Treofan, l’agonia continua. «Progetti al vaglio, un altro anno di cassa»

Terni – Ancora riservate le ipotesi di reindustrializzazione, servono nuovi ammortizzatori

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di F.L.

Gli elementi e i dati concreti sulla reindustrializzazione che ci si aspettava di avere, dopo mesi di attesa, non sono arrivati. Ci vuole ancora tempo per mettere a terra le varie ed eventuali ipotesi di riconversione dello stabilimento della Treofan di Terni e così l’unica alternativa, al momento, per dare una garanzia ai lavoratori è quella di prolungare per un altro anno la cassa integrazione. È quanto emerso dal nuovo incontro sulla vertenza convocato martedì pomeriggio in videoconferenza dal ministero dello sviluppo economico.

Treofan, attesa per il Mise. «È l’ora di risposte concrete»

Player importanti interessati

Le speranze dei lavoratori e dei sindacati di avere qualche notizia positiva sulle prospettive della fabbrica a breve termine non sono state esaudite. Oltre al progetto di reindustrializzazione che vede protagonista Novamont – avrebbe detto il liquidatore Filippo Varazi – rimangono in piedi altre ipotesi, dentro le quali ci sarebbero player importanti. Elemento questo confermato anche dal referente del dicastero, Luca Annibaletti. Ma nomi non sarebbero stati fatti per motivi di riservatezza. Proprio per verificare queste ipotesi sarà dunque attivato l’ulteriore anno di cassa in deroga, allo scadere dell’attuale cassa straordinaria previsto per il 25 febbraio. L’ammortizzatore sociale per cessazione attività non è stato infatti prorogato dall’ultima Finanziaria (sarebbero stati altri sei mesi) e quindi scatterà la cassa prevista dall’Area di crisi complessa.

Rebus tempistiche

Ma il dato di certo non confortante per le tasche dei dipendenti è che, dovendo essere avviato un nuovo iter di concerto con la Regione, probabilmente tra la fine dell’erogazione della cassa straordinaria e l’avvio dell’erogazione di quella in deroga, prima che si ripristini il regolare pagamento dell’indennità, si potrà creare un periodo di ritardo tecnico che potrà andare dai due ai cinque mesi. La questione verrà affrontata dai sindacati con l’azienda, per capire come gestire questo periodo in modo da alleviare per quanto possibile ai lavoratori questa problematica. Mercoledì alle 18.30, intanto, è prevista un’assemblea in fabbrica.

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