di S.F.

«Se da un lato la rielaborazione ha comportato una sostanziale flessione del valore complessivo del canone concessorio atteso, dall’altro lato la previsione di incremento delle scontistiche in favore della comunità ha determinato un valore totale degli sconti concessi circa 2,5 volte superiore alle stime iniziali». È uno dei passaggi della relazione tecnica a firma del funzionario con elevata qualificazione del Comune di Terni, Federico Nannurelli, in merito alla nuova proposta – c’era stato lo stop estivo del piano originario – di partenariato pubblico-privato per l’affidamento in concessione del tempio crematorio: l’atto con dati e numeri aggiornati arriva in commissione consiliare a poco più di settimana dall’invio da parte di Michele Marinelli, presidente della Altair Funeral srl.
GIUGNO 2024, IL PEF ORIGINARIO PER IL TEMPIO CREMATORIO

In sostanza la ditta bolognese è stata ricontattata per chiedere di revisionare il piano economico-finanziario originario per diverse ragioni, in primis per una rimodulazione del piano tariffario che «possa inquadrare le migliori politiche sociali ed economiche a beneficio degli utenti del territorio» e proporre «migliorie alternative alla proposta in relazione alla realizzazione della camera settoria dotata di celle frigorifere». Il terzo punto – a vuoto – è lo studio per sviluppare una linea di cremazione per gli animali d’affezione. Per ora non se ne parla, poi si vedrà. Bene, si parte dal dato principe: con la nuova rielaborazione il quadro economico di progetto sale di 250 mila euro per la realizzazione ex novo della camera settoria, mentre l’investimento generale per il project sale da 4,4 milioni a 4,6 milioni di euro.
LUGLIO 2024, LO STOP ALLA PROPOSTA: I MOTIVI

Novità anche per il bacino potenziale – di mezzo c’è il tasso rilevato da Utilitalia Sefit – con il passaggio da 813 a 959 cremazioni complessive di sole salme attese da Terni. Più quelle extra bacino. Risultato? Nel totale del periodo concessorio l’Altair mette nero su bianco che l’incremento generale previsto sale da 48.745 a 54.393. Un dato che si porta dietro un’altra conseguenza. Perché con l’aumento appena citato, la rimodulazione del quadro tariffario inferiore ai massimi ministeriali e soprattutto la «previsione di una forte riduzione tariffaria a beneficio della comunità residente», c’è una «una contrazione del valore economico della concessione stessa definito sulla base dei ricavi complessivi attesi». I ricavi scendono infatti dai precedenti 28,5 milioni a quota 25,7 milioni.

Di conseguenza nel nuovo project c’è stata la revisione dei costi gestionali ed un aggiornamento dei benefici previsti per il Comune di Terni. Tradotto? Scendono i benefici a vantaggio di palazzo Spada per il mantenimento del livello di equilibrio originario. D’altronde da qualche parte si deve ‘tagliare’ per avere la camera settoria e gli sconti per la comunità: «La previsione originale di un canone concessorio pari al 11% dei ricavi annui attesi con la previsione di un minimo garantito pari a 70 mila euro risulta incompatibile con la sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa stessa». C’è quindi la rideterminazione al 6,5% e, in termini generali, il canone atteso dal Comune passa da 3,1 a 1,6 milioni di euro nell’arco del periodo concessorio. Non è finita qua.

Gli aggiustamenti del piano comportano anche la riduzione del fatturato complessivo e, per non alterare l’equilibrio del project, è stato individuato anche un «differente inquadramento contrattuale per i futuri dipendenti della società concessionaria. In particolare, preservando le medesime ipotesi relative all’impostazione gestionale della dotazione organica in termini di livelli di efficienza e di numerica di operatori necessari al corretto funzionamento dell’impianto, si è ritenuto necessario modificare il contratto collettivo di riferimento passando dal Ccnl commercio/terziario al Ccnl pompe funebri», si legge nella relazione della società. Prevista la gratuità di un massimo di 15 cremazioni l’anno per soggetti indigenti che, eventualmente, indicherà il Comune.

Niente da fare invece per gli animali d’affezione. I motivi restano quelli del project originario: «Evidenziamo come l’investimento necessario sia significativo (circa 1 milione di euro) a fronte di una richiesta di servizio non ancora in grado di garantire le redditività attese per interventi di questa tipologia; l’impatto di un simile investimento nel Pef comporterebbe pertanto una importante diminuzione dell’entità del canone concessorio garantito all’Ente e la contrazione dell’investimento principale proposto». Semaforo rosso in questo caso.

Bene, che succede ora? In I e III commissione si discuterà del giudizio del responsabile unico di progetto del project proposto: «Si esprime parere istruttorio favorevole – mette nero su bianco Nannurelli – in ordine alla proposta correttiva formulata, tenendo conto degli indirizzi approvati con la delibera di consiglio comunale 137/2024, rimettendo la presente relazione alle competenti commissioni per quanto di competenza, al fine di poter arrivare all’approvazione di un provvedimento espresso di competenza dell’organo consiliare. Trattandosi di un supplemento, rispetto all’esame delle proposte originarie, il sottoscritto non ha ritenuto necessario il supporto di una commissione di esperti». Vedremo gli sviluppi.