Aggiornamento
«Ad oggi, e siamo a martedì 30 maggio, nulla si è mosso – afferma il 43enne – e nessun segnale viene dalle istituzioni e dagli organi preposti. L’unica cosa reale è che non ce la facciamo più e la situazione si va facendo sempre più difficile per noi, per la mia famiglia. Quello che chiediamo è che qualcuno ci ascolti e aiuti».
«Dopo l’interrogazione del consigliere regionale Thomas De Luca (M5s), che ringraziamo per l’interessamento, abbiamo appreso dall’assessore regionale Enrico Melasecche che sono disponibili, a Terni, diversi alloggi popolari. Chi deve, allora, si attivi. Perché non ce la facciamo più».
A parlare è un padre di famiglia di 43 anni, la cui vicenda era stata raccontata nei giorni scorsi dal quotidiano ‘Il Messaggero’. Vive a Terni insieme alla moglie ed ai tre figli, uno dei quali invalido grave. «La situazione è pesante – racconta – perché anche io sono invalido a causa dei problemi di deambulazione che mi impediscono anche di lavorare. La mia invalidità è del 95% ma sono in causa con l’Inps perché mi venga riconosciuto il 100%». Sul piano economico, basta parlare di cifre per rendersi conto della situazione: «Io percepisco 324 euro al mese di invalidità e basta. Mia moglie, impiegata, intorno agli 800 euro a seguito del sovraindebitamento. Fino al 2017 ho lavorato come cuoco, poi non ce l’ho più fatta e da tempo siamo costretti ad arrangiarci come possiamo».
Le spese? Insostenibili o quasi: 500 euro di affitto, questo mese 330 euro di bollette, altre spese correnti che si abbattono ogni mese su un bilancio familiare risicato. «In passato abbiamo parlato con il Comune di Terni che ci aveva detto che le abitazioni c’erano ma erano troppo piccole per noi. Ad un’altra famiglia hanno detto il contario. Nel frattempo la graduatoria comunale è scaduta lo scorso 31 dicembre e lo stesso consigliere De Luca si è attivato per evitare di dover ricominciare, noi come altri, la trafila del bando e tutto il resto. Chiediamo un alloggio popolare, a costi contenuti, perché non ce la facciamo davvero ad andare avanti. E i rimpalli di responsabilità fra enti che non dialogano, sono l’ultima cosa che vorremmo. I cittadini chiedono fatti e azioni, quelle ci aspettiamo per poter tornare a respirare».