, consigliere e consiglieri comunali, assessori e pure neo assessori che invece di prendere esempio dal gesto di Nichinonni, che di fronte all’imposizione di virare tutte le assunzioni del Comune di Terni solo sulla polizia municipale (e dopo essersi reso conto di chi avrebbe dovuto rappresentare), ha chiesto scusa a tutti e ha dato le dimissioni. Ecco di persone così ci sarebbe più bisogno. Abbassarsi a condividere il ‘potere’ con chi afferma che la violenza sulle donne dipende dal fatto che i mariti non trovano sfogo altrove o che la Striscia di Gaza debba essere spianata con tutti i palestinesi, chi vuol fare affari con la sanità privata lasciando irrisolti i bisogni dell’ospedale non può attrarre adesioni, soprattutto da sinistra. Terni non merita questo. Le donne e gli uomini che hanno responsabilità di rappresentanza in questa città devono farsi un esame di coscienza perché la storia darà il suo giudizio. Esprimiamo il nostro sdegno e la solidarietà a quanti in consiglio debbono subire tutto ciò e al nostro consigliere Kenny che si è opposto. Ci riuniremo con i rappresentanti della minoranza per agire al più presto».
«Né disciplina né onore»
Per i parlamentari umbri del Pd Anna Ascani e Walter Verini «ogni giorno questo Bandecchi sembra toccare il fondo dell’arroganza, della violenza non solo verbale, della volgarità, del più becero maschilismo. E ogni giorno supera ogni limite. Un minimo di serietà lo porterebbe a lasciare quella carica alla quale è stato eletto e che ricopre senza né disciplina né onore. Se, come probabile, non lo farà, è evidente che la sua permanenza, quotidiana offesa alla città, alle tradizioni di civiltà di Terni e dell’Umbria, rappresenta un costante vilipendio all’istituzione. Continuiamo ad auspicare un intervento delle autorità prefettizie e del ministero dell’Interno».
Diotallevi (Azione Cattolica): «Solidali con chi è sentito colpito»
Il presidente dell’Azione Cattolica diocesana di Terni, Luca Diotallevi, afferma che «le parole fatte risuonare una volta di più in consiglio comunale dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, significano un certo modo di intendere la vita, le regole del civile consesso, la dignità della donna e se stessi. Averle dovute ascoltare è stato utile. Ci obbliga a dire che, come persone e come credenti, vorremmo prevalesse il modo opposto di intendere la vita, il civile consesso, la dignità della donna e se stessi. Ci sentiamo solidali con tutte coloro e con tutti coloro che si sono sentiti colpiti».
Le donne del Movimento 5 stelle Terni: «Cattiveria sessista gratuita»
«Stavolta sembrava andare tutto nel verso giusto. Un atto di indirizzo delle minoranze sul contrasto alla violenza di genere e poi l’approvazione quasi totale da parte dei consiglieri di maggioranza. Insomma qualcosa che potesse mettere d’accordo tutti. Invece ancora una volta l’intervento a sproposito e totalmente inopportuno del sindaco di Terni ha rimescolato le carte gettando la questione nel calderone della volgarità e della più totale nefandezza di contenuti e di forma. Noi donne del Movimento 5 stelle, quelli come Stefano Bandecchi che utilizzano costantemente il turpiloquio, infarciscono di violenza verbale ogni contraddittorio e manifestano una subcultura radicata a cui probabilmente per arroganza non hanno mai posto rimedio, non li guardiamo neanche. Se il sindaco avesse avuto un minimo di pudore o di rispetto nei confronti delle donne e di quel consiglio, non avrebbe dovuto neanche presentarsi in aula. Sono anni che Stefano Bandecchi dimostra in ogni sua uscita intolleranza, cattiveria sessista gratuita, una mentalità patriarcale della peggior specie e un’arroganza verbale che il più delle volte culmina nel silenziare la sua interlocutrice di turno solo perché la pensa diversamente. La coerenza è importante. E le parole sono importanti. Non creda il sindaco di