Umbria, i pendolari: «Nuovamente traditi»

Aumenti dei prezzi e riduzione dei servizi. I lavoratori denunciano: «Una fregatura». La politica si schiera e loro annunciamo: «Se ne occuperanno i competenti organi di vigilanza e controllo»

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La denuncia è precisa: «Come pendolari da Terni a Roma – scrivono Gabriele Nardini e Mauro Nicoli – vi segnaliamo la seguente nuova fregatura servita da Trenitalia e dalla Regione dell’Umbria ai pendolari umbri: i possessori della ‘Carta Tuttotreno’, abbonamento che si lega all’abbonamento regionale e che permetteva da anni di salire anche sui treni InterCity e Freccia Bianca (ex EuroStar) oltre a subire un aumento di 100 euro su 350 annuali, non potranno più salire sui treni Freccia Bianca. L’unico rimasto dei quattro che circolavano in Umbria, ora transita a Terni alle ore 9,36 della mattina (direzione Roma), mentre parte da Roma Termini alle ore 17,38 per essere a Terni alle 18,28. Unico treno veloce che soprattutto nella fascia pomeridiana/serale consente a molti pendolari Umbri di rincasare ad un orario umano».

I disagi Questo cambio, secondo il lavoratore pendolare, «genererà un grosso afflusso di persone sul treno delle 17,58 , che se prima non fermava ad Orte (ripristinata la fermata dopo le contestazioni ed il blocco della stazione laziale con al seguito pendolari, sindaci e parlamentari), ora oltre agli umbri ed ai laziali dovrà ‘ospitare’ anche i pendolari del Freccia Bianca compromettendo la sicurezza di chi viaggia. Tra l’altro sottolineo che questa modifica della ‘Carta Tuttotreno’ è stata fatta solo per l’Umbria, in tutte le altre regioni italiane non è cambiato nulla».

Gianluigi Giusti, primo da sinistra

Il coordinamento Gianluigi Giusti, portavoce del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri, rincara la dose, dicendo che quanto sta accadendo sa «un po’ di beffa, tenuto conto che il costo della carta a carico del fruitore ha recentemente subito un aumento significativo di quasi 100 euro, proprio in ragione del taglio dei finanziamenti regionali (ad oggi pare siano previsti solo 300 mila euro annui). Già nel febbraio 2016, come Coordinamento dei Comitati Pendolari Umbri, avevamo espresso un parere negativo su una prima proposta pervenutaci in merito dalla Regione Umbria, parere poi ribadito in data 24 agosto 2016 su una seconda proposta fatta sempre dalla Regione. Con una nota, avevamo quindi sollecitato gli uffici competenti ad un incontro prima della stipula dell’accordo con Trenitalia per discutere della questione spinosa che coinvolge un consistente numero di passeggeri che, per questioni di orario, non possono utilizzare i servizi regionali».

«Ignorati» Come spesso è accaduto, dice Giusti, «la nostra richiesta non ha mai avuto seguito ed oggi ci troviamo in questa situazione. In ogni modo, abbiamo immediatamente richiesto alla Regione Umbria, nella persona dell’assessore pro-tempore ai Trasporti, di trovare una soluzione di concerto con la Direzione Trasporto Passeggeri Nazionale di Trenitalia S.p.A., che dia la possibilità ai titolari della Carta Tutto Treno di poter accedere ai treni Freccia Bianca, così come normalmente accade in altre Regioni, quali Liguria, Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia Romagna, Toscana. Anche perché, se i motivi che hanno spinto ad una risoluzione in tal senso derivano effettivamente da necessità di bilancio, non possiamo non tornare a sottolineare che sono state proprio le scelte della Regione a determinare una situazione di criticità patrimoniale nel settore trasporti».

I soldi In particolare, ricorda il portavoce del Coordinamento dei pendolari, «non si sarebbe giunti a questo punto se le considerevoli somme provenienti dalle penalità e/o dalle decurtazioni che Trenitalia Trasporto Regionale dell’Umbria versa alla Regione Umbria per disservizi fossero state correttamente destinate in bilancio alla voce trasporti, anziché appostate nel bilancio più generale dell’Ente. Una discutibile scelta contabile che, di fatto, ha sottratto ai trasporti una sostanziosa parte di risorse che, invece, a nostro modo di vedere (ma supportati in ciò anche da una interpretazione della normativa di riferimento da parte della Corte Costituzionale sent. 273/2013), avrebbero dovuto rimanere vincolate al settore. Ma di questo se ne occuperanno a tempo debito i competenti organi, anche giurisdizionali, di vigilanza e controllo. Per il momento c’è solo la beffa nei confronti dei pendolari».

