Papigno e il problema acqua: «Il Comune se ne lava le mani»

Terni – L’associazione Papigno Pesche: «C’è da pregare che non si sviluppi alcun incendio. Chiediamo solo un po’ di attenzione»

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di Maria Cristina Garofalo
Presidente dell’associazione Papigno Pesche

Papigno, senz’acqua? Il Comune se ne lava le mani e nega incontro. Rendiamo nota la risposta giunta poco fa tramite Pec del Comune di Terni che dichiara la sua non competenza in materia.

PAPIGNO E L’ALLARME ACQUA

Solo per amore di chiarezza e trasparenza, rendiamo noto che, a seguito di una ulteriore richiesta scritta di incontro all’assessore ai lavori pubblici, ambiente e decoro urbano, verde pubblico, è giunta la risposta da parte del funzionario preposto. Risultando quantomeno ‘anomalo’ che scrivendo ad un assessore per un appuntamento risponda un dipendente.

Riportiamo le liquidatorie, laconiche e testuali parole –per altro prevedibili – con cui viene archiviata la vicenda acqua fluviale e sicurezza antincendio della popolazione di Papigno, riducendo il tutto ad un atto puramente burocratico e formale. Ma anche su questo ci sarebbe da ridire avendo fornito documenti di cui non c’è traccia di valutazione nella risposta.

«L’acquedotto di adduzione di acqua fluviale non risulterebbe nello stato di consistenza patrimoniale del Comune di Terni, essendo origianato da una derivazione di captazione di altri soggetti. Si potrà contattare la Regione per conoscere il soggetto obbligato per la concessione». Da questa sintetica e sibillina sentenza, che suona come un lavarsene le mani – mai termine fu più appropriato, trattando di acqua – si evince che il tutto pilatescamente passa ad altro ente che chissà quando e se, darà seguito alla cosa.

Nel frattempo l’estate e la siccità che da anni la caratterizza, avanza a passi da gigante e, a parte gli orti, c’è da pregare che non si sviluppi alcun incendio sennò, nel rispetto delle competenze istituzionali e del disinteresse dei politici in carica possiamo pure finire arrostiti o provare a spegnerlo con l’acqua potabile che poi verrà, come già accaduto, addebitata agli abitanti.

E dire che si richiedeva solo un po’ di attenzione, ascolto e disponibilità a trovare una soluzione ad un problema di cittadini che salgono all’attenzione dei politici solo in tempi elettorali.

L’interrogazione

Sul tema interviene anche il capogruppo Pd, Francesco Filipponi. Il rappresentante Dem evidenzia che alla missiva dei residenti il Comune ha risposto che «l’acquedotto di adduzione di acqua fluviale non risulterebbe nello stato di consistenza patrimoniale del Comune di Terni, essendo originato da una derivazione di captazione di altri soggetti. Si potrà contattare la Regione per conoscere il soggetto obbligato per la concessione». Dunque – la richiesta – «sarebbe stato necessario a nostro avviso coinvolgere gli altri enti interessati a partire dalla Regione, programmare una riunione e proporre soluzioni, invece che di fatto non risponde ai cittadini». L’interrogazione alla giunta ha l’obiettivo di sapere se «il problema verrà nuovamente valutato coinvolgendo gli altri
enti interessati a partire dalla Regione, programmando una riunione e proponendo soluzioni».

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