Terni senza mattatoio: mirino su Regione e ‘studio’ congiunto

Nessuna soluzione in vista in tempi brevi: la città è senza struttura da mesi dopo la demolizione al Foro Boario

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di S.F.

«L’amministrazione ritiene importante per lo sviluppo di tutto il territorio la ricollocazione del mattatoio e pone la questione al centro di un dialogo con la Regione partendo dal dato della rilevanza di una struttura a servizio di tutto il bacino dell’Umbria del sud». Lo mette nero su bianco l’esecutivo Latini in riferimento alla mancanza dell’attività dopo la demolizione al Foro Boario per la realizzazione del palaTerni: un problema che si protrae da mesi e che al momento non vede una soluzione in vista. Un percorso tutto da decifrare.

OTTOBRE 2020, DEMOLIZIONE SPEDITA AL FORO BOARIO
AGOSTO 2020, SI FERMA LA MACELLAZIONE. NIENTE NUOVA STRUTTURA

La disposizione dei lotti in strada di Tavernolo. A destra il mattatoio

Si guarda alla Regione

Il nuovo mattatoio – ed il mercato ortofrutticolo – sarebbero dovuti sorgere a pochi passi dal centro di finitura Ast, in strada di Tavernolo. Niente da fare: bandi deserti e stop dell’amministrazione rispetto al piano originario, con demolizione ultimata nell’ultima parte del 2020. Un discreto guaio: «L’interlocuzione con la Regione – si legge nel Documento unico di programmazione 2021-2023 – come condivisione e presa in carico comune di una necessità sentita in maniera particolare da tutta la provincia di Terni, ma che va ricondotta alla dimensione extraprovinciale per trovare una soluzione che possa colmare una lacuna e contribuire al rilancio di un settore fondamentale dell’economia». Come? Attraverso uno studio, l’implementazione e l’attuazione di un percorso amministrativo «finalizzato a ridare a Terni una realtà produttiva a servizio degli allevatori del comprensorio». Le tempistiche sono tutt’altro che brevi.

IL COMUNE: «MANIFESTO DISINTERESSE». NIENTE PROGETTAZIONE

La zona individuata per il mattatoio e il mercato

Le modalità

Si parla di possibilità di project financing, adesione a consorzi, gara ad evidenza pubblica o l’appoggio a società in house (già è accaduto con TerniReti negli ultimi mesi di vita della struttura al Foro Boario): «La soluzione – viene specificato – potrà essere vagliata con studio congiunto con l’università, società partecipate, partner pubblici e privati. Si tiene conto della necessità di garantire un servizio comunale fondamentale per un territorio ricco di allevamenti e di animali selvatici, riducendone lo stress da trasporto in altri territori». In definitiva l’obiettivo è far ‘rivivere’ il mattatoio anche grazie «all’impegno e alla volontà di altre amministrazioni pubbliche al fine di renderla l’unica struttura pubblica di questo tipo in tutta la provincia e conforme alle normative comunitarie». Facile a scriverlo, più complicato a concretizzare. D’altronde era noto che il problema si sarebbe creato. E siamo quasi a metà 2021.

FEBBRAIO 2020, LA GARA VA DESERTA

Intanto l’area Paip resta bloccata

Il mattatoio è inserito giocoforza anche nel rinnovato piano nell’ambito delle aree Peep e Paip. Se ne parla per località Pantano – come detto in strada di Tavernolo – e la superficie complessiva da 9.000 metri quadrati dal valore di 585 mila euro: il Comune non incasserà nulla qui perché, appunto, il lotto è già individuato da dieci anni proprio per la nuova struttura. Dunque 0 euro previsti dal 2021 al 2023. Palla in mano in particolar modo all’assessore all’assessore Stefano Fatale, titolare delle deleghe allo sviluppo economico e all’agricoltura.

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