Terni, sindaco-M5S: duello rusticano

Di Girolamo: «Polemiche di bassissimo profilo. M5S a corto di argomentazioni». De Luca: «Vogliamo sapere i nomi di chi ha finanziato la sua campagna elettorale»

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Adesso i toni si alzano e dalla polemica sui compensi di sindaco e assessori – sollevata in consiglio comunale, a Terni, dal Movimento 5 Stelle e alimentata da Enrico Melasecche (I Love Terni) – si passa ad altro. E la cosa rischia di prendere una brutta piega.

Il sindaco Sulle prese di posizione del Movimento 5 Stelle, il sindaco Leopoldo Di Girolamo aveva detto la sua attraverso il sito istituzionale del Comune: «Abbaiato alla luna sul tema della coltivazioni sui presunti terreni contaminati e sui cartelli per l’elettromagnetismo, i Cinque stelle sono tornati a un tema che sembravano aver accantonato e che ora rispolverano perché evidentemente sono a corto di argomentazioni, quello dei costi della politica».

Il compenso Su questo argomento, dice Di Girolamo, «ci vuole un bel po’ di coraggio ad attaccare il sottoscritto, in quanto tutti sanno che percepisco dal Comune di Terni una busta paga con scritto zero euro, per una indennità mensile lorda di 544 euro, al netto 311,36 euro, una cifra che mi viene ritenuta alla fonte e devoluta interamente al partito. Faccio presente al Ms5 che, tanto per rimanere nella loro orbita politica, il sindaco di Parma ha una competenza lorda (da busta paga ottobre 2015) pari a 5 mila 466,18 euro, netti 3.208,7 euro; il sindaco di Livorno ha una indennità mensile di 7.097,67 lorde per il 2015, mentre per il 2014 sfiorava gli 8 mila lordi. Invito dunque i consiglieri grillini di Terni, invece di concentrarsi sul sottoscritto, di agire su Pizzarotti e Nogarin affinché un bel po’ di denaro pubblico sia risparmiato».

La giunta Il sindaco prosegue: «Detto del sottoscritto, non vedo alcuno scandalo neanche sulla mia giunta. La busta paga del vicesindaco del Comune di Terni (novembre 2015) è di 2.486 euro nette, 4099,64 lorde, a Livorno avrebbe almeno mille euro in più, considerando che quell’amministratore ha anche deciso di non ridursi l’indennità. Il vicesindaco di Terni devolve, inoltre, mediamente 400 euro al mese al suo partito. Gli assessori del Comune di Terni hanno retribuzioni differenziate, nel senso che ho dato loro autonomia nel determinarsi, sempre stando nei limiti di legge, l’indennità tenendo conto della situazione professionale, reddituale e familiare. Tutti gli assessori del Comune di Terni hanno comunque subito le riduzioni normative degli emolumenti, pari al 10%. Tre di essi hanno uno stipendio lordo di 3.279 euro che al netto fanno 2.286, se poi consideriamo il versamento al partito si scende sotto i 2 mila euro. Altri tre assessori – i liberi professionisti – hanno una indennità lorda di 2 mila 951 euro che si attesta a 2.100 euro netti. Un assessore percepisce mille euro a fronte di una indennità lorda di 1.639 euro».

«Nessuno scandalo» Si tratta di cifre, spiega Di Girolamo, «in linea o, in diversi casi, inferiori a Parma e Livorno, sicuramente si tratta di cifre del tutto eque per una attività che richiede tempo ed assunzioni di responsabilità rilevanti, sia sotto il profilo penale e civile, tant’è che numerosi assessori del comune di Terni hanno deciso di attivare una assicurazione, con importi variabili ma comunque non irrisori. Non è prevista infine la tredicesima mensilità. Francamente non vedo come si possa gridare allo scandalo, se non per agitare la bandiera della demagogia di banalissimo ascolto. Cosa ben diversa è approfondire i temi di governo, ad iniziare da quelli delle risorse a disposizione. Ebbene, pur avendo rinunciato di fatto alla mia indennità, sono della convinzione che i costi della politica in un comune come Terni o di analoghe dimensioni siano marginali rispetto all’ammontare di bilancio, ma che siano importanti per dare un segnale di attenzione, di gestione oculata delle risorse pubbliche. Ebbene per il bilancio di previsione 2016, se dovesse essere necessario, sono disponibilissimo ad un ulteriore approfondimento dei costi della politica, chiaramente insieme al consiglio comunale e a tutte le sue articolazioni. Auspico di trovare, almeno in questa occasione, la disponibilità di tutti i gruppi consiliari e di tutte le forze politiche».

