In collaborazione con Adnkronos. In una regione in cui la popolazione anziana continua a crescere e che risiede in molti piccoli centri la prevenzione è sempre più strategica per garantire salute. È lo stesso direttore Sanità e Welfare Regione Umbria, Massimo D’Angelo, ad affermare ad Adnkronos Salute che l’obiettivo nei prossimi anni è di «ridurre le disuguaglianze sul territorio, che comunque ci sono. Il sistema deve arrivare fino a casa, dobbiamo vaccinare anche a domicilio».
Forte di dati incoraggianti ottenuti nel 2022, secondo i quali l’Umbria si inserisce tra le prime regioni italiane per copertura della popolazione anziana per le vaccinazioni contro l’influenza e il Covid, D’Angelo ha ribadito ad Adnkronos Salute la centralità del medico di famiglia, a margine della presentazione a Perugia del progetto di Fimmg Umbria intitolato ‘Il ruolo del medico di medicina generale nel management della vaccinazione anti-herpes zoster: nuove prospettive per proteggere il paziente’. «Grazie a loro l’Umbria rappresenta un grande esempio di capacità vaccinale – ha rimarcato -. Ora tra le priorità c’è la necessità di favorire la pianificazione strategica delle attività fra i medici di famiglia che operano sul territorio, soprattutto in aree disagiate e nei borghi dove vivono molti anziani fragili».
Il ruolo della vaccinazione «è una priorità di sanità pubblica che ha l’obiettivo di proteggere il singolo e la comunità. E lo abbiamo visto con i risultati dello scorso anno, che hanno permesso la riduzione dei ricoveri in ospedale in una regione in cui il numero degli over 65 è molto elevato – ha ripreso D’Angelo. – Si tratta spesso di soggetti a rischio perché immunodepressi, malati cronici affetti da diabete, bpco, patologie cardiovascolari, insufficienza renale, che devono essere protetti».
Essere capillare sul territorio e conoscere bene il paziente è una caratteristica fondamentale del medico di famiglia, che oltre all’intervento vaccinale offre informazione in base alle necessità della persona. «Dobbiamo evitare di creare quelle diseguaglianze territoriali che poi si riflettono anche sul piano sanitario. Questi obiettivi si possono raggiungere solo con la dovuta programmazione e pianificazione», ha concluso il direttore regionale Sanità e Welfare.
«Con il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccini 2023-2025, da poco entrato in vigore, abbiamo la possibilità di ampliare la nostra platea vaccinale, soprattutto per quanto riguarda l’herpes zoster» ha quindi aggiunto Michela Bovi, medico di medicina generale Fimmg Usl Umbria1, componente della commissione regionale vaccini e responsabile scientifica del progetto Fimmg Umbria.
Il Fuoco di Sant’Antonio è una patologia che colpisce particolarmente i soggetti fragili, per età e per comorbilità. Parliamo di «centinaia di migliaia di persone ogni anno, che possono avere conseguenze a breve e lungo termine, dal rash cutaneo al dolore cronico fino a possibili meningiti ed encefaliti – ha sottolineato Bovi – perciò è assolutamente importante prevenirla». Il progetto messo in campo con medici di medicina generale «è un primo passo per incentivare l’adesione e infatti abbiamo coinvolto tutti i colleghi della regione per dare delle linee guida precise, in linea con le indicazioni del Pnpv 2023-2025, con particolare attenzione alla formazione di coorti dei pazienti a rischio herpes zoster».
La campagna umbra si avvantaggerà quindi di diversi micro-team, composti dal medico di famiglia con personale di studio e infermieristico, una struttura che nella regione Umbria si è già dimostrata efficace. «Puntiamo alla chiamata attiva non solo per età ma in base al rischio, – ha concluso Bovi – assoluto compito di noi medici di famiglia, che conosciamo il paziente, il suo quadro clinico, le terapie che segue e la familiarità per patologie».