Terni, riecco gli aumenti cimiteriali: «Continuate a sbagliare»

Imprese del settore sul piede di guerra: «Il Comune sbaglia nel metodo e nel merito a danno dei cittadini. Zero progetti»

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C’è forte malumore fra le imprese funebri del territorio a seguito della decisione del Comune di emettere una nuova delibera di giunta (LEGGI IL .PDF) in merito alla revisione delle tariffe cimiteriali, dopo quella – la numero 61‘cassata’ dopo le polemiche sugli aumenti indiscriminati. Incrementi tariffari che vengono in parte ribaditi anche nel nuovo provvedimento. Ma le critiche delle imprese riguardano tanto il metodo che il merito della decisione.

Le critiche

«Troviamo istituzionalmente scorretta e grave – affermano – la non convocazione da parte del sindaco e dell’amministrazione comunale rispetto a una richiesta di incontro, fatta pervenire la scorsa settimana, in cui avevamo espresso la disponibilità reale e fattuale a riflettere su soluzioni condivise nell’interesse della città. Cosa che non è avvenuta: è stata revocata la delibera 61 e, senza confronto, ne è stata fatta un’altra. Vogliamo sapere chi sono i ‘cattivi consiglieri’ del sindaco sulla tematica delle tariffe cimiteriali e sul metodo che ha visto esclusi dal confronti 33 imprenditori del territorio. In questo senso l’amministrazione si sta dimostrando miope e completamente mancante di una progettualità».

«Si aumentano le tariffe ma non si parla di progetti»

Poi le domande delle imprese: «Perché non si parla più del tempio crematorio nella città di Terni, a fronte di una richiesta aumentata del 30% nell’ultimo anno e di una struttura che, ad esempio, al Comune di Viterbo consente di incassare 4,5 milioni di euro con un’utenza che abbraccia ampia parte del centro Italia? Perché non si parla più di recupero e ripatrimonializzazione dell’edilizia cimiteriale in stato di abbandono? Con quale coraggio il sindaco parla di ‘rinascimento’ della città? Passata la ‘sbornia’ della promozione della Ternana Calcio in serie B, il primo cittadino torni alla realtà dei fatti e ponga in essere le condizioni reali perché si possano trovare soluzioni condivise con tutti i soggetti in campo, nell’interesse dei cittadini. Fermo restando  – concludono le imprese – che si valuta inoltre sempre l’ipotesi del ricorso alla giustizia amministrativa contro l’ultima delibera licenziata dall’amministrazione comunale».

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