De Luca Il consigliere comunale – e attuale capogruppo – del Movimento 5 Stelle non ha fatto passare troppo tempo e, in una violentissima ‘lettera aperta’ indirizzata al sindaco Di Girolamo, ribadisce le richieste e rincara la dose: «“Felice chi è diverso essendo egli diverso ma guai a chi è diverso essendo egli comune”, è forse per questo, dottor Di Girolamo – sordisce De Luca – che nella sua risposta scomposta riguardo all’annunciato, ma mai avvenuto taglio delle indennità degli assessori, lei ha saputo dirci più di quanto ci aspettavamo. Non è certo un sacrificio immane rinunciare all’indennità da sindaco quando si ha un reddito complessivo lordo di 128.768 euro, proveniente dai vitalizi maturati nei brevi termini della sua attività di parlamentare e da uno stipendio da medico percepito nella sua integrità, nonostante un’attività che esercita per forza di cose a dir poco a ‘tempo parziale’. Perché non consentire ad un giovane medico di esercitare un’attività a tempo pieno? Non è sufficiente il privilegio di un vitalizio da parlamentare? Rinunciare all’indennità di Sindaco che avrebbe portato il suo reddito a sfiorare i 200.000 euro è un atto dovuto di fronte alla sofferenza di una città e di un paese che già è costretto a mantenere privilegi insostenibili come quelli dei vitalizi ai parlamentari. Rinunci quindi al vitalizio e prenda invece ciò che è giusto per il suo mandato da sindaco. Rinunci al vitalizio smettendo di gravare sulla collettività alla fine di questa consiliatura».

I soldi Poi De Luca sposta il tiro: «Lei – dice a Di Girolamo – afferma che la vice sindaco Francesca Malafoglia, versa mediamente ogni mese 400 euro al suo Partito. La dottoressa Malafoglia è stata eletta nelle file di ‘Sinistra per Terni’, lista ‘civica’ che oggi non ha più nulla a che vedere con il partito di Sinistra Ecologia e Libertà, anche in base alle ultime dichiarazioni pubbliche dello stesso partito. Ci piacerebbe sapere quindi se i 6.800 euro, versati nei 17 mesi di consiliatura sono stati erogati nelle casse di ‘Sinistra per Terni’, e ovviamente sapere quanti iscritti vanta questo ‘Partito’ che non esiste».

Altra polemica Rivolgendosi direttamente al sindaco, quindi, Thomas De Luca insiste: «Lei non è in grado di metterci la faccia dicendo ai lavoratori Isrim che sono in mezzo ad una strada, non è in grado di metterci la faccia dicendo ai cittadini ternani che per anni potrebbero aver mangiato ortaggi provenienti da discariche industriali.
E’ invece in grado di pronunciarsi con estrema fermezza solo quando c’è da difendere quatro assessori, che non tagliando le loro indennità disattendono ad una promessa fatta dinanzi ad una città che urla di sofferenza. Mai come ora che si parla di soldi l’abbiamo visto così tenace ed energico, mai neanche di fronte ai fatti che hanno segnato, pezzo dopo pezzo, la perdità della dignità di questa città. Lei dottore, che solo un anno fa affermava “non esiste alcuno studio che metta in relazione l’inquinamento con le patologie tumorali”, che solo un anno fa negava la presenza di una contaminazione diffusa nella catena alimentare da Pcb e diossine, salvo poi darsi alla faccia umana del negazionismo ambientale, quella dei cartelli da quattro ore al giorno di elettrosmog».

Attacco diretto Prima di mettere piede a Palazzo Spada, conclude il consigliere del M5S con un attacco personale durissimo al sindaco, «avevo la convinzione che fosse una persona corretta, troppo spesso obbligata a seguire ordini di partito, contraddistinto dall’incapacità di dire no. Oggi ammetto di aver sbagliato, entrando in consiglio ho potuto constatare con i miei occhi che lei è invece il fulcro centrale del sistema politico di questa città, il cerimoniere che determina l’equilibrio della traballante struttura delle correnti del Partito Democratico, sulla pelle della città. Noi vogliamo sapere chi sono i suoi grandi elettori, vogliamo sapere i nomi di chi ha finanziato la sua campagna elettorale. Noi vogliamo sapere le posizioni contributive dei suoi assessori a distanza di un anno, ante e post nomina, dato richiesto da giorni in commissione e mai fornito. Ma lei Sindaco è una tigre di carta e noi non abbiamo di certo paura del confronto sui temi prioritari per questa città come la salute, il lavoro, l’istruzione, la cultura, l’accessibilità, i diritti, la competitività delle imprese. Noi la invitiamo ad un confronto pubblico, senza i lacci e lacciuoli dei tempi della discussione consiliare, magari in televisione in cui possa finalmente mettere la sua faccia di fronte all’abisso in cui state trascinando la nostra città».

