Terni, timori Covid-19: è sciopero all’Ast

Sindacati insoddisfatti delle misure di contenimento annunciate dall’azienda. Burelli: «Attività prosegue»

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di F.L.

Le fabbriche italiane potranno continuare a produrre adottando «adeguati protocolli di sicurezza», in base a quanto ha annunciato mercoledì sera il premier Conte, ma intanto sarà sciopero all’Ast di Terni, dalle 6 di giovedì alle 22 di venerdì, per ogni turno di lavoro per i dipendenti diretti e per l’indotto: è quanto hanno deciso sempre nella serata di mercoledì le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb dopo due giorni di confronto con l’azienda, in merito all’emergenza coronavirus. Confronto che non ha portato, a loro vedere, risultati «idonei».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Le distanze e l’insoddisfazione

«Dopo le rassicurazioni ricevute nella call di ieri (martedì, ndr) alla presenza dall’ad Burelli», le organizzazioni sindacali hanno preso atto – hanno scritto in una nota – «del disimpegno odierno manifestato in una call alle rsu e successivamente alle segreterie territoriali». Le rsu e le segreterie territoriali avevano chiesto «impegni concreti viste le nuove misure per contenere il Covid-19». «Tutto ciò con evidenza oggi non si è verificato – hanno continuato -, anzi, l’azienda ha comunicato una serie di iniziative unilaterali e senza confronto con il sindacato. Per questi motivi è stato chiesto all’azienda di anticipare la cassa integrazione già avviata per consentire la sanificazione dei locali e organizzare al meglio la produzione, che non vogliamo fermare, ed in ultimo dare una risposta allo stress psico-fisico dei lavoratori che è arrivato al limite, come già avvenuto in alcune aziende nel territorio nazionale. Di fronte alla intransigenza dell’azienda che ha negato tutte le opportunità le segreterie hanno dichiarato lo stato di agitazione. «Siamo consapevoli – hanno concluso i sindacati – che ancora una volta saranno i lavoratori a pagare le scelte unilaterali dell’azienda. Nel frattempo le segreterie territoriali attiveranno tutti le iniziative necessarie al fine di garantire la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori operanti nel sito in forma diretta e in appalto. Nelle prossime ore chiederemo l’intervento di tutti i soggetti deputati al controllo. Alla fine del percorso le stesse segreterie valuteranno ulteriori iniziative da intraprendere».

TUTTO SU AST – UMBRIAON

Burelli in tv: «Lo stop sia per tutti»

Nel pomeriggio l’amministratore delegato Burelli aveva parlato ai microfoni di RaiNews24 spiegando che mentre, nel settore dell’acciaio italiano, qualche azienda ha deciso di chiudere di sua spontanea volontà, la decisione di Ast «fino ad adesso è di continuare a lavorare fino a che ci saranno le condizioni per farlo». Intanto la chiusura di Fca per tre giorni, necessari ad una sanificazione degli stabilimenti e ad un adeguamento delle condizioni interne, «ha un impatto diretto sul Tubificio, che è un fornitore di primo livello di Fiat». «La mia opinione personale – ha proseguito il manager – è che a livello produttivo è poco efficace che un’azienda o una regione sola decida di chiudere, come in questo caso la Lombardia, perché in maniera indiretta c’è un impatto su tutta la filiera e quindi si crea un effetto a macchia di leopardo che non è ben gestito, quindi io sono molto più favorevole ad un approccio olistico preferibilmente a livello europeo o altrimenti a livello nazionale, in cui se si decide di chiudere si decide di chiudere tutti allo stesso tempo». Tra l’altro, ha ricordato Burelli, l’Oms ha «dichiarato il Covid-19 una pandemia, quindi è preferibile un’azione di sistema piuttosto che dare la responsabilità alle singole aziende di fare azioni scollegate e non di sistema».

CONTE CHIUDE I NEGOZI IN TUTTA ITALIA

Manager «molto preoccupato»

L’emergenza coronavirus si inserisce in una situazione già difficile per il comparto, in particolare proprio per Ast. «Il settore dell’acciaio in Italia così come in Europa – ha detto ancora Burelli – sta soffrendo ormai da due anni delle misure di salvaguardia rilasciate dall’amministrazione americana e dall’invasione di materiale asiatico in Europa, i prezzi sono da due anni ai minimi storici, è chiaro che con le prospettive di una recessione come quella che stiamo vivendo e vedendo, dipendente dalla contingenza del coronavirus, le prospettive non sembrano buone. Speriamo che da un lato le misure messe in atto dal Governo sia a livello di supporto alle imprese che del contenimento del contagio siano efficaci, speriamo che venga trovato il vaccino il prima possibile per poter tornare a un livello di normalità. È chiaro – ha concluso – che con i presupposti che vedo oggi sono molto preoccupato».

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