Terni, vertice-lavoro: polemiche sul metodo

Ugl e Fismic: «La Regione ci lascia fuori dalla porta» e FdI-An attacca: «Bugie elettorali»

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di M.T.

Giovacchino Olimpieri, segretario ternano del sindacato Fismic, cerca di sdrammatizzare con una battuta: «Meno male che le cose le possiamo sapere dai media. Se almeno stavolta non avete scritto balle, presto potremo sapere qualcosa. Che fate, la diretta come per le partite della Ternana?».

Il vertice Lui ci scherza, anche se un tantino ‘rosica’. Ma il vertice in programma nel pomeriggio; si comincia alle 15, nei nuovi uffici della Regione, al Centro multimediale; tra la presidente della Regione, il sindaco di Terni e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – solo i ‘confederali’, non gli altri e nemmeno quelli delle categorie dei metalmeccanici – rischia di provocare un incidente diplomatico e, pure, un tantino di frizione tra gli stessi sindacati.

La Ugl Daniele Francescangeli, segretario ternano della Ugl, infatti, ha decisamente meno voglia di fare battute: «Prendo atto – dice gelido – che la presidente si vuole scegliere gli interlocutori e che loro sono lieti di farsi scegliere. Sia chiaro che io non soffro di solitudine e non ne faccio una questione politica, ma non posso che registrare che, pur avendo il mio sindacato degli iscritti nelle così dette ‘ditte terze’, non potrò avere la possibilità di parlare a loro nome di appalti e criticità relative».

Le spiegazioni Dalla Regione, però, fanno sapere che «l’incontro in programma è quello che, a suo tempo, era stato richiesto proprio da Cgil, Cisl e Uil per discutere del tema relativo agli appalti e non solo in Ast. Si tratta, quindi, solo di un’accettazione, da parte della presidente, di quella richiesta. Peraltro l’incontro si sarebbe già dovuto svolgere nei giorni scorsi, ma era stato rinviato su richiesta degli stessi sindacati».

La replica Francescangeli, però, non ci sta: «È accaduto spesso, in passato, che si convocassero incontri aperti a tutti i sindacati, pur se la richiesta era partita, addirittura, solo da uno di essi. Stavolta, invece, si è scelta una soluzione diversa. Ripeto, ne prendo atto. Anche perché in trenta o quaranta minuti avranno solo il tempo di salutarsi e andarsene».

I tempi Già, perché nel fax inviato a Cgil, Cisl e Uil è indicato un termine perentorio: «Per ragioni organizzative – è spiegato – l’incontro terminerà alle 15,30-15,40». Più o meno il tempo per fare l’elenco delle criticità che si registrano nelle ditte appaltatrici. Poi suonerà il gong. E ciao.

La polemica Figurarsi se la cosa sfuggiva a Marco Cecconi, consigliere comunale di FdI-An: «Magari adesso a palazzo Donini proveranno a dare la colpa ad una segretaria distratta: ma se, martedì mattina, alcuni sindacati non hanno ancora ricevuto nessun invito a partecipare all’incontro con la Marini, è difficile fugare il sospetto che l’annuncio postumo della loro convocazione sia nient’altro che una bugia bella e buona: la verità è che, a cinque giorni dal voto, la presidente uscente della Regione cerca di dare un segnale qualunque di attenzione pre-elettorale alle vicende dell’Ast, che finora le avevano procurato un grande imbarazzo. E solo ora, a scoppio ritardato, dopo aver parlato in partenza di una riunione a due (Regione-Sindaco) che ha giustamente suscitato parecchio scandalo, ci viene a dire di aver invitato quei sindacati che, invece, fino a questo momento, non ne sanno un bel nulla».

«Tutte bugie» Cecconi è scatenato: «’Niente di propagandistico’, ‘nessuna speculazione politica’, si è affrettata a chiarire la Marini. Ma andiamo. E allora perché questo incontro non l’ha organizzato a febbraio, quando le è stato chiesto a gran voce? Fra tutte le bugie contenute nel comunicato di replica della Marini, forse la più insopportabile è quella che ci ha propinato pretendendo di rubricare l’appuntamento di martedì non solo come estraneo alla campagna elettorale ma addirittura ricompreso nella ‘piena legittimità delle sue funzioni istituzionali’».

La ‘promessa’ Il consigliere di minoranza insiste: «Ma perché, accogliere la richiesta di dibattito avanzato ben quatro mesi fa da un organo più che istituzionale come il Consiglio comunale di Terni non sarebbe stato suo dovere? Venire a riferire all’assemblea elettiva della città quello che la Regione aveva fatto o non fatto per rispettare, per parte propria, gli accordi romani sull’Ast del dicembre scorso (monitoraggio sul rispetto dei patti, ambiente, energia, infrastrutture, indotto), non era forse un suo preciso e inderogabile obbligo istituzionale? Venga pure a Terni martedì. L’aspettiamo. Del resto, Terni è o non è, come recita lo slogan del PD per le regionali, ‘di casa in Umbria’?».

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