Terni: si denuda e fa i bisogni davanti alle vetrine di corso Tacito. «Degrado senza fine»

Video – Scena ributtante lunedì in pieno centro storico. Il problema è complesso e abbraccia anche altre zone vicine

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Il video, datato lunedì 29 agosto, è oggettivamente ributtante: il focus è su una donna piuttosto giovane, in piedi di fronte alle panchine di corso Tacito, quelle poste sotto gli alberi di fronte a largo Elia Rossi Passavanti. Sta insieme ad altre persone poi si scosta leggermente, si cala i pantaloni, si accuccia e fa i propri bisogni in strada. Di fronte ai passanti, alle vetrine dei negozi, nel cuore del centro storico di Terni. Incurante di tutto. Una volta finito, si rialza in piedi come nulla fosse, e via.


Quello immortalato dalla telecamera di uno dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona – e che vi proponiamo qui parzialmente censurato – è un video che testimonia, in maniera plastica e cruda, la situazione che quasi ogni giorno si trovano a vivere negozianti e fruitori del centro di Terni. Perché quelle panchine sono da tempo un ritrovo di soggetti spesso problematici, segnati da difficoltà personali e di salute, in alcuni casi dediti all’alcol o alle droghe, per la maggior parte con precedenti più e meno gravi. ‘Sbandati’ si sarebbe detto un tempo, ma quando ci sono di mezzo anche situazioni umanamente complesse, le etichette andrebbero lasciate da parte per badare alla sostanza. A quel sistema civico che, partendo da assistenza e cura alla persona, dovrebbe provare a sostenere chi merita una chance. Al decoro ed al rispetto dovuti a chi investe e lavora. Alla dignità del contesto urbano, diritto di ogni cittadino.

Invece da troppo tempo, e negli ultimi mesi con una costanza insostenibile, certe scene tornano a ripetersi. Su quelle stesse panchine, dove gli interventi delle forze dell’ordine non si contano più, ma anche nella vicina ex foresteria dove proprio lunedì la donna ha dato pesantemente in escandescenze, danneggiando tutto quello che gli capitava a tiro. «Forse è ora che quelle sedute vengano tolte», dice esasperato chi ha il proprio negozio lì in zona. Spostare il problema altrove è un’idea comprensibile, per la soluzione invece servirebbe uno sforzo coordinato di più soggetti: i problemi complessi non spariscono con la bacchetta magica e nascondere la polvere sotto il tappeto è una risposta dal fiato corto. Ma anche fare finta che tutto ciò non accada e agire solo se la tensione sale, non serve a nessuno. Ai negozianti che si sono giustamente stancati, ai cittadini che preferiscono cambiare strada e a quelle stesse persone che, senza più amor proprio, esistono – per sè e poi per gli altri – solo se creano problemi.

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