di S.F.
Il tempio crematorio di Terni lunedì – salvo ulteriori sorprese – sarà approvato dal consiglio comunale. Quantomeno la proposta di project della Altair Funeral srl per l’affidamento in concessione fino al 2049 in merito a progettazione, costruzione e gestione: da mercoledì è a disposizione la maxi documentazione tecnica preparata dalla società emiliana. Interessante in particolar modo lo studio di prefattibilità ambientale. Di seguito il link per visionare l’atto integrale con tanto di schema di convenzione impostato. Riportiamo alcuni stralci.
LA PROPOSTA DI PROJECT E GLI STUDI PRELIMINARI: IL DOCUMENTO DA 497 PAGINE
Bene, cosa dice in merito la Altair Funeral? In primis che le «nuove tecnologie permettono di costruire impianti crematori a basso impatto ambientale, abbassando i minimi di legge per la dispersione delle sostanze nocive in ambiente». Gli impianti di cremazione – si legge nella corposa documentazione – salme «non producono impatti ambientali importanti. Questa affermazione è immediatamente desumibile dal fatto che non esista una normativa ambientale specifica per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione e conduzione di un simile impianto». Con citazione del decreto legislativo 152 del 2006, vale a dire il Testo unico ambientale. «Questo, invece di semplificare le pratiche autorizzative, diviene spesso un limite anche se le esperienze accumulate nelle varie regioni italiane hanno ormai creato alcune metodologie d’approccio e operative collaudate e sicure». Quindi?
IL NUOVO RINVIO: BANDECCHI ‘CEDE‘ DOPO GLI ALLARMI PER L’ITER
Il soggetto proponente spiega che per procedere sarà necesssario acquisire l’Autorizzazione unica ambientale, come previsto dal già citato Tu del 2006: «Stabilisce che per tutti gli impianti che producono emissioni deve essere richiesta una autorizzazione prima della messa in funzione dell’impianto in oggetto». Per la Altair, in tal senso, un «accurato controllo del processo permetterà di garantire la completa ossidazione dei prodotti della combustione e di conseguenza l’assenza di fumo nero, di odori sgradevoli oltre che la massima riduzione di altre emissioni inquinanti». L’accensione dell’impianto avverrà utilizzando gas metano come combustibile per due bruciatori, «che possiedono in totale 600KW di potenza. L’impianto si considera pronto all’uso solo quando vengono raggiunti i 1000 °C nella prima camera e 850 °C nella camera di postcombustione». Emissioni gassose? «La concentrazione di inquinanti metallici ed acidi gassosi sarà ridotta per mezzo dell’impianto di trattamento dei gas di combustione. A puro titolo esemplificativo sarebbe spontaneo, in prima approssimazione, equipararli ad impianti di incenerimento rifiuti non pericolosi, ma non essendo ovviamente le salme dei rifiuti la normativa sulla gestione dei rifiuti non è applicabile ai forni crematori».
SETTEMBRE 2024, IL PROJECT TEMPIO RIVISTO: COSA CAMBIA, I DETTAGLI
LUGLIO 2024, LO STOP ALLA PROPOSTA: I MOTIVI
I principali inquinanti – sono elencati sempre nel medesimo documento – che potrebbero svilupparsi nella combustione del feretro e della salma sono polveri, monossido di carbonio, ossidi di azoto, biossido di azoto, acido cloridrico, metalli pesanti, diossine/furani e altri composti organici volatili. E i rifiuti? «La tipologia insediativa e la progettazione degli spazi esterni agevolano la logistica di un sistema di raccolta che preveda modalità di differenziazione del rifiuto alla fonte e la sua separazione per matrici omogenee anche con un ‘sistema porta a porta spinta’, a vantaggio della qualità delle frazioni recuperabili». Infine i rumori: «Sarà indispensabile mettere in atto delle procedure per assicurare nel corso dei lavori un limitato impatto acustico ed un bassa produzione di polveri». In particolar modo «limitare il generarsi di polveri con procedure di cantiere che prevedano di bagnare il terreno oggetto dei lavori periodicamente e ottimizzare la gestione del cantiere».