Sindaco deciso Leopoldo Di Girolamo non ci sta e replica subito: «Sono pronto – scrive sul sito del Comune di Terni – al confronto sui temi del governo della città perché questo è utile a Terni, le polemiche di bassissimo profilo sulle persone non servono a nulla. Sono perdita di tempo, sono la politica nella sua versione sterile, quella che non si confronta sui progetti, sulle cose da fare, sulla strada da intraprendere, ma sulle piccole beghe e sugli attacchi strumentali alle persone. Confrontiamoci sul futuro di Terni, sul tema delle risorse, della salute pubblica, delle azioni di governo da intraprendere, non perdiamoci in questioni sterili, dettate da scontri personali che servono solo a demonizzare gli avversari politici e che sono sempre meno apprezzati dai cittadini. Sono pronto a metterci la faccia come sempre, come ho fatto sulle vicende dell’Ast, dell’ambiente, delle infrastrutture, della coesione sociale, anche quando metterci la faccia non era facile. E’ troppo facile gridare ogni giorno al disastro ambientale, al complotto, all’affarismo. E’ questo il modo di affrontare i problemi? Può essere questa la proposta di governo per una città di oltre 100 mila abitanti che ha un ruolo rilevante nel tessuto economico e produttivo del Paese?».

«Politica è servizio» Il sindaco insiste: «Alla ennesima pioggia di accuse che si riversano sulla mia persona rispondo che i Cinque Stelle sono prontissimi a puntare il dito su di me, sono meno pronti a parlare di casa loro. Sto ancora aspettando che dicano qualcosa sui sindaci di Parma e Livorno, le cui indennità sono tutt’altro che zero. Nel merito dico solo che ho vissuto sempre del mio lavoro, ho studiato, mi sono impegnato, ho sempre fatto il medico di famiglia esclusivamente per miei meriti e per la fiducia che mi danno i miei pazienti. Sono stato l’unico parlamentare che si è dimesso, rinunciando a 4 anni di mandato, per fare il sindaco, in un impegno non facile dato il periodo di crisi che stanno vivendo gli enti locali. Percepisco un vitalizio come tutti gli ex parlamentari della Repubblica avendo continuato a versare, al momento delle mie dimissioni, la contribuzione volontaria. Dal 2011 ho rinunciato all’indennità da sindaco e sono stato sempre attentissimo ad ogni spesa. Faccio il presidente della provincia a zero indennità. Questi sono elementi oggettivi, in una dimensione della politica che, rivendico con orgoglio, è prima di tutto servizio».

De Luca non molla Il capogruppo del M5S cotroreplica: «Prendendo in prestito un vecchio aforisma di Pietro Nenni “le idee camminano sulle gambe delle persone” e le questioni personali sono anche questioni politiche. So dottore che con difficoltà digerisce il tema del conflitto d’interessi, ma conoscere chi ha finanziato la sua campagna elettorale non è una questione personale è una imprescindibilmente politica. Conoscere se uno dei suoi assessori ha cambiato posizione contributiva prima o dopo la nomina è una questione politica. La palla va giocata qui nel nostro palazzo, a casa nostra non altrove. Senza trasparenza, senza pulizia non andiamo da nessuna parte. Il confronto sui temi noi lo abbiamo sempre strappato con le unghie e con i denti di fronte ad un muro di gomma fatto dai suoi sordi silenzi. Risuona ancora nella sala consiliare l’urlo dei cittadini che chiedevano il diritto alla salute e che hanno ricevuto la porta in faccia, oggi un anno dopo niente è cambiato».

Le risposte Meno di un anno fa, dice De Luca, «cantavate vittoria per l’accordo Thyssen, oggi sempre di più si sente il suono greve dello scricchiolio della fabbrica, in una totale assenza di alternative e con atteggiamenti da supercarcere nei confronti dei lavoratori su cui tutti tacciono. Solo nello scorso consiglio avete nuovamente sbattuto in faccia la porta alla nostra richiesta di estirpare qualsiasi infiltrazione delle organizzazioni mafiose nella nostra città. L’unico approccio è quello di negare, negare, negare. Il confronto lei non lo ha rifiutato a noi ma ai cittadini. Laddove lei vede il complotto, noi rispondiamo con informazione, dati, trasparenza, approccio scientifico e partecipazione. Ora alle domande che noi abbiamo posto lei deve avere il coraggio di rispondere ai cittadini, non a noi nelle nascoste stanze di Palazzo Spada».

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