Turismo a Orvieto: «Serve un rilancio»

Crollo di arrivi e presenze nei primi cinque mesi del 2017, Confcommercio chiede un confronto ‘a tutto campo’ al Comune

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Segno meno che tocca l’11.4% per gli arrivi e il 20.15% nelle presenze nei primi cinque mesi del 2017. E Confcommercio Orvieto, insieme a Federalberghi, chiede un confronto ‘a tutto campo’ sulle problematiche legate al turismo nel territorio orvietano, rivendicato il proprio ruolo in merito alla definizione delle politiche da attuare.

Terremoto e non solo Secondo Confcommercio Orvieto il «comparto ha bisogno di una politica di rilancio organica e strutturale, capace di portare risultati importanti e duraturi, nella quale vanno coinvolti soggetti che esprimano una reale rappresentanza. Chiediamo al Comune di dare concretezza alla prevista attivazione della consulta del turismo, come luogo deputato ad un confronto sistematico su quello che deve essere nei fatti, e non solo nelle intenzioni, un volano di crescita e sviluppo per la città».

L’imposta di soggiorno Confcommercio dà particolare rilevanza al tema dell’imposta di soggiorno: l’invito al Comune è quello di «rendere nota la destinazione degli introiti, che dovrebbero comunque andare a beneficio del settore, e a concordare congiuntamente una destinazione ottimale. In linea con quanto stabilito dalla ‘manovrina’ approvata nel giugno scorso, viene inoltre preannunciata la richiesta di applicazione dell’imposta di soggiorno agli alloggi locati a fini turistici, fenomeno particolarmente consistente ad Orvieto dove una indagine Federalberghi – Incipit Consulting ha censito 208 alloggi in vendita su Airbnb nel periodo 2009-2016 (con un aumento di oltre il 22% rispetto a dicembre 2015): di questi il 72.12% sono intere abitazioni e solo il 27.88% sono stanze private; l’83.65% sono disponibili per più di 6 mesi. Il 60.1% delle inserzioni è pubblicato da host che mettono in vendita più di un alloggio».

Contributi e business Tutto ciò, secondo l’associazione, «avvalora l’evidenza che nella maggior parte di casi si tratti di un vero e proprio business e non di una occasionale fonte di reddito. A fatturati e ricavi consistenti, non corrispondono apporti equivalenti in termini di contributo all’erario, a cui invece non sfuggono le attività ricettive: l’applicazione dell’imposta di soggiorno anche a queste realtà – che si deve proprio all’impegno di Federalberghi-Confcommercio – oltre ad essere un atto di equità fiscale, andrebbe – conclude – a beneficio delle casse comunali».

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