di F.L.
I primi test antigenici rapidi, una quarantina circa per ogni professionista, sono arrivati nella giornata di martedì. Anche ai medici di medicina generale la Regione ha chiesto, come noto, un contributo nell’effettuazione dei tamponi ‘di uscita’ dalle quarantene, un ulteriore compito che sono pronti a sostenere, anche se a certe condizioni. «Chiediamo un’organizzazione precisa, che non metta a rischio la salute degli altri pazienti e la nostra» sottolinea Simonetta Centurione, segretario provinciale della Fimmg di Terni, la Federazione dei medici di medicina generale.

«Locali nei distretti o postazione drive»
La questione principale posta dai medici di famiglia è quella logistica. «Non vogliamo far entrare i positivi nei nostri ambulatori – spiega la dottoressa Centurione -. Dovremmo altrimenti trovare delle entrate separate, oppure degli orari ad hoc, e non siamo in grado. L’organizzazione non è un tema secondario, tutto deve essere fatto con estrema sicurezza». Per questo la proposta è quella di individuare dei locali a disposizione dei distretti sanitari per far confluire i pazienti e svolgere i tamponi. Oppure una postazione drive dove a turno, su base volontaria, i medici possano prestare servizio per i test, senza mettere in pericolo loro stessi – «se ci ammaliamo non abbiano sostituti, perché non si trovano» spiega Centurione -, né gli altri assistiti. Come è stato fatto ad esempio a Narni, dove è stato predisposto un drive-in presso il parcheggio del centro di salute di Narni Scalo.
«Carico di lavoro enorme»
«Un ringraziamento va al Comune di Narni che ha allestito un gazebo dove, alternandoci in turno, possiamo effettuarli e allo stesso tempo lasciare sicuri i nostri studi» spiega Antonio Votino, anche lui rappresentante della Fimmg Umbria. ll quale sottolinea come «i medici di medicina generale della Aft di Narni (come i colleghi degli altri territori, ndr), facendo leva sul proprio senso del dovere e senso di responsabilità, stanno provando a dare una mano in questo momento di profonda difficoltà che stiamo vivendo». «Il tutto – prosegue – nonostante un carico lavoro enorme, di cui ne stanno pagando il prezzo anche le nostre famiglie». Ma le problematiche logistiche per i medici di medicina generale riguardano anche un’altra questione non secondaria, quella dello smaltimento dei test. «Al distretto – continua il dottor Votino – abbiamo chiesto una mano per lo smaltimento dei rifiuti in quanto, essendo rifiuti a rischio infettivo, sono soggetti a normative particolari sia per la tenuta che per lo smaltimento».