Crescono i contagi: tracciamento ora più difficile anche qui

Anche in Umbria, con l’aumento esponenziale dei positivi, emerge la necessità di velocizzare e snellire le procedure dell’indagine epidemiologica

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Non è più possibile mettersi al telefono, o al tavolino, con la persona contagiata per ricostruirne nel dettaglio tutti i movimenti negli ultimi 15 giorni. Troppo complicato, troppo lento, troppi i nuovi contagi giornalieri.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Antonio Onnis

Una nuova modalità di indagine epidemiologica

Ecco perché anche in Umbria, come nel resto d’Italia, si sta abbandonando l’utopia del tracciamento preciso e puntuale di ogni positivo, passando ad una modalità più rapida ed efficace di indagine epidemiologica; con il corollario che un tot di contatti resteranno non tracciati e quindi bisognerà essere – se possibile – ancor più attenti nei contatti sociali perché aumenta il rischio di avere a che fare con positivi asintomatici. Con i numeri di questi giorni (giovedì 407 nuovi contagi un Umbria) è impossibile tracciare tutti.

Cosa succede quando si rintraccia un ‘caso sospetto’

«Ecco perché non facciamo tamponi ai contatti»

«Considerando che, nella migliore delle ipotesi, ogni potenziale contagiato ha avuto una ventina di contatti, ad essere ottimisti, parliamo di rintracciare ottomila persone ogni giorno. Impossibile con i nostri mezzi perfino contattarli, figurarsi se possiamo solo immaginare di far loro il tampone ‘preventivo’ anche agli asintomatici», ammette il commissario Covid Antonio Onnis.

Le nuove strategie

Bloccare la diffusione del virus, attivare un piano di comunicazione specifica, definire una nuova strategia di testing, preservare ospedali e residenze sanitarie, proteggere la comuità: in 5 punti, questo è l’obiettivo della commissione straordinaria Covid per l’Umbria, di fronte al crescere dei contagi. Con nuove modalità di azione, che sono state illustrate con delle slide ognuna delle quali aveva dei diagrammi di flusso (i cosiddetti flow chart) con i percorsi da seguire in ogni fattispecie. 

Cosa si fa con i positivi asintomatici

Cosa succede quando si rintraccia un ‘caso sospetto’

Deve essere il medico di famiglia a disporre il tampone. È un concetto che viene ripetuto spesso: «Inutile questa corsa al tampone, con file di dodici ore, solo per stare tranquilli – dice il commissario Antonio Onnis – perché il tampone fotografa una situazione ‘fin lì’, non dà garanzia che non ci si possa contagiare un minuto dopo; va quindi usato solo su prescrizione medica». Nel caso in cui il tampone sia positivo, parte l’epidemiologica

Il potenziamento delle Usl

Le due Usl hanno messo sotto contratto 28 medici in più rispetto alle dotazioni di qualche giorno fa, ad incrementare le Usca, che hanno 40 medici ciascuna. Ora lavorano sette giorni su sette. «Stiamo attivando la possibilità di fruire di una consulenza specialistica presso gli ospedali, nei casi più complessi», ha detto Onnis.

‘Fiducia’ vs ‘Contumacia’: come gestire i casi di isolamento

Il primo Covid Hotel è a Città di Castello, il secondo potrebbe arrivare già questa settimana, spiega Onnis. Servirà a mettere in isolamento le persone che non hanno modo di starci perché magari hanno una casa piccola e una famiglia numerosa. Il commissario ha anche chiarito la differenza fra isolamento ‘fiduciario’ (che si basa sul sospetto) e isolamento ‘contumaciale’ (che invece arriva dopo il tampone positivo). E ha spiegato che anche su questo fronte è indispensabile la collaborazione dei cittadini. 

Perché sono cresciuti i contagi in Umbria

Continua a registrarsi una differenza di vedute fra il commissario Onnis, il direttore della Sanità Claudio Dario e l’assessore Luca Coletto. Differenza, prima più netta oggi più sfumata, che avevamo già evidenziato la scorsa settimana, durante la seconda delle conferenze di aggiornamento sui dati, ripristinate 15 giorni fa: per Onnis non sono state tanto le scuole («che pure hanno inciso, ma in misura inferiore a quanto temevamo», disse nella prima conferenza) quanto le vacanze estive e gli eventi delle ultime settimane; da quelli che si sono tenuti in estate, quando il Covid sembrava sconfitto, a quelli più recenti (arrivo del Papa, beatificazione Acutis e Catena della Pace) che – non è un mistero – secondo i responsabili della Sanità umbra andavano vietati (ma nessuno ha avvisato il questore però). Per Coletto, viceversa, i motivi sono da ricercarsi proprio nell’apertura delle scuole e nelle attività connesse alle aperture (trasporti in primis).

Assisi, il sindaco denuncia: «Confusione per i dati»

In questa serissima situazione – si legge in una nota del Comune di Assisi – di diffusione della pandemia «continua ad aumentare la discordanza tra i casi positivi al Covid-19 che vengono comunicati dalla Regione attraverso il dashboard, i dati immessi nel portale della salute e i dati inviati ai Comune, necessari ai sindaci per emettere le ordinanze contumaciali e per avere una rappresentazione di quanto accade, a livello di contagi, nei propri territori. Discordanza che per la verità si è registrata già durante la prima ondata, ma che ora è diventato sistematico,  e la circostanza non è irrilevante perché si creano inevitabilmente problemi seri come la tardiva tracciamento dei casi positivi e i conseguenti inevitabili ritardi nell’emissione o nella revoca di isolamento contumaciale». Lo denuncia il sindaco Stefania Proietti: «Sempre in uno spirito di collaborazione tra istituzioni e per il bene della comunità, chiede all’assessorato alla sanità di porre in essere senza ulteriore indugio e con urgenza inderogabile tutte le azioni possibili finalizzate a eliminare il problema oggettivo che sta determinando l’impossibilità di isolare, nel minor tempo possibile, i soggetti positivi e i relativi contatti».

La conferenza del ‘cambio di rotta’ sulle cause del picco

Covid, contrordine: «Dalle scuole il boom di contagi umbri»

 

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