
di Gianluca Rossi
Senatore del Partito Democratico
Si rafforzano le ipotesi, confermate da Reuters, della firma di un memorandum tra Tata Steel e ThyssenKrupp sulla fusione delle due multinazionali in Europa. Le voci sull’operazione si rincorrono da mesi, tanto che il 7 aprile ho scritto una lettera al Presidente del Consiglio Renzi, chiedendo di approfondire e vigilare sulle ripercussioni che l’Italia potrebbe patire: si eviti che l’acciaieria di Terni subisca le ripercussioni di questo patto, con conseguenze al momento imprevedibili.
Terni ha già pagato il conto di compravendite malandate, subito tagli e lunghi conflitti sociali. Non si deve fare la fine di Port Talbot, dove Tata Steel ha annunciato più di un migliaio di licenziamenti contribuendo a mettere in crisi il governo Cameron.
Questo scenario è da rigettare in toto. Ad AST rivolgo invece una domanda aperta: si manifestino chiaramente i piani di ThyssenKrupp per lo stabilimento ternano, senza lasciarci nuovamente in balìa di fumosità e dispacci di agenzia.
Inoltre sarebbe interessante capire se l’accordo riguarda stainless steel o altro. Perché, per quanto riguarda la produzione di inox, in ThyssenKrupp è rimasto solo il sito di Terni.
Il rapporto tra la città e l’acciaieria è radicato e merita rispetto, dovuto anche ai lavoratori che, nonostante le paure degli ultimi anni, continuano a garantire standard elevatissimi ed insostituibili”.