Terremoto, l’Umbria ferita al cuore

In quella che è stata definita dall’Ingv la ‘sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso’, hanno perso la vita 299 persone: tra loro c’erano anche degli umbri

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Dalle 3,36 del 24 agosto 2016 la terra ha tremato per oltre 74 mila volte nel centro Italia, in quella che è stata definita dall’Ingv la ‘sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso’. La Protezione Civile ha riportato che le vittime sono state 299, mentre sono state estratte vive dalle macerie 238 persone (alcune delle quali sono decedute in seguito), 215 dai Vigili del fuoco e 23 dal Soccorso alpino. Il numero delle vittime è stato particolarmente alto perché i territori colpiti, che d’inverno sono abitati da un modesto numero di residenti, erano in quel momento nel pieno della stagione turistica e ospitavano un numero molto maggiore di persone; tra di loro c’erano anche degli umbri.

I FUNERALI DI BARBARA E MATTEO – IL VIDEO

Matteo Gianlorenzi e Barbara Marinelli

Barbara e Matteo Dopo due giorni di ricerche incessanti la terribile scoperta è stata fatta. I corpi senza vita di Barbara Marinelli e Matteo Gianlorenzi, i due coniugi di Orvieto in vacanza ad Amatrice, sono stati tirati fuori dalle macerie dello storico hotel Roma crollato dopo la scossa di terremoto nella notte tra il 23 e il 24 agosto 2016. Matteo era titolare di un negozio di abbigliamento nella città della Rupe, in via Filippeschi, mentre la moglie Barbara insegnava in una scuola materna di Orvieto. Entrambi erano molto conosciuti anche a Todi e a Narni dove Matteo gestiva altrettanti negozi Benetton.

BARBARA MARINELLI, IL RICORDO DELLE COLLEGHE – IL VIDEO

Doppia cerimonia per loro La prima è una cerimonia religiosa promossa dalle famiglie, prevista per domenica alle 11 nel Convento di Padre Chiti. La prossima settimana, in una pubblica iniziativa nella sala consiliare, Barbara e Matteo verranno ricordati da amici e cittadini in un incontro che sarà anche l’occasione per illustrare le tante iniziative promosse dall’Associazione 3.36, fondata in memoria dei due giovani. Sulla terrazza del Comune di Orvieto verrà esposto uno striscione, sempre in loro ricordo.

UNA SCOSSA LUNGA UN ANNO

Floriana Svizzeretto

Floriana Sotto le macerie è rimasta anche Floriana Svizzeretto, la docente di 59 anni di origini narnesi. Ricercatrice di storia dell’arte, dal 2003 dirigeva il museo ‘Cola Filotesio’ di Amatrice. Anche se non viveva a Narni era molto conosciuta perché spesso tornava nel paese dove aveva un’abitazione, i familiari e molti amici. Ad Amatrice viveva da sola in un appartamento posto all’ultimo piano di un palazzo nel cuore del paese. L’edificio è crollato in seguito alle scosse e per lei non c’è stato purtroppo scampo.

STEFANIA RICORDA LA SORELLA FLORIANA – IL VIDEO

Marco Alla triste lista si è aggiunto anche Marco Santarelli, giovane 28enne di Castiglione del Lago e figlio del questore di Frosinone, Filippo Santarelli, che per ore è stato cercato dai soccorritori sotto alle macerie di Amatrice. Cresciuto nel paese che si affaccia sul Trasimeno, il giovane si era trasferito nel Lazio per completare gli studi e iniziare a lavorare come chef. Ad Amatrice era andato a trovare i nonni.

TUTTO SUL TERREMOTO IN UMBRIA

Gabriella Sargeni e Mauro Marincioni

Una famiglia distrutta Tra le vittime anche quattro componenti di un’intera famiglia umbra originaria di Camerata (Todi), piccolo paese di duecento anime tra le montagne di Todi e Avigliano Umbro. Adriano Sargeni – poliziotto 84enne in pensione – la moglie Artemia, la figlia Gabriella e il genero Mauro Marincioni – finanziere in forza al comando provinciale di Rieti e in passato operativo anche a Terni – si trovavano nella casa di famiglia ad Amatrice (Rieti) insieme alle due nipotine di 10 e 12 anni che, fortunatamente, sono state estratte vive dalle macerie. Ormai trasferito per lavoro a Rieti da molti anni, Adriano Sargeni tornava spesso in Umbria dove, proprio a Camerata, aveva diversi parenti.

L’ADDIO AD ALESSANDRO NELLE FOTO DI ALBERTO MIRIMAO

Alessandro Riccetti

Alessandro Il 33enne ternano, Alessandro Riccetti, a gennaio 2017 si trovava nell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) per lavoro; era impiegato da poco più di un anno presso la reception. Il 18 gennaio una slavina, distaccatasi da una cresta sovrastante a causa di forti scosse di terremoto con magnitudo superiore a 5.0, ha investito l’hotel causando 29 vittime, tra queste anche Alessandro. Dopo circa una settimana di intenso lavoro da parte dei soccorritori della Guardia di Finanza e del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, il corpo senza vita di Alessandro è stato estratto dalle macerie: «Schiacciamento», ma anche «ipotermia e asfissia», queste, secondo Cristina Tedeschini, il pm titolare dell’inchiesta sulla strage dell’hotel Rigopiano sarebbero state le cause della morte.

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