Ennesima tragedia sul lavoro in Umbria. È accaduta nel pomeriggio di martedì nella frazione di Poreta (Spoleto), all’interno del parco fotovoltaico nei pressi della ex cava. A riportare la notizia in prima battuta sono tuttoggi.info e Il Corriere dell’Umbria. Vittima dell’incidente è Luigi Ferrandino, operaio di 61 anni residente a Foggia e dipendente di una ditta di Benevento, che stava scaricando materiale fotovoltaico nell’area in questione: improvvisamente è stato travolto dal bancale pieno di pannelli, il cui peso è stato stimato attorno alla tonnellata. A seguito dei traumi, il 61enne è morto sul colpo: i soccorritori del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto si sono portati gli operatori della Usl Umbria 2 ed i carabinieri del locale comando Compagnia per gli accertamenti coordinati dalla procura spoletina che – titolare dell’indagine è il pm Federica Filippi – ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Per il segretario della Uil Umbria, Maurizio Molinari, «non ci sono più parole da esprimere per manifestare l’indignazione o lacrime da versare per il dolore. L’ennesima morte sul lavoro che si è consumata ieri (martedì, ndR) a Spoleto è il proseguo di una lunghissima scia di sangue che pesa sulle spalle delle istituzioni che hanno lasciato inascoltate, con arroganza e con poca lungimiranza, tutte le proposte che come rappresentanti sindacali abbiamo presentato. Più formazione che diventi anche educazione a scuola, più controlli dalle strutture preposte che siano messe in condizioni di lavorare al meglio e più premialità per le aziende virtuose, oltre che un osservatorio in grado di monitorare costantemente la situazione. Poche proposte di buonsenso – osserva Molinari – che come sindacati avevamo messo nero su bianco, senza che la Regione ci abbia mai convocato a riguardo. La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro devono diventare però un’emergenza nazionale, perché nei fatti già lo sono e i numeri lo testimoniano».