«Una puzza insopportabile di pesce andato a male». Accade nella zona industriale e commerciale di Sabbione circostante il Tubificio di Terni. Compresa fra il canale di Recentino, il fiume Nera e il carcere di vocabolo Sabbione. Un problema che va avanti da qualche mese e che è già finito all’attenzione di Arpa Umbra. Ma alla segnalazione – verbalizzata da tre imprenditori della zona – non ha fatto seguito alcuna azione concreta e soprattutto alcun miglioramento.
La protesta
Sul piede di guerra ci sono in realtà diversi fra imprenditori, lavoratori, persone che frequentano la zona commerciale e industriale in questione. Che da diverso tempo, a fasi alterne nel corso della stessa giornata e della settimana, si trovano a dover fare i conti con un fenomeno che definiscono «disgustoso», ovvero quell’odore di pesce avariato che i segnalatori – come lo stesso verbale riporta – riconducono ad un’impresa che, posta nella mangimificio della ex Novelli, oggi produrrebbe mangime per allevamenti ittici utilizzando farine di pesce.
«Pronti a compiere altri passi»
L’Arpa – dopo un iniziale rimpallo di competenze con la polizia Locale – era stata interessata del problema lo scorso marzo ed ai tecnici e addetti dell’Agenzia ambientale, era stato riferito anche l’andamento non proprio costante delle puzze, che crescerebbero in alcuni giorni della settimana ed in determinati orari, rendendo l’aria irrespirabile. «Si tratta di un fastidio con cui è difficile fare i conti – dice un gruppo di imprenditori della zona – che crea disagio, nausea, disgusto. Se le segnalazioni finora non hanno prodotto esiti, siamo pronti ad intraprendere altri passi sul piano legale. Fra l’altro quando queste puzze ci invadono, le segnaliamo all’azienda in questione e la situazione sembra migliorare, segno che forse qualche azione può essere fatta, salvo poi tornare la stessa di prima dopo un po’».
