La sintesi sta tutta in tre parole di un delegato delle Rsu delle acciaierie ternane: «Nessuno si sbilancia». Ma anche in altre tre parole, stavolta di un sindacalista importante: «Avevate capito male».
Le scorie Un fatto certo è che l’iniziativa presa dalla Provincia – la ‘diffida’ inviata all’Ast relativa ai test sul recupero delle scorie di lavorazione – ha creato non pochi imbarazzi, in giro. E, per certi aspetti, sembra averne provocati di più fuori dai cancelli delle acciaierie che dentro. Anche se, in fondo, è proprio Ast a dover inviare la documentazione richiesta nel giro di 60 giorni: un termine, peraltro, meno perentorio di quanto possa apparire.
La ‘diffida’ Già, perché appare complicato che, per esempio, alla scadenza del diktat, la Provincia possa, semplicemente, dire all’Ast: «L’autorizzazione è sospesa e, quindi, fermate le lavorazioni». Mentre è molto più probabile che sulla base delle cose che Ast farà sapere – perché comunque una risposta la dovrà dare – si apra un dibattito le cui implicazioni, Ast potrebbe anche mettere a disposizione elementi nuovi, proprio in relazione ai progetti allo studio per il recupero delle scorie, che potrebbero sorprendere.
Progetti diversi Perché è sempre più chiaro che al progetto della ternana Trm; la sperimentazione in corso è sua, iniziata quando i vertici di Ast erano tutti diversi rispetto ad oggi; potrebbero esserne contrapposti altri – Lucia Morselli pare che volesse parlarne in un convegno e lo avrebbe pure detto alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, quando la andò a trovare – ma poi la cosa è andata in stand-by.
Location diverse Soprattutto perché per il progetto Trm era stata ipotizzata – tra le altre – una collocazione dell’impianto decisamente ‘suggestiva: una parte dell’area ‘ex Basell’, per la possibilità di utilizzare la rete ferroviaria, ma soprattutto perché si favorirebbe la nascita di nuove attività di ‘verticalizzazione’, con il possibile utilizzo dei materiali risultanti dalla trasformazione delle scorie. Mentre Ast avrebbe idee diverse: l’impianto, se mai, lo vorrebbe dentro il proprio recinto.
I vertici Poi c’è, forse anche collegata, tutta la faccenda dei vertici – in programma, previsti, annullati, da organizzare e compagnia cantante – sui quali, come detto, forse noialtri avevamo «capito male».
In Regione no Quello in programma per martedì, tra Regione, Comune/Provincia e sindacati è stato rinviato a data da destinarsi, «ma solo perché – spiega un sindacalista – per le 9.30 era già in programma un incontro, un altro è già in programma per il 14, organizzato dalla Fondazione Ambrosetti sulle possibilità di sviluppo che si offrono al nostro territorio e, quindi, non potevamo certo sdoppiarci».
«Malinteso» E poi, spiega ancora il sindacalista «in fondo voi avevate capito male: mica era in programma che si parlasse di Ast. Il tema che noi avevano proposto era quello degli appalti, ma in generale e non certo solo di quelli che in qualche modo riguardano l’azienda di viale Brin». Quindi non si sarebbe parlato di altro, manco per sbaglio. Dice.
Con i ‘nazionali’ forse Altro incontro che, stavolta di sicuro doveva essere dedicato alle acciaierie, era quello che doveva, dovrebbe, forse dovrà, fare il punto sull’applicazione dell’accordo del 3 dicembre 2014: la data ipotizzata era il 20 maggio, visto che i ‘nazionali’ avevano dato la propria disponibilità. Ma per adesso non se ne sa nulla.
La Fiom Claudio Cipolla, segretario della Fiom Cgil, parte cauto: «Non so ancora dirti niente, rispetto a quell’incontro, perché avevamo concordato di incontrarci, per organizzarlo al meglio, con le altre organizzazioni sindacali di categoria, ma a quello siamo rimasti». Differenti idee su come farlo, quell’incontro, ma non solo: «Secondo me – chiarisce Cipolla – in questa settimana si sarebbe dovuto organizzare uno sciopero, visto che l’ad non vuole parlare con noi e anche dal Mise non si è mai risposto ad una nostra richiesta di confronto. Ma sembra che questa sia solo una mia idea».