di S.F.
Un provvedimento che ha sancito l’esclusione immediata di una studentessa ternana dall’esame di Stato – con contestuale annullamento delle prove scritte e divieto di somministrazione delle stesse – e l’allontanamento dall’edificio scolastico. Lo ha firmato mercoledì mattina, nel primo giorno degli esami di maturità, il dirigente di una scuola superiore di Terni. Dopo il ricorso della ragazza, giovedì 19 giugno il Tar dell’Umbria si è espresso con un decreto cautelare a firma del presidente Pierfrancesco Ungari. Da quanto appreso, la studentessa – che ha media superiore all’otto – si era seduta al posto assegnatole ed era iniziata la dettatura delle tracce, non l’esame, quando è emersa la presenza del telefono cellulare che ha comportato lo ‘stop’ e tutte le conseguenze descritte.
La difesa della studentessa ha chiesto l’annullamento del provvedimento assunto dalla scuola «e di qualsiasi atto che disponga o sia interpretabile nel senso di disporre l’esclusione per il mero possesso di un telefono cellulare, anche a prescindere dalla prova del suo utilizzo e/o dalla concreta possibilità di suo utilizzo per la redazione dei compiti». Ci ha pensato il Tar umbro a ‘riammetterla’. Nel decreto non viene riportato l’istituto scolastico interessato.

Il presidente Ungari spiega che sussistono i presupposti richiesti dall’articolo 56 del codice di procedura amministrativa per l’adozione delle misure cautelari monocratiche. «Nel rispetto – si legge – dei limiti della delibazione propri della presente fase e nella prospettiva della comparazione dei contrapposti interessi, poiché la sessione di prove suppletive dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione secondaria, secondo quanto prospettato dalla ricorrente, avrà inizio, per l’anno scolastico 2024/2025, il giorno 2 luglio 2025, occorre accordare preferenza all’interesse della ricorrente a poter sostenere l’esame nella sessione di prove suppletive programmata. Non comportando ciò per l’amministrazione scolastica alcun apprezzabile pregiudizio di carattere organizzativo o di immagine».

Di conseguenza viene «disposta in via cautelare l’ammissione con riserva della ricorrente alla sessione di prove suppletive dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione secondaria, demandando all’amministrazione scolastica di calendarizzare la prova orale e darne tempestiva comunicazione all’interessata (ferma restando la possibilità per l’amministrazione di chiedere, sulla base di una diversa e motivata ricostruzione dei fatti, la revoca o la modifica delle misure cautelari adottate». Fissata la trattazione collegiale per il 22 luglio. A difendere la studentessa è l’avvocato Maria Di Paolo. Il ministero dell’Istruzione non si era costituito in giudizio al momento del decreto cautelare. Lo ha fatto nella giornata odierna.