Terni di parlare sempre ed esclusivamente con i suoi accoliti. Coloro che a prescindere prendono le sue difese senza considerare in alcun modo quanto ipocrita e vergognoso possa essere considerato il loro atteggiamento, in particolare le rappresentanti del genere femminile. Noi siamo profondamente preoccupate dall’atteggiamento sessista che spesso emerge nella nostra società ed alimenta disuguaglianze e pregiudizi, danneggiando non solo le donne ma anche gli uomini. Ci chiediamo e chiediamo al sindaco di Terni se è consapevole delle implicazioni negative che tale atteggiamento suscita. Alcuni comportamenti o commenti possono sembrare banali o innocenti, ma in realtà perpetuano stereotipi dannosi e contribuiscono ad una cultura che impedisce alle donne di raggiungere il loro potenziale. Eppure, crediamo ancora fermamente che sia nell’interesse generale promuovere l’uguaglianza di genere. È compito di tutti sfidare le idee radicate che vedono le donne come oggetto sessuale o come esseri inferiori agli uomini. Abbiamo sfide enormi che ci attendono e siamo ancora qui a difenderci da pregiudizi o stereotipi, mendicando dignità e rispetto. Il sindaco Bandecchi farebbe bene a tornare in sé, in nome di un’armonia generale di intenti almeno sui temi fondamentali della nostra società».
Rini e Cecconi (FdI): «Ennesima figuraccia»
«Il celodurismo – scrivono il coordinatore provinciale Alberto Rini e quello comunale Marco Cecconi – di un sindaco sempre più irrimediabilmente fuori controllo, Bandecchi fa fare a Terni l’ ennesima figuraccia, consegnando ancora una volta la città al disonore di una cronaca nazionale in cui tutti ì media stigmatizzano la cafonaggine sessista del suddetto. Mentre l’Italia si interroga sui possibili strumenti di una educazione sentimentale che rimetta al centro la sacralità della donna e il rispetto che le è dovuto, a Terni per colpa delle pagliacciate misogine di Bandecchi va in scena esattamente ciò che non si dovrebbe pensare mai (prima ancora che dirlo, figuriamoci farlo) nei confronti dell’universo femminile: con il risultato che persino Fiorello alle 7 del mattino prende in giro i ternani e il consiglio comunale è ridotto nostro malgrado ad un trivio. La misura è davvero colma: e nemmeno Bandecchi potrà fare affidamento su quell’immunità a cui si appella sfacciatamente nonostante l’enorme gravità delle sue affermazioni. Per molto meno, hanno pagato il giusto prezzo personaggi ben più autorevoli di lui».
Caterina Grechi, presidente Cpo Regione Umbria: «La violenza sulle donne nasce e cresce su radici culturali»
«Le parole e i toni utilizzati nel dibattito del consiglio comunale di Terni non corrispondono alla cultura della collettività Umbra tutta, laddove negli anni, con un costante lavoro di rete, sono state portate avanti campagne di sensibilizzazione, convegni, formazione, istituzioni di numeri di telefono di pronto intervento e aiuto, case rifugio, centri antiviolenza: tutte azioni mirate a ridurre il fenomeno della violenza di genere intesa in tutte le sue forme, stalking, violenza sessuale, violenza psicologica, abusi, mobbing, e abusi sui posti di lavoro», scrive la presidente del Centro regionale per le pari opportunità della Regione Umbria, Caterina Grechi. «In particolare occorre ribadire un concetto cruciale: la violenza sulle donne nasce e cresce su radici culturali e sociali precise, sulla pervasiva persistenza di stereotipi di genere che vanno prima di tutto riconosciuti per poi essere eradicati; stereotipi che serpeggiano nel nostro senso comune, nel nostro linguaggio e nelle nuove forme di comunicazione. In questo senso le recenti considerazioni del primo cittadino di Terni rappresentano, nella forma e nella sostanza, un luminoso esempio di ciò che si auspica possa cadere in disuso nei costumi, nella sensibilità e nel linguaggio, tanto più quello all’interno delle Istituzioni».
