Il giudice Barbara Di Giovannantonio, in linea con quanto chiesto dal pm Raffaele Pesiri, ha confermato gli arresti domiciliari per Gianluca D’Amario, il 59enne residente in via Visetti – fra via Staderini e Villaggio Matteotti – che nel tardo pomeriggio di giovedì ha fatto fuoco con una pistola contro il 33enne ternano Samuele Isidori, che conosceva già da tempo, ferendolo gravemente. È questo l’esito dell’udienza che si è tenuta sabato mattina in tribunale e nel corso della quale, il D’Amario – incensurato – ha ribadito quanto già rappresentato in un primo momento agli inquirenti e quindi al suo legale difensore, l’avvocato Francesca De Nicola, ovvero di aver usato la pistola, armata con proiettili non letali e di libera vendita, in un momento di particolare paura e tensione, derivate dal fatto che l’Isidori voleva entrare ad ogni costo nella sua abitazione, dove il 59enne era stato poco prima raggiunto da una sua amica 22enne ternana, arrivata sul posto a bordo della propria auto e in compagnia dello stesso Isidori.
Per la procura, gesto mosso da motivi futili
Era stato lo stesso D’Amario, dopo lo sparo, a sincerarsi delle condizioni del ferito, facendo chiamare i soccorsi del 118 da una vicina e tamponando con un asciugamano il sangue perso dal giovane, poi trasportato in ospedale e operato d’urgenza. Le condizioni di quest’ultimo sono stabili ma il pericolo di vita sarebbe, per fortuna, scongiurato. Per la procura ternana, il gesto del 59enne è legato a motivazioni ‘futili’ – forse anche in ragione che la prima richiesta dell’Isidori di entrare in casa era stata motivata con l’esigenza di ricaricare la batteria del proprio telefono – e tale da cagionare, in maniera dolosa, lesioni gravi al 33enne. Di contro per la difesa – che nel corso del prossimi giorni probabilmente presenterà un’istanza per chiedere la remissione in libertà del D’Amario – il tutto si sarebbe svolto in un quadro di accidentalità unita a paura, a causa del ‘crescendo’ – dai messaggi alle telefonate ripetute, alle urla, al tentativo di accedere in casa dalla finestra – che avrebbe caratterizzato la condotta dell’Isidori.
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