Terni, scarcerata la mamma-omicida: domiciliari in una struttura di recupero

La 28enne Giorgia Guglielmi – condannata a 16 anni – lascia Capanne e va in provincia di Roma. Lo ha deciso il tribunale del Riesame

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Esce dal carcere di Perugia-Capanne, dopo oltre un anno, ed entra – in regime di arresti domiciliari – in una comunità protetta di Morlupo, in provincia di Roma. Questa la decisione assunta dal tribunale del Riesame di Perugia, presieduto da Giuseppe Narducci, in merito a Giorgia Guglielmi, la 28enne di Terni condannata a 16 anni di reclusione, lo scorso 23 ottobre, per l’omicidio del piccolo che aveva dato alla luce e poi abbandonato nel parcheggio di un supermercato di borgo Rivo a Terni – era il 2 agosto del 2018 – dove era poi morto per la mancanza delle minime cure necessarie.

La decisione

Il tribunale del Riesame ha accolto l’appello presentato dagli avvocati della donna – Alessio Pressi ed Attilio Biancifiori – rispetto al ‘no’ del gip di Terni che lo scorso 8 agosto aveva negato la scarcerazione, e quindi l’applicazione di una misura cautelare meno afflittiva. Al Riesame i legali avevano chiesto di rivisitare quella ordinanza che, secondo loro, non aveva preso in esame il programma specifico di riabilitazione della Guglielmi, relativo alla permanenza presso la struttura di Morlupo, né il fatto che avesse già trascorso del tempo con la figlia – che ha 3 anni – presso la Caritas di Perugia in occasione delle ultime festività natalizie e pasquali.

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Il commento

Secondo l’avvocato Pressi, «si tratta di un ottimo risultato sul piano difensivo che riconosce come la Guglielmi non sia socialmente pericolosa. Al tempo stesso non sussiste alcun pericolo di fuga per una donna dai trascorsi sociali e familiari tutt’altro che semplici e che ha compiuto un gesto disperato per il quale è stata condannata in prima istanza». Sulla stessa linea di soddisfazione l’avvocato Biancifiori: «La storia di questa ragazza trova finalmente una comprensione diversa da quella che finora gli è stata riservata. Si tratta di una vicenda pietosa da ogni punto di vista, dove ci sono indubbie responsabilità, ma in cui è presente anche una dimensione umana di abbandono. Il Riesame in questo senso ha dato un segnale di recupero alla vita che, speriamo, venga sviluppato nel merito anche dal giudizio d’appello». Per i 16 anni di reclusione inflitti con rito abbreviato dal gip di Terni, che ha confermato l’ipotesi di omicidio volontario, i legali della 28enne presenteranno – una volta disponibili le motivazioni della sentenza – appello di fronte alla corte perugina competente.

Gli avvocati Attilio Biancifiori e Alessio Pressi

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