Fiorelli (M5s): «Dove sono Chiesa e Prefetto?»
Così Claudio Fiorelli, consigliere comunale ternano del Movimento 5 Stelle: Claudio Fiorelli (M5S Terni) su Bandecchi: «Il sindaco di Terni non distingue il suo ruolo istituzionale dalla mera chiacchiera da bar, dove pure le sue dichiarazioni sarebbero ritenute inaccettabili. Quanto successo lunedì nel consiglio comunale è l’ennesimo episodio inqualificabile. La normale dialettica politica ha ormai lasciato posto a una questione che sta diventando sociale. E allora mi chiedo dov’è il Prefetto di Terni che ancora non si è fatto sentire? Non è accettabile il silenzio dello Stato mentre tanti giovani assistono agli sproloqui del primo cittadino pensando che questa sia la normalità. E cosa la dice la Chiesa di questo continuo turpiloquio che incide pesantemente sulla vita della nostra comunità? Il punto – osserva Fiorelli – non è cosa pensa Stefano Bandecchi, ma la dicitura ‘sindaco di Terni’ che lo accompagna nelle ospitate televisive così come sugli articoli di stampa, nazionali e non solo. La misura è colma. Quello che dice Stefano Bandecchi riguarda tutti i ternani, quando parla da sindaco deve imparare a darsi un contegno ed esprimersi in modo istituzionale».
RC e Bella Ciao: «Città ridotta a teatrino»
Sul tema intervengono anche Rifondazione Comunista e Bella Ciao insieme al M5S: «Il silenzio del prefetto di Terni e del ministero degli Interni comincia ad essere non più sostenibile davanti a una città che vede commissariata la sua istituzione più importante. I comportamenti volgari e offensivi del sindaco Bandecchi, così come i suoi sproloqui, vengono dati quotidianamente in pasto ai cittadini, compresi quindi anche i giovani, che ormai pensano che tali atteggiamenti siano la normalità. Quello che è solo un fenomeno mediatico, ovvero la continua ricerca di visibilità da parte di Bandecchi pro domo sua, rischia di trasformarsi in una vera e propria questione sociale. Di fronte a quanto accade ogni giorno nella nostra città, riteniamo che ciascuno debba prendersi le sue responsabilità. A cominciare proprio dai rappresentanti dello Stato che dovrebbero stigmatizzare pubblicamente quanto accaduto e ristabilire l’ordine. Rifiutiamo categoricamente ogni tentativo di far passare per normale una situazione che, al netto dei contenuti, rappresenta una anomalia totale rispetto alla gestione dei consigli comunali. Dove le regole base del confronto civile vengono spesso disattese, rendendo impossibile portare avanti ogni discussione senza che questa si trasformi in una zuffa fatta di insulti, parolacce, offese personali e rivendicazioni. Ribadiamo che l’atteggiamento del sindaco non ci spaventa, perché è evidente che sia frutto di debolezza e incapacità. Quello che disturba è vedere che non si fa scrupolo di utilizzare Terni in maniera strumentale trasformandola nella barzelletta d’Italia per il suo tornaconto mediatico personale. Se Bandecchi avesse rispetto dei ternani e li considerasse persone con la schiena dritta, non si permetterebbe di utilizzare il consiglio comunale come un teatrino per finire sulle testate nazionali a supporto della sua carriera politica. Per quanto ci riguarda ribadiamo, oggi come ieri, la totale distanza da questa esperienza di governo come pure da quei soggetti che per piccole strategie personali non si fanno scrupolo di provare a rendere digeribile quello che digeribile non può essere. Siamo curiosi di vedere, da qui in avanti, chi ingoierà questo ennesimo boccone per fare accordi istituzionali e politici».