Treofan ‘game over’: scatta l’occupazione 

Terni – Trattativa al termine tra sindacati e liquidatore: nessuna reindustrializzaIone. La protesta dei lavoratori allo stadio

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di F.L.

È arrivata ormai alle battute finali, a due giorni dal termine ultimo, la trattativa tra il liquidatore della Treofan di Terni, per conto di Jindal, e le organizzazioni sindacali di categoria sul futuro dei 142 dipendenti dell’azienda del polo chimico. Le ultime condizioni dettate dalla multinazionale indiana annullano ormai ogni speranza di riattivazione del sito: silenzio assoluto rispetto alla richiesta di reindustrializzazione e ‘no’ categorico – secondo quanto riferito lunedì pomeriggio dall’avvocato Ettore Del Borrello – in merito alla possibilità di tenere all’interno dello stabilimento tutte le attrezzature fino al termine della procedura di messa in liquidazione. Immediata la rabbia dei lavoratori, che in serata hanno raggiunto lo stadio ‘Liberati’ con l’intenzione di portare la vertenza alla ribalta. 

Le ‘concessioni’

La società è disposta a concedere ai lavoratori solo una buonuscita equivalente a quattro mesi di stipendio netto, oltre a 12 mesi di cassa integrazione straordinaria (che non verrebbe né anticipata né integrata) prima del licenziamento. Ma per concedere a tutti entrambi i ‘benefici’ (sic) il 100% dei lavoratori deve essere disposto a firmare un accordo con il quale dichiara di non avere più nulla a pretendere in futuro, per evitare così possibili vertenze nei confronti della proprietà. Dunque una conclusione amarissima per quasi 150 famiglie, che già dal momento dell’acquisto dello stabilimento da parte di Jindal, nel 2018, avevano avanzato i primi sospetti sull’operazione della multinazionali. Dopo la chiusura del sito di Battipaglia (poi riconvertito), le iniziali rassicurazioni sul futuro del sito ternano sono state smentite dai fatti, fino all’avvio della vertenza degenerata nel giro di pochi mesi e l’epilogo definitivo per un marchio storico per Terni e per l’Italia più in generale. Ora destinato a scomparire. Da martedì la fabbrica sarà occupata.

Ugl Chimici

«Il 10 febbraio – osserva il sindacato Ugl Chimici attraverso il vice segretario nazionale, Eliseo Fiorin – scade la procedura e per i lavoratori scatterà il licenziamento collettivo. Il liquidatore ha fatto sapere che Jindal non ha accettato le proposte sindacali, confermando il licenziamento e avanzando ulteriori pretese come la richiesta di portare via gli impianti dello stabilimento da subito. Come Ugl Chimici – prosegue Fiorin – siamo sbalorditi dall’atteggiamento della società indiana che, di fatto, chiude il sito ternano tenendo per sé le commesse. Tutto ciò è inqualificabile. Per questo motivo sosterremo i lavoratori nella lotta e li affiancheremo legalmente per le azioni che vorranno intraprendere. Domani informeremo il Mise di quanto accaduto e gli stessi lavoratori che si riuniranno in assemblea».

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