Terremoto, il Vescovo sferza le istituzioni

«Ritardi eccessivi, qui l’inverno sta arrivando», dice Boccardo a umbriaOn. Il rischio spopolamento nonostante la tempra degli abitanti della Valnerina

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Era passata un’oretta dalla visita di Mattarella a Cascia, prima nella scuola Beato Simone poi al Santuario di Santa Rita e già i riflettori si erano spenti, le auto di servizio si erano allontanate e tutti erano tornati al loro posto, a lavorare, dopo la piacevole parentesi del saluto istituzionale.

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Il Vescovo Boccardo

La confessione del curato Nel cortile della scuola c’era quello che, da lontano, poteva sembrare un curato di campagna, che passeggia avanti e indietro discutendo con una persona del posto. Da lontano potrebbe sembrare una confessione o semplicemente uno scambio di vedute sui problemi di tutti i giorni. Solo quando ci avviciniamo il curato di campagna si rivela essere Monsignor Renato Boccardo, il Vescovo della diocesi di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, quindi il rappresentante dei vescovi del cuore verde. Ci avviciniamo per un saluto, chiedendogli di scambiare due parole per un’intervista, ma evidentemente la chiacchierata non poteva essere interrotta, c’è una persona che chiede di essere ascoltata, e quindi ci prega di aspettarlo qualche minuto prima di concedersi alle domande.

L’INTERVISTA AL VESCOVO BOCCARDO – VIDEO

Non basta la solidarietà «Si sta bene e male», racconta il Vescovo. E fa un sorriso che ben descrive lo stato d’animo, un po’ sconsolato, un po’ speranzoso. Sono state fatte tante iniziative di solidarietà a tutti i livelli e ci sono dei segnali concreti della vita che riparte, ma il ritardi si fanno sentire. Risposte ai bisogni concreti della gente ancora non ci sono. «Ammiro gli abitanti della Valnerina – dice Boccardo – per la forza e la determinazione dimostrata in tutti questi mesi e per la voglia di ricominciare e l’attaccamento al loro territorio. Nello stesso tempo, sento la loro fatica e la loro rassegnazione».

La santa degli impossibili Giù durante la visita del presidente Mattarella il vescovo aveva fatto riferimento a Santa Rita: «Serve il suo aiuto per fare in modo che le cose che fino ad oggi sono sembrate impossibili diventino possibili». Il riferimento è alle macerie, alle casette (che a Cascia sono di poco superiori al 10%) e alle attività commerciali che stentano a ripartire. Cose che vanno di pari passo: «Se la gente non ha una casa non può dedicarsi al commercio, ma se non ci sono le aziende che funzionano non si vive. Bisogna procedere su binari paralleli. La casa e il lavoro sono le urgenze massime e le componenti che danno dignità e sicurezza alla persona».

Mattarella a Cascia

Ritardi ingiustificabili Sono queste «le cose che fino ad oggi non sono state fatte» e che bisogna cominciare a fare, senza aspettare ulteriormente. Non soltanto perché siamo alle porte dell’inverno e si comincia a sentire il freddo, «ma anche perché – dice Boccardo – una attesa così lunga non è giustificabile».

Tocca alle istituzioni «Con la sua visita il presidente Mattarella – aggiunge Boccardo – dimostra la vicinanza dello Stato ma non ha la bacchetta magica e non gli si può fare carico di ciò che manca. Tocca alle diverse istituzioni, a tutti i livelli, dare attuazione alla preoccupazione e alla solidarietà che il presidente manifesta con queste visite».

Il rischio spopolamento Nonostante la tempra, in molti stanno cedendo. E vanno via: «Questo è un rischio che bisogna evitare al massimo. Bisogna fare in modo che la gente non si scoraggi. Questi territori sono belli dal punto di vista naturalistico ma sono belli anche per la gente che ci vive. Noi dobbiamo fare in modo che continuino a viverci», conclude il Vescovo.

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