TerniEnergia rilancia: «Puntiamo a crescere»

Presentato il piano strategico fino al 2020: si punta ad un reddito operativo di 26 milioni di euro. Venerdì pomeriggio si firma per la cassa integrazione per 66 dipendenti

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«Riposizionamento strategico del gruppo», puntando su «business a maggior valore aggiunto nel campo delle soluzioni e dei servizi ad alto contenuto tecnologico orientati all’uso efficiente delle risorse» e sulla «evoluzione dell’attività di gestione degli asset per la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e il recupero e la trasformazione di materia in risorse redditizie nell’ambito dell’industria ambientale». Sono alcune delle caratteristiche del piano strategico triennale 2018-2020 approvato dal consiglio di amministrazione di TerniEnergia.

Le previsioni La crescita prevista, si legge nel documento, «è garantita da un aumento esponenziale delle attività di smart solutions and services (Consulting, Solutions, Management, On-site engineering and operations e Smart trading), compreso il rilancio del trading energetico, che assicureranno al 2020 oltre il 90% del totale dei ricavi (il target dei ricavi consolidati è di circa 226 milioni di euro al 2020) e oltre il 75% dell’Ebitda (il margine operativo lordo; ndr) del prossimo triennio: il target di Ebitda al 2020 è di circa 35 milioni di euro, con Ebitda margin oltre il 16%. L’obiettivo di crescita dell’Ebitda sarà supportato dalla qualità del portafoglio clienti e dal conseguente aumento del fatturato. L’obiettivo al 2020 in termini di Ebit (il reddito operativo aziendale; ndr) è di circa 26 milioni di euro».

IL PIANO STRATEGICO

«Ritirati i licenziamenti» Nel piano strategico di TerniEnergia, che elenca tutte le iniziative che si intende intraprendere, viene poi confermato che «attraverso tali azioni, accompagnate dal varo di misure di gestione della transizione verso il riposizionamento strategico, con il ritiro deciso dal consiglio di amministrazione della procedura di licenziamento collettivo deliberata in agosto, il ricorso a un piano di gestione del personale attraverso il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e il completamento delle commesse fotovoltaiche in Tunisia e Zambia, il gruppo otterrà una maggiore flessibilità e una più razionale allocazione dei costi, valorizzando il proprio backlog di commesse. In programma anche il rafforzamento della sede di Milano, a testimonianza della volontà dell’azienda di investire in strutture e risorse per un accesso privilegiato al mercato, sempre più globale, delle smart technologies».

La cassa integrazione E proprio nel pomeriggio di venerdì, nella sede ternana della Regione dell’Umbria, TerniEnergia e sindacati – alla presenza dei rappresentanti di Confindustria – sigleranno l’accordo che darà il via alle procedure di cassa integrazione per i 66 dipendenti per i quali l’ex amministratore delegato Piero Manzoni aveva annunciato il licenziamento.

Giulio Gallazzi

Le deleghe Il consiglio di amministrazione di TerniEnergia ha anche «conferito al vice presidente Giulio Gallazzi la delega alla cura degli aspetti finanziari e alla formulazione di proposte di operazione straordinarie ad essi relativi. Sono state altresì ampliate le deleghe dell’amministratore esecutivo Laura Bizzarri con il conferimento di poteri di ordinaria amministrazione con il limite di 2 milioni di euro per singola operazione. «Il piano approvato – spiega Gallazzi – è ispirato a criteri di credibilità e prudenza, relativamente agli aspetti di natura industriale ed economico-finanziaria». 

Il sindacati La Ugl Chimici di Terni fa intanto sapere di ritenere «che l’accordo siglato tra le organizzazioni sindacali e il nuovo l’amministratore delegato di TerniEnergia, sia positivo.
Con l’accordo, si è evitata la procedura di licenziamento collettivo per i 66 lavoratori, per i quali è stata invece aperta la cassa integrazione straordinaria. Una linea che, sin dal primo incontro con il vecchio amministratore delegato, la Ugl ha ribadito essenziale nella trattativa al tavolo . Il prossimo obiettivo è adesso quello di attendere la presentazione di un nuovo piano industriale dal board dell’azienda. Prerogativa fondamentale poiché la società sta attraversando uno stato di crisi finanziaria non indifferente. Inoltre occorrerà far luce sulle nuove direttive di ampliamento e sviluppo degli asset a maggior valore, facendo leva sulle professionalità presenti in azienda. La Ugl chiede il massimo coinvolgimento dei lavoratori da parte del management per studiare un effettivo piano di rilancio. Inoltre l’Ugl chiede di rivedere il reale taglio alle spese superflue, non idonee al progetto comune, che si è deciso di intraprendere per rilanciare l’azienda».

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