Terni: «Assessori, vogliamo la verità»

Dopo l’accusa del M5S sul mancato taglio del 10%, affondo di Enrico Melasecche (IlT): «Quanto ci costano in contributi?»

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A sollevare il caso erano stati i consiglieri comunali di Terni del Movimento 5 Stelle, denunciando che alcuni assessori non avevano provveduto all’autoridizione del 10% della propria indennità, come fatto da altri. Ma adesso la facenda promette scintille.

L’attacco «Martedì mattina, in Terza Commissione – dice Enrico Melasecche (I Love Terni) – abbiamo chiesto di capire come fosse motivato l’incremento di spesa di varie voci previsto nell’assestamento di bilancio di fine novembre, a favore dei contributi previdenziali degli assessori e delle indennità mensili degli stessi. L’assessore Piacenti ha fornito solo e soltanto quattro cifre, peraltro già note, relativamente alle sole indennità percepite da lui stesso e dagli assessori, che certificano quanto fossero ingannevoli le dichiarazioni dello stesso sindaco in merito alla riduzione del 10% dell’indennità dei membri di giunta, tenuto conto che alcuni fra questi si sono ben guardati dall’aderire a quella che appariva ed era una decisione politica forte».

«Mancano i dettagli» Quella ternana, secondo Melasecche, è «una giunta quindi a ‘geometria di portafoglio variabile’, con la particolarità che l’altra voce su cui abbiamo chiesto dati precisi e di dettaglio, quella dei contributi previdenziali, rimane al momento misteriosa. La pervicacia nel negare, negare, negare appare degna di miglior causa in ragione del fatto che tali contributi, pagati dai cittadini di Terni, debbono essere nel dettaglio dagli stessi serenamente conosciuti. Quindi chiediamo personalmente al Sindaco che risponda alla necessità di trasparenza trasmettendo immediatamente al consiglio, tenuto conto che alla Terza Commissione ciò è stato negato, i dati lavorativi ed economici di ogni assessore: datore di lavoro, posizione ed inquadramento professionale precedente e successivo alla entrata in giunta, data dalla quale l’attuale posizione professionale è stata acquisita con la relativa retribuzione, infine contributi previdenziali fin qui pagati dal Comune».

«Segreto di stato» Poi il consigliere comunale di minoranza insiste: «Se non ci sono situazioni politicamente impresentabili non si vede la ragione di mantenere il ‘segreto di stato’ su dettagli che ogni assessore, sua sponte, avrebbe da tempo dovuto fornire. Abbiamo chiesto ad ogni buon conto l’accesso agli atti di tutta la documentazione fornita dagli assessori al Comune in merito alla propria posizione lavorativa e che va ad incidere su indennità
percepita (ridotta o meno della dichiarata riduzione del 10%), sui contributi previdenziali, in definitiva sui costi a carico dell’ente».

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