Trasporti, il nuovo sos per la Savit Terni: «Si rischia azzeramento di anni di crescita»

La Fiom Cgil e la riforma Tpl: «Necessario avviare una trattativa sindacale approfondita su profili professionali, orari e organizzazione del lavoro»

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Preoccupazione per la Savit – azienda metalmeccanica controllata da Busitalia attiva per le manutenzioni degli aubotus del tpl – ed i circa novanta dipendenti coinvolti. Il tema è stato nuovamente trattato dalla Fiom Cgil di Terni e Perugia mercoledì mattina nell’ambito della riforma regionale del trasporto pubblico locale: «Si rischia di azzerare anni di crescita e consolidamento di questa importante realtà industriale».

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Il nuovo allarme

La maggior parte dei dipendenti Savit sono nella sede principale di Terni: «La riorganizzazione del Tpl annunciata dalla Regione Umbria – le parole di Alessandro Rampiconi e Marco Bizzarri, rispettivamente segretario generale Fiom Cgil di Terni e Perugia – rischia di azzerare anni di crescita e consolidamento di questa importante realtà industriale. Infatti, lo spacchettamento in quattro lotti porterebbe come conseguenza quasi certa lo spostamento della sede legale dell’azienda da Terni, con una grave perdita per il territorio. Oltre a questo, nell’eventuale passaggio dei lavoratori – attualmente inquadrati in gran parte con contratto metalmeccanico – alle nuove aziende appaltatrici, ci sarebbe il rischio concreto di un peggioramento sostanziale delle loro condizioni lavorative, visto che buona parte delle attività attualmente svolte dall’azienda potrebbero venire meno, a causa delle economie e delle razionalizzazioni che le aziende vincitrici andrebbero necessariamente a fare in futuro».

La trattativa sindacale

Dalla Fiom sottolineano che «non basta garantire il passaggio delle attuali maestranze, con contratto degli autoferrotranvieri (Ccnl che di per sé offre certamente ampie garanzie), ma è necessario avviare una trattativa sindacale approfondita su profili professionali, orari e organizzazione del lavoro che si potrà aprire solo dopo l’eventuale passaggio alle nuove realtà aziendali che si aggiudicheranno l’appalto. Nel frattempo abbiamo chiesto, senza esito, un confronto con l’assessore, che per ora ha escluso la Cgil da qualsiasi tavolo politico per chiedere conto di decisioni che rischiano di penalizzare fortemente la nostra regione ed in particolare il territorio ternano e per sollevare anche un’ulteriore questione, che sembra dimenticata, quella dei lavoratori dell’appalto pulimento e rifornimento, che allo stato attuale non sono coperti dalla clausola sociale. Come Fiom – chiudono i due segretari – anche in vista delle elezioni comunali che interessano la città di Terni, sollecitiamo tutti i soggetti politici ad alzare l’attenzione sulla possibile perdita di una realtà industriale fondamentale per il territorio come Savit, che avrebbe conseguenze drammatiche per il territorio».

L’atto di indirizzo

A stretto giro interviene anche il capogruppo Pd Francesco Filipponi: «Facciamo nostra la preoccupazione per la Savit ed in particolare per i quaranta lavoratori su novanta dipendenti coinvolti, che lavorano a Terni. Al prossimo consiglio comunale utile presenteremo un atto di indirizzo per chiedere la salvaguardia dell’azienda, della sede legale ternana e dei lavoratori. Riteniamo che il grido d’allarme sindacale sul rischio di azzerare anni di crescita e consolidamento di questa importante realtà industriale sia assolutamente fondato. La riorganizzazione – chiude l’esponente Dem – del trasporto pubblico locale annunciata dalla Regione Umbria, sulla quale ci siamo più volte espressi contrariamente, con lo spacchettamento in quattro lotti causerebbe probabilmente lo spostamento della sede legale dell’azienda da Terni, con una grave perdita per il territorio. Ci batteremo affinché ciò non accada».

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