Terremoto, prorogata la ‘busta paga pesante’

Sconto sulle tasse alle popolazioni terremotate fino al 31 dicembre prossimo. La soddisfazione dei sindacati

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A pochi giorni dalla scadenza (inizialmente fissata per il 15 ottobre) il consiglio dei ministri ha prorogato al 31 dicembre il pagamento dell’Irpef sospesa per chi vive nell’area del cratere sismico per le scosse del 2016/2017. La decisione è frutto di un emendamento al decreto clima.

Risparmio di quasi 7 milioni per i contribuenti

I tributi sospesi con la cosiddetta ‘busta paga pesante’ sono rinviati al 31 dicembre 2019. Sempre entro il 31 dicembre 2019, dovrà essere versata la prima rata qualora il contribuente scelga di rateizzare il debito. La norma non si applica ai titolari di reddito d’impresa e di reddito di lavoro autonomo, né a chi svolge attività agricole. «Il rinvio comporta – si legge nella relazione tecnica – minori entrate per l’anno 2019 pari a 6,9 milioni di euro, corrispondenti alle prime 7 rate che dovevano essere riscosse nel corrente anno».

Verducci il primo firmatario

«Chiediamo la proroga della restituzione della busta paga pesante e la cancellazione della maxi rata di cinque mensilità da liquidare in un’unica soluzione – scriveva la settimana scorsa il senatore Pd Francesco Verducci presentando l’emendamento (a sua prima firma) – come era stata scelleratamente imposta dal governo a trazione leghista nonostante l’opposizione del Pd. Oggi la soluzione che noi proponiamo torna a dare sostegno con correttezza ai cittadini del cratere».

Soddisfatti i sindacati

Cgil, Cisl e Uil «esprimono soddisfazione per la proroga della restituzione dei tributi e contributi, previdenziali e assistenziali non versati per effetto della ‘busta pesante’, nei territori del centro colpiti dal sisma 2016. Bene il rinvio – sottolineano Filippo Ciavaglia (Cgil Perugia), Bruno Mancinelli (Cisl Foligno-Spoleto) e Andrea Russo (Uil Foligno)- ma dobbiamo subito pensare ad un modo per semplificare la procedura di restituzione, omogenizzandola con quella del ’97 che prevedeva la restituzione del solo 40 per cento».

Cosa succede a fine anno

In effetti, ora l’incognita riguarda modalità e importi che, a questo punto, è rimandata di pochi mesi. La ratio della sospensione era consentire di posticipare il pagamento delle tasse alla ripresa del tessuto economico delle zone colpite dal sisma spalmandolo con una rateizzazione decennale. «È decisamente evidente – scrivevano i comitati nella lettera a Conte – che nel cratere non vi è né ricostruzione né ripresa economica». E per questo anche la scadenza di dicembre sembra quantomeno prematura. Vedremo se e quando sarà trovata una soluzione definitiva. In attesa della ricostruzione.

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