Oltre un anno di abusi, contestualizzati dalla procura di Terni fra il gennaio 2021 e il febbraio del 2022 all’interno del carcere di vocabolo Sabbione e qualificati – in termini di accuse – come violenza sessuale e tortura. Una vicenda inquietante, pesante, amara quella che nei giorni scorsi ha portato alla condanna di un 39enne originario di Roma – T.K. le sue iniziali, già ristretto nel carcere di Terni e attualmente detenuto in quello di Padova – a quattordici anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dal tribunale di Terni in composizione collegiale, presidente Biancamaria Bertan.
In aula il pm Marco Stramaglia, titolare dell’indagine, ha chiesto una condanna a 12 anni e il tribunale ha inteso emetterne una ancor più pesante, oltre alle pene accessorie. Vittima delle condotte del 39enne, un altro detenuto, 30enne originario della provincia di Latina e gravato da propblemi psichiatrici. Nel periodo indicato dagli inquirenti, avrebbe subito di tutto: minacce, percosse, aggressioni, violenze sessuali ripetute, in particolare quando gli altri detenuti uscivano e i due si trovavano da soli all’interno della cella comune.
Il 39enne, in particolare, gli avrebbe puntato in più occasioni al collo un coltello, ricavato artigianalmente da una bombola di gas. Accanto alle violenze sessuali, anche le torture. Che comprendevano questi atti ma anche altri. Come costringere il giovane a pulire il bagno della cella a mani nude, versandogli candeggina sulle mani e causando in tal modo gravi eruzioni cutanee, impedendogli di dormire – lo costringeva, minacciandolo di percosse, a stare seduto su uno sgabello accanto al suo letto finché il 39enne non si addormentava -, impedendogli di uscire dalla cella per raggiungere l’infermeria o gli incontri con psicologi ed educatori. E poi le botte, tante e quotidiane: schiaffi, pugni al volto e al corpo, per costringerlo ad obbedire ad ogni suo ordine e a non raccontare quanto era costretto a subire. Un inferno che si è protratto per un tempo infinito, in relazine alla gravità delle condotte, e tale da gravare sul corpo e la psiche di una persona già profondamente provata da problemi personali, esistenziali e di salute.