Un protocollo di legalità per la prevenzione dell’abusivismo nel settore turistico ricettivo, utile per contrastare il ‘sommerso’ e aiutare così gli imprenditori rappresentanti da Fedealberghi e Confcommercio. A stretto giro sarà sottoscritto dalle prefetture di Perugia e Terni, dalla Regione Umbria, dalle Province e da Anci.
Il rischio per le imprese
Soddisfatto Simone Fittuccia, vicepresidente regionale di Federalberghi: «Le istituzioni umbre hanno colto l’estrema concretezza del problema che segnaliamo da anni. Abbiamo dimostrato, anche con l’aiuto di dati sempre aggiornati, che il fenomeno del sommerso turistico si sta allargando in modo esponenziale anche in Umbria, mettendo a rischio non solo le imprese che lavorano nel rispetto delle regole ma anche la stessa immagine turistica della nostra regione, la sicurezza dei nostri ospiti, perfino le casse dei nostri enti locali. Auspichiamo che la firma del protocollo, e le conseguenti maggiori azioni di controllo e di contrasto che ne emergeranno, contribuisca alla bonifica del mercato, in favore di tutte le strutture che operano nel rispetto delle regole, per una concorrenza sana, trasparente, leale. Dobbiamo lavorare tutti per migliorare l’offerta turistica, realizzando un mercato più trasparente a tutela dei consumatori – in materia di igiene, sicurezza, prevenzione incendi – dei lavoratori, delle imprese, delle comunità locali e dello stesso erario».
Cabina di regia
L’assessore allo sviluppo economico e al turismo del Comune di Perugia ha evidenziato che «è prioritario intervenire sul tema dell’abusivismo per una serie di ragioni. La volontà di costituire una cabina di regia seria sul turismo, di migliorare l’esperienza di soggiorno da parte dei turisti, salvaguardare le imprese in regola, che offrono ai turisti una esperienza qualificata, sicura, professionale; è intenzione del Comune di Perugia di esercitare un nuovo ruolo nelle politiche turistiche per il territorio: far mergere il sommerso turistico significa anche far entrare nuove risorse nelle casse comunali tramite l’imposta di soggiorno, da reinvestire nella promozione turistica».