«Aumento causato dalle vacanze». Ora si attende l’ordinanza

Numeri in ascesa ovunque. Dario e Onnis: «L’impatto dei contagi sulle strutture scolastiche, impennata causata dai rientri, siamo preoccupati». A ore la decisione della Tesei

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Siamo di fronte ad una seconda ondata che però è diversa dalla prima. Lo avevamo intuito dall’analisi dei dati e lo conferma Antonio Onnis, commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Covid-19 in Umbria, nel fare il punto della situazione durante la conferenza stampa di venerdì mattina, nella sede regionale di piazza del Bacio, al Broletto. Un appuntamento che assumerà cadenza settimanale, pur con modalità e forme variabili, visto il trend di crescita dei contagi anche nel territorio umbro, in linea col resto d’Italia. Nel corso dell’incontro sono stati forniti anche i numeri delle ultime 24 ore, sono 151 i nuovi positivi al Covid19: il doppio di giovedì.

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L’appello: «Non abbassare la guardia»

«Dal 5 al 9 ottobre ci sono stati 381 nuovi casi. Un dato che ci allarma». Oltre a fornire un quadro della situazione, con la diffusione dei dati giornalieri e l’analisi degli ultimi giorni, Onnis ci teneva a lanciare un appello anche alla popolazione rispetto a una sensazione comune di ‘scampato pericolo’ che si è diffusa forse troppo rapidamente dopo le riaperture: «Siamo preoccupati perché abbiamo la sensazione che nella popolazione la percezione del rischio sia calata e le persone siano meno attente di prima a proteggere se stesse e gli altri».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

La seconda ondata e la scuola

«La riapertura delle scuole ha comportato uno sforzo grande delle istituzioni grazie anche a una forte collaborazione del personale scolastico, basti pensare al livello di adesione ai test volontari. Che non ha eguali credo in Italia. Anche grazie al lavoro svolto, l’impatto dei contagi sulle strutture scolastiche è stato meno rilevante di quanto potessimo temere – spiega ancora Onnis – considerando che sono rientrate in classe 140 mila persone e che queste persone si muovono utilizzando mezzi pubblici». Contrariamente a quanto si potesse immaginare, quindi, questa nuova impennata non è strettamente collegata alla riapertura delle scuole quanto piuttosto ai movimenti estivi: il virus è (ri)entrato in Umbria dai rientri dei vacanzieri e dei lavoratori stagionali, che a loro volta hanno contagiato familiari e affini. Da qui il dato sull’età relativamente bassa dei nuovi contagi degli ultimi tempi. Età che però si sta nuovamente innalzando proprio in virtù dei contagi intrafamiliari, nella rete parentale o delle amicizie.

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I possibili sviluppi

Al momento non ci sono provvedimenti in cantiere (mini lockdown o cose simili) in Umbria, «ma – puntualizza Onnis – siamo pronti a tutto, sulla base dell’andamento dei prossimi giorni». Non è un mistero che a Palazzo Donini sia da giorni pronta l’ordinanza per il blocco agli eventi dinamici (Eurochocolate in testa), così come è noto che sia in seno alla giunta, sia – soprattutto – fra la giunta e gli altri organismi consultivi (dal Cor al Cts) ci sia in atto una dialettica piuttosto intensa sul tema. La Tesei avrebbe voluto concedere qualcosa (ad esempio) agli ambulanti, per evitare impatti troppo duri su un tessuto economico già provato. Ma i nuovo dati e soprattutto l’arrivo del nuovo decreto governativo ha indotto chi vive nella stanza dei bottoni a cliccare nuovamente su ‘stand-by’, per riguardare il provvedimento prima di vararlo. Per quanto se ne sa, fra i grandi eventi di questi giorni, solo la Catena umana della Pace è stata confermata anche se è notizia di queste ore che l’avvocato Valter Biscotti (fra l’altro vicino alla Lega) si rivolgerà alla Procura nel caso in cui non venisse bloccata.

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Contact tracing sempre più complicato

Tornando alla riunione al Broletto, il direttore regionale della salute, Claudio Dario, ha evidenziato che «il problema maggiore in questa fase è il contact tracing. Non riusciamo a star dietro a tutti i potenziali contatti con questi numeri. E questo comporta il fatto che i tempi dell’isolamento fiduciario si allungano. Questa è anche una delle cose che maggiormente infastidiscono la popolazione. Ci sono persone che aspettano un tampone anche sette giorni. È più facile che ora il virus circoli nelle zone che prima erano state salvaguardate, basti pensare a quanto sta accadendo ad esempio in Campania e Sicilia».

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