Il PD Sulla vicenda interviene il Partito Democratico dell’Umbria: «Oggi il costo della ‘Carta Tuttotreno’ sale di 100 euro e, al contempo, Trenitalia non permette più l’utilizzo dei Frecciabianca ai possessori. Chiediamo quindi alla Regione Umbria di intervenire affinché sia consentito agli umbri di continuare ad usufruire di tutte le tre coppie di treni e perché all’aumento del costo corrisponda un effettivo aumento della qualità del servizio. Chiediamo inoltre ai parlamentari umbri di farsi carico di una seconda questione, non meno rilevante. I viaggiatori umbri e i tanti turisti che scelgono il treno per visitare la nostra Regione, pagano biglietti ed abbonamenti in base ad un chilometraggio ancora calcolato in base alla lunghezza della linea storica, inaugurata agli albori del Regno d’Italia. Oggi però i treni percorrono la linea direttissima (sulla quale la distanza Terni-Roma, ad esempio, si ridurrebbe dai 112 chilometri pagati dai viaggiatori ai 95 chilometri della traccia attuale, con notevoli risparmi per gli utenti). A tal proposito ricordiamo che nel 2009 tale questione è stata già sollevata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom) quale organo di garanzia preposto ad assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato, che richiamava al rispetto delle condizioni tariffarie in relazione al nuovo assetto infrastrutturale maturato a seguito di investimenti pubblici fatti lungo la tratta citata».

Enrico Melasecche

Enrico Melasecche (I love Terni) Nel merito è intervenuto anche il consigliere comunale di Terni Enrico Melasecche (I love Terni), che chiede al sindaco Leopoldo Di Girolamo «di intervenire immediatamente nei confronti della Regione che ha rapporti diretti con Trenitalia per eliminare il peggioramento grave che queste decisioni stanno causando alla condizione dei pendolari, i quali peraltro contribuiscono con i loro sacrifici a migliorare la situazione economica cittadina ed hanno quindi diritto ad essere salvaguardati al massimo. Chiedo, inoltre, al sindaco di fare in modo che Trenitalia mantenga il servizio ferroviario con la Capitale a livelli di massima funzionalità ed economicità perché, per una città in crisi come Terni, costituisce questo servizio un fattore di maggiore o minore attrattività per l’intero territorio e sostenere la battaglia dei pendolari, se necessario anche protestando insieme a loro nelle stazioni, indossando la fascia tricolore onde evitare equivoci del passato, come hanno fatto gli amministratori del Lazio, imponendo nel nostro caso di far fermare ad Orte i treni pagati dalla Regione Umbria. Infine, di riferire con urgenza in consiglio comunale i risultati conseguiti su questo fronte in considerazione anche del fatto che sono migliaia i nostri concittadini costretti al pendolarismo».

Sergio De Vincenzi

Il consigliere regionale Sergio De Vincenzi «L’aumento del 30% delle tariffe della ‘Carta tutto treno Umbria’ e l’impossibilità da parte dei pendolari umbri possessori della carta, di usufruire dell’unico treno Freccia Bianca che collega Roma con Terni, è solo la ciliegina sulla torta della vicenda trasporti in Umbria, della quale altri gruppi consiliari regionali si sono recentemente occupati», si legge in una nota del consigliere regionale Sergio De Vincenzi. «Una vicenda che denota non solo la scarsa attenzione della giunta Marini nel perseguimento di un piano strategico per i trasporti determinante per il turismo e l’economia regionale, ma anche l’incapacità a prevenire e gestire disagi e disservizi generati dalle scelte unilaterali di Trenitalia». Chi paga le conseguenze di questa inefficienza, secondo De Vincenzi, «sono i cittadini i quali, non solo per motivi di lavoro, hanno necessità di muoversi sui mezzi ferrati in entrata in uscita dalla regione. Ne emerge in tutta evidenza l’impossibilità, da parte di questo governo regionale, di avere peso nei tavoli di contrattazione con Trenitalia nonostante i circa cento mila euro di contributo regionale quotidiano versato all’azienda».

