Un comunicato aspro, quello in cui nel marzo del 2014 il consigliere comunale Enrico Melasecche aveva provocatoriamente annunciato la nascita di un comitato ‘Vergogna Tevere-Nera’, in contrapposizione al consorzio di bonifica ma anche, e soprattutto, a quel comitato ‘No Tevere-Nera’ e all’allora consigliere comunale Leo Venturi, accusati da Melasecche di aver perseguito una linea troppo morbida nei confronti della contestata tassa e di palazzo Spada.
La querela I contenuti di quel comunicato non erano piaciuti all’allora commissario del consorzio, Vittorio Contessa, che aveva querelato Melasecche per diffamazione a mezzo stampa. Una denuncia rispetto alla quale il sostituto procuratore Tullio Cicoria non aveva rilevato elementi di rilievo penale, tanto da chiederne l’archiviazione, contestualizzando il senso di quelle espressioni nel normale diritto di critica.
A breve L’ipotesi-archiviazione non era piaciuta però al commissario del consorzio che, assistito dall’avvocato Massimo Proietti, aveva presentato formale opposizione. Proprio di questo si è discusso giovedì mattina davanti al gip Simona Tordelli che a breve dovrà decidere se la querela nei presentata a suo tempo verso Enrico Melasecche, difeso dall’avvocato Dino Parroni, ha un suo fondamento o meno.