Test rapidi, Alcantara apripista. Ma altre aziende aspettano

Covid-19: via allo screening a Nera Montoro, mancano però linee guida uniformi. La Regione: «Protocolli allo studio»

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di Federica Liberotti

In Umbria l’apripista, nella settimana che prenderà il via il 20 aprile, sarà l’Alcantara di Nera Montoro (Narni): tutti i dipendenti – come annunciato nei giorni dalla stessa azienda – saranno sottoposti a test rapidi sierologici, gli esami cioè che permettono di rilevare la presenza di anticorpi nel sangue e stabilire se un individuo, pur non essendo positivo al coronavirus in quel momento, ha contratto l’infezione nelle settimane precedenti, anche senza sviluppare sintomi o avendone di lievi. Uno strumento utile nella cosiddetta fase 2 per cercare di mappare l’eventuale contagio e mettere in sicurezza i lavoratori e con loro le stesse imprese. Tanto che anche altre vorrebbero seguire questo modello, senza però avere al momento indicazioni chiare in merito.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Come funziona lo screening

La sperimentazione che sarà introdotta in Alcantara sarà resa possibile attraverso un’autorizzazione concessa da Regione e Usl Umbria 2. Il protocollo condiviso tra le parti prevede che a ‘supervisionare’ i test – che saranno svolti in un’area esterna, all’entrata dello stabilimento, da parte di un laboratorio di analisi di Terni – sia il medico del lavoro. Per i casi sospetti verrà effettuato il tampone, in caso di positività verrà contattato il medico di base del lavoratore, che poi attiverà le normali procedure previste dal sistema sanitario regionale per i contagi. Il test dovrebbe essere effettuato su base volontaria, anche se Alcantara ha fatto sapere alle rsu che in caso di rifiuto il dipendente verrà posto in permesso non retribuito, senza poter rientrare in azienda fino alla fine dell’emergenza.

ALCANTARA RIPARTE: PRONTI DUE PROTOTIPI DI MASCHERINE

Altre aziende alla finestra

Come già accennato altre aziende del territorio ternano di varie dimensioni, anche da diversi giorni, si sono attivate per carcere di introdurre a loro spese questo tipo di screening che, oltre a garantire la salute dei lavoratori, permetterebbe di evitare improvvise e costose fermate dell’attività in caso di eventuali contagi. Ma al momento, al di là del singolo protocollo con Alcantara, sembrano mancare delle linee guida uniformi che indirizzino i medici del lavoro nella gestione di ipotetiche positività. E così la scelta delle aziende è stata quella di aspettare, in attesa di notizie più chiare. Nella conferenza stampa di venerdì mattina i rappresentanti della Regione – senza far riferimento al caso specifico di Alcantara – hanno spiegato che sono allo studio protocolli che seguono lo stessa schema individuato per l’azienda chimica di Nera Montoro, schema che dunque verrebbe esteso a tutte le altre imprese che ne faranno richiesta. Queste ultime, intanto, continuano ad attendere indicazioni che possano, tra le altre cose, anche regolamentare possibili squilibri di mercato dettati dalla concorrenza tra laboratori di analisi privati.

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