Terni: «Qui sono cresciuto e ho scoperto l’Umbria, meravigliosa. Ora torno a casa»

La polizia Locale perde un giovane istruttore di vigilanza che, dopo le dimissioni, spiega ciò che è successo tra ringraziamenti e una ‘frecciatina’

Condividi questo articolo su

di S.F.

Poco meno di due anni di lavoro a Terni. Poi il ‘richiamo’ della sua terra e un’opportunità da cogliere al volo: accade così che la polizia Locale saluta uno dei più giovani istruttori di vigilanza – 30 anni compiuti a gennaio -, dimessosi a metà luglio per rientrare nella sua Campania. È lui stesso ad averci scritto in seguito all’articolo dello scorso 8 agosto.

LA POLIZIA LOCALE PERDE UN ALTRO ISTRUTTORE DI VIGILANZA

Una moto della polizia Locale

L’avventura ternana e l’elogio dell’Umbria

Dal 21 agosto per lui è iniziata la nuova vita lavorativa in Campania: «Dalla fine di dicembre del 2021 ho vissuto a Terni in quanto ho accettato la richiesta di assunzione a tempo indeterminato presso il Comando di polizia Locale. Tale richiesta fu trasmessa nell’arco di circa una settimana e, ovviamente, come potete ben capire, passare da un contratto precario ad una posizione fissa è una scelta vantaggiosa, ma quando c’è da abbandonare la propria terra natìa lontana centinaia di chilometri e quindi lontana da familiari e prossimi congiunti, improvvisamente durante le festività natalizie, diventa ardua la decisione. Alla fine, si fa la scelta migliore per il proprio futuro. In questi mesi ho lavorato garantendo e cercando di dare il massimo alle amministrazioni cui ho prestato servizio, prima con l’ex sindaco Latini, ora con l’attuale sindaco Bandecchi. Sono stati tempi – sottolinea – in cui è accresciuta la mia formazione professionale, grazie agli insegnamenti ricevuti dai miei superiori, e al supporto e sostegno dei colleghi del mio gruppo di lavoro. Tra l’altro, ho trovato modo di integrarmi, nonostante fossi solo e proveniente da una cultura diversa, ed è stato bello aver creato, in alcuni casi, dei forti rapporti d’amicizia nati sul luogo di lavoro. Inoltre, lavorare qui a Terni è stato un monito per conoscere il territorio qui attorno e scoprire l’Umbria, terra assai meravigliosa. Ma ad un certo punto della vita, come avvenuto a dicembre 2021, si presenta l’occasione: l’assunzione presso un ente nella stessa posizione (forse con qualche competenza aggiuntiva) a pochi chilometri dal mio paese natale. Ero stato chiamato in quanto presente su una graduatoria cui ero risultato idoneo a seguito di procedura concorsuale. Ciò significava per me ricongiungersi con i propri cari, e con la coniuge, residente ancora alla mia città d’origine. E sapevo che rappresentava un’occasione da prendere al volo, perché sono quelle proposte che vengono una volta ogni chissà quanti anni, soprattutto quando dalle mie parti è più unico che raro che ciò accada».

La graduatoria del concorso 2022

Le dimissioni e il ‘sassolino’

Si arriva alle ultime settimane: «A tal proposito, ricevo la comunicazione nel mese di luglio 2023, precisamente il 18. All’interno dell’area ove lavoravo, avevo già avvertito di un possibile trasferimento per neo assunzione, e difatti, concordato con il Comando, ho garantito la presenza per i giorni restanti e usufruendo delle ferie quale ‘diritto insindacabile del lavoratore’, come sancito dal Tupi e dagli svariati Ccnl, nonostante fossi in una situazione di giusta causa. Nel frattempo, ho presentato le dimissioni a far data dal 19 luglio 2023 (come protocollato al Comune di Terni), precisando che l’ente ove mi sarei trasferito necessitava di richiesta urgente di personale; svariate sentenze della Corte di cassazione sostengono che vige un meccanismo di sussidarietà tra gli enti locali, in virtù del fatto che in casi di urgenza le dimissioni possono essere di giusta causa, oltre al fatto che si tratterebbe di un ricongiungimento coniugale (come detto sopra). Dopo circa 13 giorni vengo avvertito telefonicamente da numero privato da impiegati dell’ufficio personale di palazzo Spada che è giunto un nuovo direttore generale che non ne vuol sapere di ferie e di ‘danni erariali’; per cui tentano di indurre a revocare le ferie (senza definire le motivazioni) e a vedermi detratto parte dello stipendio se non lavoro fino ai 30 giorni successivi al 1 agosto. Ovviamente, replico sostenendo che altri ragazzi (i quali erano entrati in servizio con me nello stesso periodo) avevano goduto di un periodo di ferie nel periodo di dimissioni (con e senza giusta causa) e che non mi è stata data motivazione valida. Inoltre, nella conversazione telefonica, affermo che l’Aran, secondo l’orientamento Ral 1678 ‘l’ente può rinunciare all’indennità del preavviso, soprattutto nei casi di giusta causa’. Tuttavia, ad oggi, nulla mi è stato richiesto, o spiegato, in forma scritta. Resta solo confermato il mio periodo di ferie che avrei regalato al Comune di Terni e resta la presa d’atto del direttore generale che giunge a me tramite articolo di giornale di questa redazione. È assurdo che chi percepisce circa 200 mila euro l’anno decida sul detrarre 750 euro circa da chi vuole avvicinarsi alla propria terra d’origine. Se sono il quarto a dimettersi, un motivo ci sarà». Nel contempo dalla scorsa settimana sono attivi due nuovi agenti – uomini – a tempo determinato, gli unici che hanno accettato la chiamata da palazzo Spada. Ne erano previste nove di assunzioni.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli