Un bando per affidare raccolta non viene reputato conveniente per le casse comunali, alcune piante poi sono ‘immerse’ nel traffico e ‘respirano’ ogni giorno micropolveri, piombo e inquinanti. Eppure c’è chi evidentemente si offre per recuperare i frutti degli ulivi che insistono su spazi pubblici e, in particolare, di proprietà comunale. Ma salvo accordi precedenti, ‘patti di collaborazione’ in alcuni casi, la raccolta è vietata ed ora c’è un’ordinanza del sindaco Leonardo Latini a sancirlo.
Cosa impone
L’ordinanza stabilisce «il divieto di raccogliere le olive da tutti gli alberi di proprietà comunale, fatta eccezione per i soggetti titolari, per specifiche aree, di contratti stipulati con l’amministrazione comunale, restando a carico di questi soggetti la verifica della qualità del prodotto raccolto». Un divieto esteso anche «ai soggetti titolari di contratti di sponsorizzazione, visto che la maggior parte degli alberi si trovano radicati in aree ad intenso traffico veicolare e non è nota la qualità delle olive presenti». Per chi trasgredisce è prevista la denuncia penale in base all’articolo 650.