L’ultimo ‘Rapporto economico e sociale dell’Umbria 2016-2017’, ricorda il consigliere, «ci mostra in modo chiaro come il pendolarismo extra-regionale in uscita sia una realtà in forte aumento, mentre il saldo dei flussi in entrata risulti negativo. Insomma: chi può evita di mettere piede nel nostro territorio. Una realtà ancor più scoraggiata da una inadeguata gestione dei mezzi pubblici che quando non sono assenti, risultano fortemente fatiscenti. Le questioni legate alla mobilità, e possiamo citare l’occasione di collegamento con Perugia del Frecciargento 9472 Mantova-Roma nemmeno mai presa in considerazione, sono un’ulteriore occasione ad interrogarci in modo sempre più urgente su quale sia l’obiettivo programmatico di questa giunta rispetto allo sviluppo del territorio umbro». In tal senso «crediamo che la nostra regione, già penalizzata rispetto alle principali vie di comunicazione, sia ulteriormente danneggiata da una idea confusa sulle possibili opportunità di sviluppo. Se da una parte – conclude -, non si riesce a valorizzare con efficaci politiche di rete, i punti di forza dei nostri territori come l’agricoltura, la zootecnia, l’enogastronomia i beni culturali e il turismo, dall’altra stringe dei coni d’ombra su alcuni nodi problematici che negli anni si sono cronicizzati, come appunto i collegamenti aerei, ferroviari e la viabilità stradale».

Giacomo Leonelli

Giacomo Leonelli «Quali iniziative la Giunta intende mettere in campo per consentire agli umbri di continuare ad usufruire, a costi contenuti, delle attuali linee di treni Eurostar e Intercity e per adeguare il costo del biglietto al chilometraggio attuale». È questo il contenuto di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del Partito democratico Giacomo Leonelli. Nell’atto il consigliere rileva che «dopo la cancellazione di molte coppie di Eurostar negli ultimi anni, i treni veloci rimasti a collegare l’Umbria con il resto del Paese sono soltanto due coppie di Intercity e una di Eurostar Frecciabianca. In alcune fasce orarie questi sono anche gli unici treni che permettono a tanti viaggiatori di andare e tornare dalla capitale. Molti di essi sono lavoratori che viaggiano in treno a seguito dell’acquisto della Carta Tuttotreno, che consente, ai possessori di un abbonamento regionale, di viaggiare su anche su queste tre coppie di treni».

Linea direttissima Per Leonelli «il problema è che Trenitalia ha deciso di aumentare il costo della Carta Tuttotreno portandola a 100 euro e di non permettere più l’utilizzo dei Frecciabianca ai possessori della carta stessa. In particolare, l’Eurostar 8852 delle 17.38 da Roma permette un rientro in tempi utili a molti pendolari, che non potendo più usufruire di questo servizio dovranno scegliere il già affollato, serve anche i viaggiatori laziali diretti ad Orte, e più lento regionale 2488 delle 17.58». Inoltre, prosegue il consigliere, «i viaggiatori umbri e i tanti turisti che scelgono il treno per visitare la nostra regione pagano biglietti ed abbonamenti in base ad un chilometraggio ancora calcolato in base alla lunghezza della linea storica, inaugurata agli albori del Regno d’Italia. Oggi, però, i treni percorrono la linea direttissima che accorcia la distanza tra Terni e Roma di circa 20 km. E nel 2009 tale questione è stata già sollevata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato – Agcom -, che richiamava al ‘rispetto delle condizioni tariffarie, in relazione al nuovo assetto infrastrutturale maturato a seguito di investimenti pubblici fatti lungo la tratta citata».

Emanuele Fiorini

Emanuele Fiorini Per il capogruppo regionale della Lega Nord, «non bastano i disagi e i disservizi con i quali i pendolari umbri sono costretti a convivere quotidianamente, adesso arrivano anche i rincari. Appare ingiustificabile lucrare sulla pelle dei pendolari, mentre i soldi che Trenitalia versa per penalità e decurtazioni alla Regione Umbria vengono inseriti nel bilancio generale e non, invece, nei trasporti, come emerso da una nostra interrogazione. Se quelle risorse fossero investite nei trasporti, come è giusto che sia, eviteremmo l’aumento indiscriminato di abbonamenti e agevolazioni». Fiorini fa sapere di aver «ricevuto segnalazioni da moltissimi utenti e dai comitati spontanei dei pendolari, tutti indignati per questa scelta vergognosa che penalizza centinaia di cittadini».

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi «Convocare – le parole del presidente del gruppo di Forza Italia in Regione – i pendolari in Commissione Trasporti dell’Assemblea Legislativa per affrontare con loro le problematiche relative ai trasporti ferroviari della Regione anche a seguito delle pessime novità che i pendolari ternani hanno scoperto relativamente alla impossibilità di non poter più usufruire, con la carta ‘tutto treno’, dei treni Intercity e Freccia Bianca. A ciò si aggiunge anche l’aumento del biglietto. E’ ora che l’Assemblea Legislativa si interessi di questo popolo silenzioso di persone che è costretta a prendere il treno per recarsi al lavoro. Annuncio che ho scritto una lettera a Eros Brega – Presidente della II Commissione Trasporti – chiedendo l’attivazione immediata di un tavolo di confronto».

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